Harry Potter e l’Ordine della Fenice: recensione del quinto capitolo della saga

Il quinto capitolo della saga di Harry Potter, Harry Potter e l’Ordine della Fenice, attua un cambio di direzione, assumendo David Yates alla regia, sperando che egli rimanga sulla scia del successo del precedente capitolo, portato a compimento dal talentuoso Mike Newell.

Ne Il Calice di Fuoco avevamo lasciato Harry e Hogwarts alle prese con un grave lutto, corrispondente alla morte del brillante mago Cedric Diggory, ad opera di Lord Voldemort. Harry Potter e l’Ordine della Fenice inizia mostrando un Harry ancora incastrato con le vicende familiari dei Dursley (cosa che era stata volutamente tralasciata nella precedente pellicola). Vediamo, però, uno scorcio del tutto inedito di Privet Drive: una cittadina più lugubre del solito, dato anche l’arrivo dei Dissennatori che attaccano sia Harry sia il cugino Dudley.

Harry, per difendersi dalle creature che avevano già terrorizzato gli spettatori ne Il prigioniero di Azkaban, evoca un Expecto Patronum, contravvenendo alla regola di praticare la magia al di fuori di Hogwarts tra i Babbani. Riceve, così, una strilettera dal Ministero della Magia per un’udienza disciplinare da cui poi, fortunatamente, viene assolto.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice – Harry da eroe a bugiardo

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

L’Ordine della Fenice presenta fin da subito una particolare lentezza ed un’inattesa fatica nel sviluppare la narrazione. Harry passa da essere un eroe ad essere accusato di falsità poiché, non solo i suoi compagni, ma lo stesso Ministero della Magia, nega l’effettivo ritorno del Signore Oscuro. Voldemort, in questo caso, passa momentaneamente in secondo piano, lasciando il posto da antagonista ai membri del Ministero, in particolare alla perfida ed irritante Dolores Umbridge.

La sottosegretaria viene insediata dal Ministero ad Hogwarts, come insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, soffiando ancora una volta l’agognata cattedra al professor Piton, anche se in realtà svolge un controllo diretto in tutte le attività scolastiche, ricoprendo anche il ruolo di Preside, momentaneamente.

Assistiamo anche alla costituzione di due eserciti, uno più antico, l’Ordine della Fenice, e l’altro più moderno, l’Esercito di Silente. Il primo è costituito dalla vecchia generazione di studenti di Hogwarts, Sirius Black, Malocchio Moody, Remus Lupin, i genitori di Ron, Severus Piton, i genitori di Harry e di Neville (prima della loro morte), e capeggiato da Silente per combattere Voldemort e i Mangiamorte. L’Esercito di Silente, invece, viene creato dagli studenti attuali di Hogwarts, in mancanza di un adeguato insegnamento da parte della Umbridge, e capeggiato da Harry.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice – Il dramma è costituito dalla morte del padrino di Harry, Sirius Black

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Con questa pellicola dobbiamo ufficialmente dire addio alle atmosfere delle prime tre pellicole, caratterizzate da sogni e passioni infantili. È come se venissimo catapultati definitivamente nel mondo degli adulti, fatto di responsabilità e drastiche scelte da prendere. Nella saga di Harry Potter c’è sempre stato l’elemento di sfida e di lotta, ma mai dal punto di vista veramente bellicoso. Ne l’Ordine della Fenice, invece, viene presentato l’insediamento di fazioni e organizzazioni che si preparano ad una guerra reale, presumibilmente quella contro Lord Voldemort e i suoi seguaci, che vedremo nel finale dei finali.

Inoltre, nella saga la morte è sempre stata vissuta come qualcosa di distante, nonostante l’omicidio dei genitori di Harry. È vero, viene ricordata e presentata costantemente, ma per esempio, per Lily e James non è stata sofferta direttamente, non essendoci stato il tempo materiale per affezionarsi ai loro personaggi in vita. Stavolta invece la perdita investe come un fulmine a ciel sereno, con la morte di uno dei pilastri della vita di Harry, Sirius Black. Lo stesso Harry vive questa morte da un punto di vista più maturo, in un certo senso, poiché Sirius è stata una persona che, anche se per breve tempo, ha trascorso dei momenti cruciali con il ragazzo, a differenza dei suoi genitori che sono morti quando lui era ancora piccolo.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice – Helena Bonham Carter è strabiliante nella sua grottesca e geniale pazzia

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Daniel Radcliffe è la maschera della tristezza, non che sia mai stato particolarmente felice, esibendosi in minime espressioni emotive e, talvolta, imperturbabili. Fortemente d’impatto è, invece, l’interpretazione di Helena Bonham Carter nei panni di Bellatrix Lestrange, che riesce a colpire profondamente con la sua geniale e grottesca pazzia, e che con la sua risata ricorda il noto villain di Batman, Joker. Nonostante il pochissimo spazio che le viene dato, Bellatrix riesce comunque ad inserirsi nel fandom di Harry Potter, diventando uno dei personaggi simbolo dell’intera saga.

Sostanzialmente, Yates dimostra che ancora ha molto su cui lavorare, soprattutto dal punto di vista dell’omogeneità della pellicola, resa piatta e noiosa dalla mancanza di una sceneggiatura solida e compatta, che si risolleva solo negli ultimi 20 minuti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.4