Mimì – Il principe delle tenebre: recensione del film di Brando De Sica

Brando De Sica guarda a Browning, Lynch, Herzog, Wong Kar-wai e Burton, raccontando un principe delle tenebre incredibilmente disperato, cupo, sanguinoso e ferocemente amabile, che riflette sulla condizione del reietto, del freak e del diverso nella società moderna. Una favola oscura e brutale da non perdere

Dopo aver diretto tre ottimi cortometraggi – su tutti, Aria – e due “lungometraggi compilation” in compagnia del padre Christian, Amici come prima e Sono solo fantasmi, Brando De Sica esordisce alla regia in solitaria con Mimì – Il principe delle tenebre, interpretato tra gli altri da Domenico Cuomo, Sara Ciocca e Mimmo Borrelli.
Presentato in anteprima al Sitges – Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna e al Locarno Film Festival 2023, Mimì – Il principe delle tenebre, è in uscita nelle sale cinematografiche nostrane a partire dal 16 novembre 2023, distribuzione a cura di Luce Cinecittà.

Laddove moltissimi autori di cinema recente e non, hanno tentato di esplorare una forma d’orrore tipicamente italiana, senza tuttavia riuscirci, un po’ per scarso interesse nei confronti della materia trattata e un po’ a causa di uno sguardo fin troppo convenzionale, ordinario e mal riuscito, pur sempre filtrato da cliché e stilemi di una narrazione evidentemente statunitense, dunque molto poco aderente al contesto d’appartenenza, Brando De Sica, rileggendo, almeno apparentemente, fiabe nordiche, universo narrativo Burtoniano e Lynchiano e un certo segmento letterario di Stephen King, il tutto accompagnato da ambiziosi e sorprendenti echi Stokeriani ed Herzoghiani, fa centro.

Ancor più sorprendente del film stesso, però, risulta la possibilità che in Italia ancora oggi esistano narrazioni, sguardi, voci e corpi, capaci di dar vita – poiché è sempre bene ricordarlo, l’horror è stato nostro e in qualche modo sempre lo sarà – ad una cinematografia di genere, non soltanto matura e coraggiosa, ma anche divertita e divertente, oltreché spaventosa e scioccante – era ora! – consapevole cioè del suo ruolo fortemente dialogante con il pubblico, che da tempo attendeva un prodotto come questo, dall’impronta autoriale immediatamente riconoscibile e dalla personalità inevitabilmente incisiva e fin da ora memorabile, nel quale riconoscersi, restandone terrorizzati ed infine commossi.

Mostri e Principi – L’horror di Brando De Sica riflette l’oscurità del nostro quotidiano

Mimì – Il principe delle tenebre di Brando De Sica

È bene dirlo, Mimì – Il principe delle tenebre non è un horror classico, non nella sua concezione tradizionale, piuttosto il risultato di una tanto anomala, quanto fortunata contaminazione tra i generi, che nasce nel dramma, mutando ben presto in racconto criminale o più direttamente mafioso, sconfinando poi nel fantasy e nell’horror di matrice fieramente gotica e dark, capace di riflettere con inaspettato realismo, perversioni e brutalità di un quotidiano che siamo soliti osservare e immediatamente allontanare, rifiutando in qualche modo l’esistenza.

Eppure i mostri, che lo si voglia, oppure no, vivono tra noi, confondendosi e celandosi nell’oscurità, o altrimenti esibendosi, incuranti della giustizia e del pericolo, proprio come Bastianello (Giuseppe Brunetti), che di mostri – e volti – noti ne riflette parecchi, in qualche modo perfino deridendoli nella sua incarnazione grottesca e mutevole.

Tra i mostri però si nasconde perfino qualche angelo, o presunto tale, che a cavallo tra bene e male, agisce in nome dell’amore, coincidendo molto spesso con la figura del reietto, del diverso, di colui che non può vivere la propria identità alla luce del sole, trovandosi camuffato nei panni di qualcuno o qualcosa che molto poco rappresenta il suo vero essere.
Mimì (uno straordinario Domenico Cuomo, fin da ora tra le prove attoriali più interessanti, coraggiose e riuscite del nostro cinema ultimo) infatti, come recita il titolo del film, non è un angelo, piuttosto un principe, che sia delle tenebre, oppure di una luce differente non importa, ciò che importa è che attraverso il suo racconto, riviviamo e ritroviamo una versione puramente nostrana e curiosamente Burtoniana del John Merrick di The Elephant Man, capolavoro senza tempo di David Lynch, anch’esso riflessione drammatica e dolorosa sulla condizione del freak e del diverso, osservato e fagocitato da una società sempre più crudele e spietata.

Mimì – Il principe delle tenebre: valutazione e conclusione

Se in un primo momento, De Sica, Irene Pollini Giolai e Ugo Chiti, i tre autori di questo piccolo gioiello che è Mimì – Il principe delle tenebre, sembrino guardare esclusivamente, o quasi, al riferimento orrorifico scaturito dal mito di Dracula e dalla passione che la giovane e tormentata Carmilla (Sara Ciocca) nutre nei confronti di quest’ultimo, esplorando il vampirismo attraverso un’inquietante e al tempo stesso buffa setta satanica, un po’ grunge e un po’ heavy metal, nascosta tra cimiteri e fatiscenti palazzi abbandonati, è solo in un secondo momento, con la crescita del personaggio di Mimì che il film si fa via via più emotivo, profondamente metaforico e realmente riuscito.

È di aiuto in questo senso la deriva cinefila e saggiamente citazionista che permette a Mimì – Il principe delle tenebre di muoversi tra più registri, trovando incessantemente nuova linfa, forte di sguardi a Herzog, Browning, Burton, Alfredson, Wong Kar-wai e molti altri, che De Sica rilegge, aggiornandoli all’oggi e calandoli in un contesto che inizialmente appare tipicamente napoletano, per poi mutare in seguito in un sanguinoso e disperato on the road fatto di veri e propri non-luoghi, tra scenari urbani e di campagna.

Il film non fa sconti a nessuno, è disperato, respingente eppure amabile e ci dimostra, senza alcun margine d’errore, che Brando De Sica è un nuovo e interessante autore cui guardare, nella speranza di una rinascita e di un ritorno a quel cinema di paura che siamo stati grandi a modellare e consegnare al mondo, finendo poi per perderlo.

Da tempo aspettavamo di raggiungere la sala cinematografica consegnandoci nelle mani di un autore nostrano, capace di condurci così lontani e di mostrarci quanto una favola oscura come Mimì – Il principe delle tenebre possa commuovere, pur essendo definitivamente cupa, brutale, sanguinosa e gustosamente pulp e pop. Quel tempo è arrivato.
Mimì – Il principe delle tenebre è al cinema a partire da giovedì 16 novembre, distribuzione a cura di Luce Cinecittà.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.6