Helena Bonham Carter in 10 film: i ruoli più iconici della sua carriera

Molti associano il volto di Helena Bonham Carter alla Bellatrix Lestrange di Harry Potter, ma l'attrice inglese vanta una carriera di tutto rispetto, recitando dal dramma al fantasy, dalle commedia romantiche ai drammi storici. Ecco i suoi 10 ruoli più rappresentativi, tra i quali non possono mancare alcuni interpretati nei film di Tim Burton.

Sguardo vispo, piccola di statura, outfit stravaganti che saltano subito all’occhio. Potrebbe essere descritta così Helena Bonham Carter, immancabile musa di Tim Burton in quanto compare nella maggior parte dei suoi film e, ai più, nota come inconfondibile volto della folle e temuta Bellatrix Lestrange nella saga cinematografica di Harry Potter. Come ogni buon attore/attrice British che si rispetti, anche la Bonham Carter ha mosso i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo tramite il teatro, per poi ottenere, a soli 16 anni, il suo primo ruolo importante, nell’adattamento televisivo del romanzo Un giardino di rose.

Progetti significativi, appartenenti alla sua filmografia, recano il nome di registi che sono stati legati sentimentalmente all’attrice. A parte Kenneth Branagh, legato alla Bonham Carter per 5 anni alla fine degli anni ’90, che l’ha diretta e ha recitato insieme a lei nel film Frankenstein di Mary Shelley, la carriera dell’attrice è stata particolarmente influenzata dalla relazione avuta con Tim Burton – dopo 13 anni insieme i due hanno annunciato ufficialmente la separazione nel 2014, pur rimanendo in buoni rapporti. Il sodalizio professionale tra la Bonham Carter e Burton è iniziato nel 2001, quando il regista l’ha diretta in Planet of the Apes – Il pianeta delle scimmie.

Se fino al 2001 l’attrice aveva già fatto intravedere una parte di sé più sfuggente ed enigmatica, Tim Burton contribuisce a sviluppare il lato dark e fantastico della Bonham Carter, rendendola uno stereotipo perfetto e ormai insostituibile per il suo genere di film. Non a caso è stata scritturata, successivamente, per interpretare uno degli alleati più fedeli del Signore Oscuro che ha tormentato per un decennio una generazione di bambini e adolescenti, Colui che non deve essere nominato, Lord Voldemort.

Dal 1985, anno in cui ha debuttato al cinema con il film Camera con vista, a oggi, la Bonham Carter ha dimostrato di essere in grado di spaziare tra i ruoli, dal più drammatico, passando dal biografico e dagli adattamenti cinematografici della letteratura inglese, fino ad arrivare al fantasy horror. Scegliere le sue performance più significative è certamente un’impresa, considerando la vasta filmografia, ma noi di Cinematographe abbiamo cercato di raggruppare i 10 film più rappresentativi e iconici di Helena Bonham Carter. Pronti… attenti… via!

Helena Bonham Carter: i 10 film più rappresentativi della stravagante attrice

Camera con vista (1985)

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Un’Helena Bonham Carter ventenne, dal viso angelico, ben distante dall’oscurità dei suoi personaggi “Burtoniani”, interpreta la giovane inglese Lucy Honeychurch in Camera con vista, diretto da James Ivory, con cui l’attrice collaborerà anche in seguito in Maurice Casa Howard. La pellicola è basata sull’omonimo romanzo di E. M. Forster. La Bonham Carter debutta sul grande schermo sul magico sfondo di una Firenze dei primi anni del 900, affiancando star del calibro di Maggie Smith, Daniel Day-Lewis e Judi Dench. In realtà l’attrice recitò prima in Lady Jane, ma Camera con vista fu distribuito prima nelle sale, segnando il suo esordio cinematografico.

Proprio nel mese di ottobre 2017 è stato festeggiato il trentennale di Camera con vista – che è stato anche restaurato – con una serie di eventi e celebrazioni svolti a Firenze e con la partecipazione speciale della stessa Helena Bonham Carter, il regista James Ivory e Julian Sands. Per l’occasione, l’attrice ha rivelato qualche aneddoto inerente alla sua esperienza sul set:

Qualche tempo fa ho ritrovato il mio diario di quei giorni. Ero angosciata perché ero consapevole di quante cose non sapessi, non sapevo quanto avrei dovuto imparare sulla recitazione. Mi sentivo, e sapevo di essere, un po’ impacciata, ma allo stesso tempo ero determinata a mostrare la vera me. A quel tempo ero convinta di non meritare un successo del genere. Ricordo che guardavo il film e odiavo ogni singola scena, ogni secondo, ovviamente non per il lavoro degli altri, ma per il mio. Ero ipercritica nei miei confronti; ero convinta di non saper recitare. Per fortuna Ivory [regista] e Merchant [produttore] mi hanno adottata da un punto di vista emotivo e professionale, contribuendo a farmi vivere meglio il tutto. Mi chiamavano ‘la piccola cosa’. È stata necessaria per me questa loro vicinanza, perché altrimenti non avrei saputo cosa fare di me stessa.

Lady Jane (1986)

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Lady Jane è il primo film che Helena Bonham Carter gira per il cinema e il primo in cui recita nella parte della protagonista, nonostante non sia considerato il suo debutto cinematografico, poiché uscito nelle sale dopo Camera con vista. Nel dramma romantico diretto da Trevor Nunn, la Bonham Carter segna l’inizio delle sue performance in costume, interpretando Lady Jane Grey, nota come la Regina dei 9 giorni. La pellicola non si sofferma solo sul dato prettamente storico, ovvero la salita al trono di Lady Jane alla morte di Edoardo VI, ma anche sulla componente sentimentale: il matrimonio tra la protagonista e Guilford Dudley.

Frankenstein di Mary Shelley (1994)

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Negli anni ’90, prima di “emigrare” e iniziare a farsi conoscere anche oltreoceano, Helena Bonham Carter recita nell’ultimo adattamento cinematografico di un celebre classico della letteratura gotica inglese, Frankenstein di Mary Shelley. Helena si cala nei panni di Elizabeth Beaufort Frankenstein, fidanzata nonché sorella adottiva dello scienziato interpretato da Kenneth Branagh. Frankenstein di Mary Shelley, in cui la Creatura ha il volto di Robert De Niro, è un tassello significativo nella carriera dell’attrice, non solo perché segna l’inizio della relazione tra lei e Branagh – che ricordiamo essere durata 5 anni -, ma anche perché è il primo ruolo con delle sfumature più dark e un’inclinazione verso il fantastico e sovrannaturale che poi diverranno dei marchi di fabbrica nella sua recitazione, soprattutto con Tim Burton.

Una piccola curiosità è che, prima che la Bonham Carter entrasse nel cast, era stata presa in considerazione Emma Thompson – sposata con Branagh dal 1989, da cui poi divorziò in seguito alla relazione del regista con la Bonham Carter – nel ruolo di Elizabeth; dopo che la Thompson rifiutò per sovrapposizione di altri impegni, Branagh convocò un casting call, in cui dovette scegliere tra la Bonham Carter e Kate Winslet.

Le ali dell’amore (1997)

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Helena Bonham Carter si aggiudica la sua prima nomination agli Oscar e il primo BAFTA Award per la sua performance ne Le ali della libertà (The Wings of the Dove), film diretto da Iain Softley e ispirato liberamente all’omonimo romanzo dello scrittore Henry James. Helena veste i panni di Kate Croy, una giovane che s’innamora di un giornalista di nome Merton. Inizialmente il regista Iain Softley era alla ricerca di un’attrice più giovane per la parte della protagonista, ma alla fine la scelta è ricaduta sulla Bonham Carter. La stessa attrice ha ammesso più volte, in varie interviste, che secondo lei Kate non meritava un’interprete più giovane, in quanto si tratta di un personaggio maturo e non la ragazzina che può sembrare apparentemente. Helena Bonham Carter contribuisce a presentare un personaggio ambivalente, che oscilla tra la dolcezza dettata dall’innamoramento e la malvagità della femme fatale; per tale motivo non si riesce a prendere una posizione netta nei confronti della sua Kate.

Fight Club (1999)

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La performance ne Le ali dell’amore ha permesso alla Bonham Carter di ottenere un ruolo particolarmente significativo da aggiungere alla sua carriera: quello di Marla Singer in Fight Club, dramma diretto da David Fincher, in cui l’attrice recita al fianco di un cast stellare composto da Edward Norton, Brad Pitt, Jared Leto. La prima scelta di Fincher per la parte di Marla fu Janeane Garofalo, la quale però si rifiutò di entrare nel cast a causa dei contenuti sessualmente espliciti del film. Prima di giungere alla scelta definitiva, furono prese in considerazione anche Courtney Love, Winona Ryder e Reese Whiterspoon (quest’ultima scartata perché ritenuta troppo giovane).

Helena Bonham Carter, oltre che sul piano recitativo, dovette lavorare molto per garantire un’ottima Marla Singer sul grande schermo, anche dal punto di vista esteriore. L’attrice ebbe, infatti, particolari richieste per la resa visiva del suo personaggio: chiese, per esempio, di essere truccata dalla make up artist con la sua mano sinistra, nonostante non fosse mancina. Le sbavature date da una mano non ferma o comunque non sicura avrebbero garantito alla sua Marla quel look dissoluto e disfatto che meritava.

Big Fish – Le storie di una vita incredibile (2003)

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Tre anni dopo dall’inizio della loro relazione e dall’uscita di Planet of the Apes – Il pianeta delle scimmieTim Burton decide di scritturare Helena Bonham Carter nel doppio ruolo di strega e ragazza innamorata del personaggio principale in Big Fish – Le storie di una vita incredibile, con protagonista Ewan McGregor. “È bene per un artista ricordarsi sempre di guardare le cose in un modo nuovo, strano” ha precisato Burton una volta, e possiamo dire che il regista ha colto in pieno questa affermazione non solo nel modo di realizzare i film, ma anche nel plasmare i personaggi per la sua musa, nonché compagna, Helena Bonham Carter.

La Strega di Big Fish, infatti, è soltanto il punto di partenza dei tanti eccentrici e stravaganti personaggi che l’attrice interpreterà successivamente sempre sotto la direzione di Burton. Personaggi che solitamente si presentano mostrando immediatamente il loro lato più inquietante e oscuro, ma che poi, col proseguire della vicenda, si fanno portavoce di una sensibilità sottile e celata: ambivalenze interessanti, che permettono di analizzare ed esplorare le più profonde sfaccettature della psiche umana.

Nel film l’attrice interpreta una parte piccola, ma significativa – già il doppio ruolo (Strega/Jenny) è indice dell’importanza della sua performance e dei suoi personaggi ai fini della storia.

Harry Potter

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Nonostante la sua carriera sia ricca di ruoli eclettici, che attraversano ogni genere, non possiamo negare che Helena Bonham Carter si sia affermata nell'”olimpo” delle star di Hollywood con il ruolo di Bellatrix Lestrange nella saga cinematografica di Harry Potter. L’attrice è apparsa per la prima volta nei panni della cugina di Sirius Black in Harry Potter e l’Ordine della Fenice (2007), per poi apparire anche in Harry Potter e il principe mezzosangue (2009), Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 (2011).

Per la parte di Bellatrix, inizialmente, era stata adocchiata Helen McCrory – poi scritturata nel ruolo di Narcissa Malfoy – che decise di rifiutare proprio perché in quel periodo era in stato interessante, e non avrebbe potuto essere presente durante le riprese.

Bellatrix Lestrange è un personaggio secondario, se prendiamo in considerazione tutta la mitologia di Harry Potter, ma il talento di Helena Bonham Carter ha contribuito a rendere importante il personaggio, al pari quasi dei protagonisti. La performance dell’attrice è fenomenale: lo sguardo da folle, che passa dalla crudeltà a una sorta di ingenuità/atteggiamento distratto, in sincrono con evidenti tic nei movimenti, con il sorriso sinistro e l’uso di diversi timbri vocali a seconda dei momenti, la rendono una villain perfetta. Non sarebbe da stupirsi se un giorno volessero fare un spin-off su Bellatrix, ma non sarebbe la stessa cosa senza Helena Bonham Carter a interpretarla.

Paradossalmente, Bellatrix potrebbe essere il miglior personaggio della saga, se solo le avessero dedicato più spazio. Molti, infatti, la elogiano per essere un personaggio brillante, originale e innovativo, che però non è stato sfruttato appieno. Una prova del successo e dell’amore che i fan nutrono per Bellatrix sono, per esempio, i numerosi cosplay della villain che spesso sfilano tra le principali manifestazioni a tema, come il Lucca Comics, Romics ecc.

Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007)

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La pellicola che segna la quarta collaborazione professionale tra Helena Bonham CarterTim Burton è Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street, commedia horror musicale in cui l’attrice interpreta Mrs. Lovett, la partner in crime del barbiere di Johnny Depp – si tratta del primo film in cui Depp e la Bonham Carter recitano insieme; collaborazione che continuerà grazie a Burton, con cui i due formeranno un trio inossidabile. L’attrice è stata da sempre una grande appassionata del dramma teatrale di George Dibdin Pitt, da cui il film è tratto, e uno dei suoi più grandi desideri da piccola era poter interpretare un giorno Mrs. Lovett.

Proprio per l’amore nei confronti del personaggio, Helena Bonham Carter ha voluto dimostrare di meritare la parte di Mrs. Lovett – in questo modo avrebbe messo a tacere molti che pensavano che fosse stata scritturata soltanto perché in intimità con Burton. L’attrice, dunque, si impegnò a prendere lezioni di canto mentre era in stato interessante e fece visionare suoi vecchi provini al compositore Stephen Sondheim. Il segreto di Sweeney Todd, però, sta proprio nel far combaciare armoniosamente movenze, pose e gesti con parole, melodie e timbri vocali. Non a caso la Bonham Carter si è allenata cucinando pasticci, mentre cantava, e inoltre ha soprannominato l’atto di unire il canto ai movimenti, “l’olimpiade dei tanti ruoli“.

Alice in Wonderland (2010)

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Sempre per la regia di Tim Burton, un mix tra la Regina di Cuori e la Regina Rossa giunge sul grande schermo in Alice in Wonderland con il volto di Helena Bonham Carter. Iracebeth, questo il vero nome della Regina Rossa, è diventata subito un personaggio iconico, sia per la performance sopra le righe dell’attrice sia per il modo in cui viene raffigurata tramite gli effetti speciali – la sua testa è stata, infatti, ingrandita di tre volte rispetto alla dimensione normale. Anche stavolta il connubio tra effetti visivi e trucco ha colto nel segno, rendendo unico l’ennesimo ruolo interpretato dalla Bonham Carter. A tal proposito l’attrice ha dichiarato in alcune interviste:

Tim adora truccarmi e deformarmi. È una cosa che piace anche a me, perché mi permette di guardarmi sempre in maniera diversa. Per interpretare Iracebeth mi hanno coperto totalmente i capelli, facendomi diventare calva, per poi passarmi il trucco e infine porre la parrucca rossa. Una sessione di make up che ha richiesto circa due ore e mezzo. I miei figli mi hanno visto così e, mentre mia figlia mi ha riconosciuto e non ha avuto alcun problema, mio figlio ha evitato di guardarmi, essendo più sensibile. L’ingrandimento della testa, l’ampliamento della fronte e il restringimento del girovita, comunque, sono avvenuti in post-produzione: una telecamera veniva usata esclusivamente per me.

La Bonham Carter è tornata nel ruolo della Regina Rossa anche nel sequel Alice attraverso lo specchio.

Il discorso del re (2010)

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La seconda candidatura agli Oscar come Migliore attrice non protagonista arriva con Il discorso del re, dramma storico biografico in cui Helena Bonham Carter veste i panni della moglie di Re Giorgio VI, interpretato da Colin Firth. L’attrice torna dunque nei panni di una Regina, ma stavolta, per prepararsi al meglio, si è dedicata a un duro lavoro di ricerca, per conoscere in modo approfondito la personalità, le convinzioni e le gesta di  Elizabeth Bowes-Lyon prima ancora di diventare la Regina Madre. Uno studio che, secondo quanto dichiarato da lei stessa, ha portato a una conoscenza del personaggio tale da accentuare in lei anche un doveroso rispetto nei confronti della storica figura.

L’attrice rifiutò più volte l’offerta del regista Tom Hooper di entrare nel cast del film, perché in quel periodo era molto indaffarata con le riprese di Harry Potter e, come Elizabeth declinò la proposta di matrimonio dell’allora principe Albert per ben tre volte, così fece anche la Bonham Carter con Hooper. Inoltre, interpretare quella che poi sarebbe diventata la Regina Madre, richiedeva una responsabilità non indifferente:

Hai una responsabilità, anche nei confronti di tutti gli altri, perché un sacco di persone la conoscono e la percepiscono in un determinato modo. Quindi vai a toccare una sorta di terra sacra. Detto questo, è anche vero che tutti tendono a ricordare la Regina Madre nei suoi ultimi anni e spesso dimenticano che anche lei è stata giovane.