The Orville: recensione della serie sci-fi di Seth MacFarlane

The Orville di Seth MacFarlane è una serie sci-fi che incontra la sitcom, ma il risultato poteva essere migliore. Ecco la nostra recensione

Tutti i fan di Star Trek darebbero qualunque cosa per partecipare alle missioni spaziali dell’Enterprise, con il comandante Picard di Patrick Stewart o il Kirk di William Shatner. Seth MacFarlane è sempre stato un Trekkie, ma con una passione decisamente fruttuosa per la comicità. Ha creato I Griffin e American Dad, ma anche Cosmos: serie scientifica nella quale l’astrofisico Neil deGrasse Tyson spiega, come solo lui sa fare, i misteri dell’Universo. Insomma, MacFarlane è un comico con una certa vena nerd e ciò non poteva che portare alla realizzazione di The Orville.

La serie rappresenta esattamente il connubio di ciò che è MacFarlane, delle sue passioni e della sua volontà di innovare nella ripetizione. Con I Griffin ha preso in mano il modello Simpson, rendendolo ancora più irriverente e non-sense. Con The Orville prende Star Trek e riempie la plancia della nave di personaggi assurdi, spesso macchiette, ma sempre e comunque comici. Lui stesso veste i panni del protagonista, il comandante Ed Mercer.

The Orville: cast e guest star della serie Fox

Mercer si trova per la prima volta al comando di una nave spaziale, ma il suo Primo Ufficiale è la sua ex moglie fedifraga (Adrianne Palicki). Accanto a loro c’è il miglior pilota della galassia, con seri problemi di concentrazione e sobrietà (Scott Grimes), il medico di bordo (Penny Johnson Jerald), l’alieno Bortus (Peter Macon) la cui razza è popolata solo da individui di sesso maschile, Alara Kitan (Halston Sage), l’ufficiale alla sicurezza con poca esperienza, il navigatore di bordo (J. Lee) che vuole solo avere il permesso di bere la sua soda mentre guida e Isaac (Mark Jackson), una forma di vita artificiale razzista che crede che le forme di vita biologiche siano inferiori.

The Orville Cinematographe

Seth MacFarlane realizza il suo sogno: essere il comandante di una nave spaziale. In fondo, con il successo che ha raggiunto nella Fox grazie proprio a I Griffin e American Dad, il network gli era decisamente debitore. The Orville, infatti, è un progetto televisivo dispendioso, con un uso ovviamente esteso della tecnologia CGI e la partecipazione come guest-star di personalità decisamente di spicco del mondo del cinema e del piccolo schermo: Norm MacDonald (comico canadese che ha partecipato, tra le altre cose, al Saturday Night Live) che interpreta un blob, Victor Garber (Sicario), Jeffrey Tambor (Transparent), Holland Taylor (Due uomini e mezzo), Robert Knepper (Twin Peaks), Liam Neeson (Silence), Charlize Theron (Atomica Bionda) e Rob Lowe (Parks and Recreation).

The Orville: la serie di Seth MacFarlane non spicca il volo

Nonostante tutti i buoni propositi e l’eccezionale idea di partenza (una serie tv sci-fi che incontra una sitcom da un’ora) il risultato finale è, purtroppo, mediocre. The Orville non è un prodotto pessimo e inguardabile, ma non è nemmeno talmente buono da lasciare lo spettatore pienamente soddisfatto. Il lato visuale è buono, certo, ma non aggiunge nulla a ciò che già conoscevamo. I colori e le ambientazioni sono un pressante tentativo di emulare le caratteristiche principali delle serie Star Trek. I colori primari sono ancora associati al nero per le tute, gli ambienti sono ancora asettici (in fondo sembra non esserci altro modo per farci capire che ci troviamo su un’astronave nel futuro). Una bella citazione, direte voi. Certo, ma in The Orville l’impressione è quella di avere a che fare con la riesumazione di qualcosa che, in fondo, non funziona più così bene. È talmente simile all’originale da far sembrare Star Trek: Discovery qualcosa di completamente alieno.

Quello che dovrebbe essere il punto forte dei prodotti di MacFarlane, il suo punzecchiante e furbissimo senso dell’umorismo, in The Orville non si sente. La scrittura è piatta e poco interessante, tanto che i dialoghi tra i personaggi assumono un’aurea di assurdo non-sense e non è quel gradevole non-sense di I Griffin. Ha solo molto poco senso. I rapporti tra i protagonisti sono inefficaci e la recitazione procede a fatica.

The Orville Cinematographe

È sempre un peccato assistere agli scivoloni degli autori che ritenevamo infallibili. In fondo, MacFarlane – che piacesse o no – è stato una rivelazione della televisione moderna. Persino i suoi film (Ted e Un milione di modi per morire nel West) hanno avuto successo. Quello di The Orville, ovviamente, non è un completo fallimento: probabilmente piacerà ai fan del genere sci-fi e qualche risata riuscirà a strapparla sempre (anche perché è stato rinnovato per una seconda stagione), ma – se non cambierà nulla nella sua costruzione – rimarrà condannato a non essere niente di speciale.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.6

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