Sicario: il significato del thriller di Denis Villeneuve

Presentato nel 2015 al Festival di Cannes, Sicario rappresenta una delle opere più significative provenienti dal genio visionario di Denis Villeneuve.

La parola Sicario in origine indicava gli zeloti di Gerusalemme, assassini dediti a difendere la loro terra dall’invasione dei romani.

In Messico, Sicario significa killer.

Queste le parole con cui si apre il thriller del 2015 per la regia pressoché infallibile di Denis Villeneuve (fra le cui opere mirabili ricordiamo anche Enemy, Prisoners e Blade Runner 2049), il primo di una trilogia di film (gli altri sono Hell or High Water e Wind River) sceneggiati da Taylor Sheridan e incentrati sulla moderna frontiera americana. A breve, verrà distribuito un sequel di Sicario, per la regia dell’italiano Stefano Sollima, il cui nome è Soldado.

La citazione dell’inizio del film di Villeneuve introduce lo spettatore all’ambivalenza del titolo, indicante una persona che uccide ma che – a seconda dell’accezione del sostantivo – lo fa in nome della propria salvezza e di quella del suo popolo.

Sicario Cinematographe

Sicario  (QUI la nostra recensione) racconta la posizione scomoda e oltremodo faticosa occupata da Kate Macer (Emily Blunt in una delle sue migliori prove), una giovane agente dell’FBI facente parte della squadra anti-sequestri. Durante un’irruzione in un casolare di Phoenix, Arizona, in cui ci si aspettava di trovare degli ostaggi da liberare, Kate e i suoi colleghi trovano davanti a sé ben altro scenario: numerosi cadaveri incastonati nelle doppie pareti della struttura e mine disseminate ovunque. Dopo aver perso due uomini, viene così convocata da un comitato della CIA composto da persone di non chiarita provenienza professionale che invita la ragazza a prendere parte a una missione in Messico tesa ad arrivare al capo assoluto del cartello messicano, responsabile – fra gli altri crimini – anche della strage del casolare.

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Inizialmente titubante, e incerta sulla natura della spedizione di cui dovrà fare parte, Kate decide di accettare spinta dal suo ideale di giustizia, trovandosi coinvolta in un affare più grande di lei, in cui il tanto affezionato concetto di protocollo deve forzatamente essere rimosso dal suo modus operandi, se vuole rendersi utile e soprattutto salvarsi la vita.

A capo dell’operazione, il sibillino e cinico Matt (Josh Brolin) che impone a Kate la presenza del misterioso Alejandro (uno straordinario e magnetico Benicio del Toro), un sedicente “consulente esterno” che dovrebbe aiutare la squadra a imboccare il binario giusto per risalire all’obiettivo. Un uomo silenzioso, che inizialmente risponde alle pressanti e legittime domande di Kate con frasi laconiche tipo “mi chiedi com’è fatto un orologio, per ora limitati a chiedermi l’ora”. Appare così fin da subito chiaro a Kate di trovarsi alle prese con un lavoro del quale le spetta sapere il meno possibile.

Sicario: il significato in un dilemma esistenziale fra giustizia e controllo

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Sicario vede la protagonista coinvolta in una missione ricca di insidie, tutte tese a inficiare il suo senso di giustizia e legittimità, in un mondo – quello del narcotraffico – che si può solo controllare e non sventare. Il personaggio di Alejandro si rivela un ex pubblico ministero al quale sono state uccise la moglie e la figlia, e per questo è divenuto un mercenario che accetta denaro da chiunque, purché lo conduca da chi gli ha tolto tutto per vendicarsi. La distinzione fra buoni e i cattivi, tanto cara e utile a Kate fino a quel punto della sua carriera, diviene così gradualmente più flebile, e la giovane donna dovrà scendere a compromessi con il suo codice morale e accettare una realtà alla quale mai avrebbe pensato di cedere.

La missione della CIA, che necessità della presenza di almeno un membro dell’FBI per poter agire all’interno degli Stati Uniti, mostra a Kate l’altra faccia della sua professione, quella in cui un agente come lei può trovarsi ad essere solo una mera pedina nelle mani di un sistema più grande fatto di corruzione e in qualche modo rassegnazione di fronte all’impossibilità di sradicare completamente il male.

Bando all’idealismo, duro a morire per la volitiva e caparbia Kate, l’agente segue comunque fino in fondo l’operazione, alla ricerca della verità, finendo all’interno di un pericoloso e segreto tunnel di collegamento fra Messico e Stati Uniti, necessario al passaggio della droga lontano dai controlli di frontiera, nel quale la squadra intende sollevare con la sua irruzione il polverone necessario a stanare il leader del cartello.

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Ma la giustizia ha tutt’altro sapore a Juarez e le reazioni di Kate obbligano Alejandro a rivelare violentemente le sue effettive intenzioni in faccia alla spaurita ragazza, che sul finale del film si trova costretta a firmare un foglio in cui dichiara di aver agito secondo il protocollo. Un’onta insopportabile per Kate, che la donna accetta solo per non perdere la vita, o forse anche perché costretta ad aprire gli occhi sulla necessità di accettare il male minore e rinunciare al trionfo assoluto di quello che ha da sempre identificato come il bene.

Sicario: un finale amaro che conferma l’inevitabilità del rassegnarsi a convivere col male

Le ultime sequenze di di Sicario vedono Alejandro allontanarsi dall’appartamento di Kate, mentre la ragazza si affaccia al balcone per puntargli l’arma al collo, nell’ultimo disperato tentativo di far valere i principi della donna e dell’agente che era. Ma quando l’uomo si volta a guardarla con uno sguardo misto fra malinconia e rassegnazione, Kate capisce. Non esiste più una guerra da vincere e l’uomo non merita di morire più di quanto lo abbiano meritato sua moglie o sua figlia.

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La telecamera si sposta infine su un campo in cui si sta svolgendo una partita di calcio fra bambini, uno dei quali è il figlio del poliziotto corrotto di cui Alejandro si è servito per arrivare alla testa del suo più acerrimo nemico e leader del cartello messicano. I ragazzini giocano spensierati, fino a quando non vengono interrotti dal rumore di spari in lontananza. È solo una breve pausa, il fischio dell’arbitro impone di ricominciare subito a giocare, a voler indicare una normalità umanamente inaccettabile ma ormai parte della quotidianità della gente del luogo, divenuta quasi indifferente.

Il significato di Sicario vede nell’inesistenza di un’opposizione assoluta fra bene e male il suo messaggio principale. Trasmettendolo attraverso gli occhi di una donna che avrebbe voluto dedicare la propria vita a un’ideale destinato a sfumare, insieme a ogni rosea aspettativa sul futuro della società in cui vive.