La vita bugiarda degli adulti: recensione della serie TV Netflix

La vita bugiarda degli adulti, su Netflix dal 4 gennaio 2022, è una serie coraggiosa e matura, sull’adolescenza, l’esplorazione dell’intimità e la conoscenza degli adulti.

Il senso profondo di La vita bugiarda degli adulti, l’ottima serie TV Netflix tratta da romanzo omonimo di Elena Ferrante, cui dobbiamo il successo planetario di L’amica Geniale, distribuita oltreoceano dalla HBO, si potrebbe facilmente evincere da queste parole: “Quando sei piccola, ogni cosa ti sembra grande. Quando sei grande ogni cosa ti sembra piccola“.

Tutto torna, dalla Napoli colorata, eppure grigissima, popolare, conflittuale e variegata, al racconto giovanile, caratterizzato da un’analisi psicologica accuratissima e da un’esplorazione della sessualità femminile estremamente attenta, coraggiosa e realista, che nonostante ricerchi sempre un contatto diretto con il vissuto e il quotidiano di ciascun spettatore o spettatrice facendosi esplicita, non diviene mai scabrosa o fine a sé stessa.
Seppur il contesto storico e politico non appartenga affatto al nucleo della narrazione letteraria di Elena Ferrante, il duo di sceneggiatori Francesco Piccolo e Laura Paolucci, poggiandosi sull’abile e visionaria regia di Edoardo De Angelis studiano a fondo le caratteristiche umane e di luogo di una Napoli anni ’90 estremamente divisa – e divisiva – tanto in termini di classe sociale, quanto di interessi e vocazioni umane.

C’è chi per esempio rincorre la via della politica e chi invece quella della religione, fino alla rincorsa della miseria come status di comfort capace di garantire incrollabili certezze e solide (quanto spietate) moralità, fino all’adorazione della figura dell’intellettuale, colui che si nasconde e vive tra romanzi e idilliache seppur nient’affatto realtà.

La vita bugiarda degli adulti e la magnifica interpretazione di Giordana Marengo

La vita bugiarda degli adulti - Cinematographe.it

È in questo contesto spazio-temporale che cresce Giovanna, interpretata da un’efficacissima Giordana Marengo, che esordisce sul piccolo e grande schermo nei panni di un’adolescente come tante altre e allo stesso tempo estremamente differente. Ciò che sta attorno a Giovanna infatti non è innocenza o perfezione, piuttosto un’umanità imperfetta, corrotta e dalla moralità probabilmente ambigua, costruita sulle menzogne e tutte quelle verità celate, anche se evidentissime, che se raccontate sarebbe capaci di far crollare un intero castello nel corso di pochi attimi.

Basti pensare a Nella e Andrea, interpretati rispettivamente da una Pina Turco dolcissima e struggente, e da un Alessandro Preziosi temibile, rude e meschino, seppur affascinante. Nella e Andrea sono i genitori di Giovanna, coloro che vorrebbero apparire perfetti e che un giorno sussurrando nell’intimità sembrano improvvisamente dare inizio ad un gioco al massacro familiare scaturito da un’affermazione del padre, a proposito di un’improvvisa somiglianza tra Giovanna e quella zia dimenticata ed eternamente rimossa, non soltanto da tutte le fotografie, ma anche dalla memoria collettiva della famiglia di Giovanna, la temuta e insopportabilmente acida Zia Vittoria.

La vita bugiarda degli adulti ha inizio proprio da qui, da un’improvvisa consapevolezza adolescenziale capace di condurre a turbamenti, preoccupazioni, ansie e delusioni nient’affatto motivate, da parte di una giovane donna che pur avendo rincorso un’ideale di trasgressione nel corso degli anni, ha sempre cercato di rispettare e amare i genitori, incondizionatamente e ingenuamente.

Ecco dunque il nascere di alcune domande inevitabilmente destabilizzanti per la quotidianità fino a quel momento ordinaria e serena dell’adolescenza di Giovanna: Perché i suoi genitori la definiscono brutta soltanto adesso? Che cos’è accaduto con la Zia Vittoria di tanto grave da poterla a malapena nominare tra le mura domestiche altolocate e intellettualmente comiche (e menzognere) di Rione Alto?
Le stesse domande che condurranno in tempi molto brevi Giovanna verso un cammino sfrontato, pericoloso ma necessario, destinato ad una profonda conoscenza di sé, del suo passato e ancor più del suo presente. Ecco infatti che osservando per la prima volta quelle due persone che ha sempre chiamato mamma e papà, ne scopre improvvisamente luci ed ombre, capaci di renderla consapevole una volta per tutte della sua natura e identità, rispetto a loro e a sé stessa.

Un prodotto coraggioso e maturo, sull’adolescenza , l’esplorazione dell’intimità e la conoscenza degli adulti

Giunti alla conclusione della serie, la si può definire soltanto in un modo, ossia come un prodotto seriale interessantissimo e dalla fortissima ricerca stilistica, durante la quale si ha la sensazione netta e definitiva della volontà da parte di Netflix, di esplorare interamente e senza pudore alcuno un personaggio femminile giovane, dunque colmo di conflitto e necessità di scoperta, perciò spigoloso, freddo e anche sgradevole, cancellando completamente quella mancanza di coraggio tipica dei palinsesti televisivi generalisti, capaci di tirarsi indietro di fronte alla bellezza e importanza di quelli che sono gli aspetti più carnali, profondi e in qualche modo radicali dell’animo femminile catturato nel momento della crescita.

La vita bugiarda degli adulti appare dunque come un racconto molto classico di coming of age, contaminato dagli stilemi dell’universo cinematografico surreale, onirico, fortemente femminile e dolce, seppur nerissimo di Edoardo De Angelis, il regista reclutato da Netflix e da Domenico Procacci (gia produttore della riduzione seriale de L’amica geniale) per dare vita alle pagine già così incredibilmente colorate, umane, forti di un gusto unico in quanto ricercato, popolare e purissimo poiché alla ricerca evidente e costante di un realismo quotidiano tale da rispecchiare il vissuto di ogni lettore e lettrice (nonostante non appartengano a quel contesto geografico) perciò desiderose di generare ancora una volta vita e movimento su schermo, oltreché nell’immaginazione prodotta dal contenuto delle pagine.

La scrittura della serie – L’importanza del contesto sociale e politico

La vita bugiarda degli adulti - Cinematographe.it

È interessante dunque osservare il lavoro di scrittura (e poi di regia firmata da De Angelis) compiuto da Francesco Piccolo e Laura Paolucci rispetto alla ricostruzione del contesto sociale e politico quasi del tutto assente dalle vicende di primo piano del romanzo della Ferrante, ma inevitabilmente presente in quello che è il livello sotterraneo della narrazione. Sorprendentemente i due sceneggiatori della serie prendono quel dialogo sotterraneo e lo mettono in evidenza, ergendolo ad elemento onnipresente e capace di incasellare quasi immediatamente (e ironicamente) individui e accadimenti all’interno della rispettiva fascia politica. Un elemento la politica che esplode nel corso di un episodio, raccontando la portata simbolica e drammatica di una serata dedicata alla celebrazione del comunismo, che diviene in definitiva qualcosa di estremamente diverso, che ha a che fare con il significato profondo dell’amore, della famiglia unita e dell’amicizia violata.

Ecco dunque tornare l’umorismo schietto, nero e per certi versi goffamente intellettuale (prendendo quasi sempre di mira una borghesia di sinistra gigiona e tronfia poiché immersa tra letteratura, musica e massime verità) tipica di quel cinema italiano anni ’90 (e primi 2000) firmato – tra i molti – da autori quali Sergio Castellitto, Paolo Virzì, Francesco Bruni e Marco Tullio Giordana (in questo caso si tratta di una critica non più umoristica ma amara e a modo suo cinicamente ironica). Ecco dunque l’unione apparentemente complessa e bizzarra tra due sceneggiatori particolarmente interessati al realismo e al contesto sociale e politico come lo sono Piccolo e Paolucci e un cineasta invece molto più legato ad un immaginario surreale, per certi versi fantasy e visionario come lo è da sempre quello di Edoardo De Angelis.

La regia surreale e da favola nera di Edoardo De Angelis in La vita bugiarda degli adulti

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Basti pensare a titoli di De Angelis come Mozzarella Stories, piuttosto che Indivisibili e Il vizio della speranza, all’interno dei quali è fortissima non solo la componente femminile ma anche e soprattutto la volontà da parte di quest’ultima crescere, trovando la propria strada e identità nel mondo o in altri casi la forza per fuggire rispetto a contesti e quotidianità tossiche, maligne e violente. Come d’altronde è violenta e tossica (seppur in modo estremamente differente) la quotidianità di Giovanna (una Winona Rider ancor più ombrosa e minacciosa) che ritrovandosi improvvisamente destabilizzata da una confessione inaspettata e maligna sussurrata dai genitori, si ritrova catapultata in un mondo di menzogne, non detti, sguardi e scomode verità capaci di gettare ombre profonde laddove c’era sempre stata luce.

Quella de La vita bugiarda degli adulti appare in tutto e per tutto una narrazione da favola nera, il cui nucleo centrale è il rapporto tra le donne: Giovanna, la folle e tormentata Zia Vittoria (una Valeria Golino mai così in parte), Nella (Pina Turco), la madre di Giovanna, e Costanza (Raffaella Rea) che dialogando tra loro per la primissima volta, scoprono probabilmente di non aver affatto bisogno degli uomini nella loro vita, anzi, di essere state affossate proprio dalla loro presenza, intraprendendo un decisivo, radicale e doloroso percorso di scoperta e rinascita capace di dar loro una nuova vita e identità.

Se sul fronte della sceneggiatura Piccolo e Paolucci sembrano indagare le menzogne del matrimonio attenendosi ad una realtà assolutamente quotidiana e attuale, perciò amaramente realista, fatta di sguardi, gesti inequivocabili costantemente celati e parole non pronunciate ma in qualche modo inevitabilmente confessate e gridate (richiamando quel filone Mucciniano ormai cult de L’ultimo Bacio, seppur calato profondamente nel contesto napoletano), sul fronte della regia Edoardo De Angelis insegue invece il modello che da sempre gli appartiene, quello della favola onirica, surreale, magica e sospesa.

Il parto di una nuova creatura – Incontrarsi nella magia

La vita bugiarda degli adulti - Cinematographe.it

Così come si ritrovano sospese (metaforicamente e non) Giovanna e la Zia Vittoria in una scena estremamente memorabile e luminosissima di ballo, su di una terrazza squallida immersa nel grigiore del quartiere industriale nel quale Giovanna ha sempre vissuto che le note malinconiche e vitali di Non, je ne regrette rien di Edith Piaf fanno improvvisamente brillare, ponendo lo spettatore dinanzi alla genesi di una nuova creatura o meglio di un incontro tra due donne – legate con il sangue, ma fino a quel momento estranee tra loro – forte e devastante a tal punto da produrre una nuova femminilità, identità e consapevolezza. Un sodalizio magico e surreale che De Angelis rende grande, grandissimo cinema, o meglio, serialità, alzando sempre più l’asticella della qualità autoriale delle produzioni Netflix.

Ciò che in definitiva questa serie vuole raccontare è proprio la mutazione profonda e totale di un’adolescente come Giovanna, che seppur fredda e cinica, si ritrova fin troppo presto catapultata in una realtà adulta fatta di menzogne, tradimenti e malesseri capaci di dare vita ad una nuova creatura, generata dall’affronto sfacciato del sesso come esperienza necessaria e di crescita. Quell’esperienza che rende Giovanna finalmente pronta al mondo in ogni sua sfaccettatura e forse anche all’allontanamento rispetto alla quotidianità tossica che fino a quel momento l’ha fatta prigioniera.

È una grande serie quella firmata da De Angelis, Piccolo e Paolucci, ma come tutte le grandi serie è matura, dolorosa, riflessiva e potente, tanto da correre il rischio di allontanare quell’importante fetta di pubblico alla ricerca della risata, della leggerezza e della banalità. Qui nulla è banale, ma non è detto che non si giunga alla risata, certo… pur sempre amara, ma è comunque una risata.
In uscita su Netflix a partire dal 4 gennaio.

Zia perché mi hai detto una bugia?
… Perché era bella

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4

Tags: Netflix