IT: Capitolo Due – recensione del film di Andy Muschietti

La recensione di IT: Capitolo Due, film conclusivo della mini-saga di Andy Muschietti iniziata nel 2017 basata sul best seller di Stephen King. Il Club dei perdenti torna 27 anni dopo gli eventi raccontati in IT (2017) con un cast eccezionale.

C’è un legame tutto speciale tra Stephen King e il cinema. Il gusto pop, la sua filosofia – così chiara – sul genere horror trova la sua massima espressione in IT, best seller del 1986. Il gran successo in libreria ha avuto un riscontro altalenante al cinema, così che il suo lavoro più famoso ha dovuto aspettare 31 anni prima di avere una trasposizione in grande stile. IT è un volume importante, ricco di riferimenti alla cultura di genere e non solo: Andy Muschietti riesce a carpirne lo spirito e a inglobarlo in due capitoli ambiziosi, per durata, cast e qualità tecnica. IT: Capitolo Due arriva al cinema, con l’ottima premessa del primo film del 2017, a partire dal 5 settembre.

IT – Capitolo 2: Stephen King ha un cameo nel film?

IT: Capitolo Due – 27 anni dopo

IT: Capitolo Due, Jessica Chastain, Cinematographe.it

Se nel romanzo le due linee temporali (quella trattata nel film del 2017 e quella di cui si parla in questo film) si alternano, Muschietti sceglie di tornare a Derry 27 anni dopo, mostrando prevalentemente i Perdenti da adulti.

IT: Capitolo 2 – l’analisi del trailer finale

Anticipato da una grande campagna di comunicazione, lanciata il 9 maggio con un trailer in cui compare l’unica donna del gruppo, Bev, (Jessica Chastain) alle prese con una vecchia signora decisamente inquietante, IT: Capitolo Due ha il merito di mettere insieme un cast di attori tutti di prim’ordine. Uno dei punti di forza del film, infatti, è la conferma dell’attenzione che Muschietti e tutta la produzione riserva alla scelta degli attori.

Così come è stato l’ottimo lavoro del 2017, altrettanto efficace è la scelta del 2019. Come è ormai noto a chiunque si stia preparando a questo secondo capitolo, il gruppo di attori è composto – oltre che dalla Chastain – da James McAvoy (Bill “Tartaglia”), Bill Hader (Richie), Isaiah Mustafa (Mike), Jay Ryan (Ben), James Ransone (Eddie) e Andy Bean (Stan). La somiglianza tra gli attori che interpretano i Perdenti da piccoli e quelli che li impersonano da adulti è particolarmente indovinata, e il risultato restituisce tutta la cura e lo sforzo della produzione.

IT: Capitolo Due e la chiusura del cerchio

IT: Capitolo 2 pennywise cinematographe.it

IT è una delle più grandi metafore della paura mai concepite dall’Uomo. Con il suo fare ingenuo, da autentico e pragmatico artefice del genere, King consacra il terrore, che ha fatto la sua fortuna. Inoltre, lo scrittore – e il film, di conseguenza – celebra la potenza dell’infanzia nel generare e sconfiggere mostri. Anche se cresciuti, infatti, i Perdenti non hanno perso la loro energia, che già li aveva portati a sconfiggere IT negli anni Ottanta (o negli anni Cinquanta, se ci si rifà alla versione originale). Il messaggio è facilmente visibile tra le righe: i loro conflitti non sono mai stati risolti, anzi, sedimentati nelle coscienze e nei ricordi fermentano sotto forma di traumi, esplodendo con un impatto devastante sui loro corpi adulti. Così il più fragile del gruppo, Stan, non appena il nome di Pennywise tornerà a ossessionarlo, cederà, ponendo fine alla sua vita.

Bill, Bev, Mike, Ben, Richie e Eddie – non senza qualche difficoltà – riusciranno a guardare in faccia il proprio mostro (e tutti i volti che la fantasia umana è in grado di trovargli) e a trovare il modo per neutralizzarlo, una volta per tutte.

IT: Capitolo Due – la scrittura del film

IT: Capitolo 2 cinematographe.it

Al di là della trama e dei relativi colpi di scena, su cui sicuramente non si concentra la scrittura (anche perché il popolo di lettori del romanzo è piuttosto nutrito e attento), IT: Capitolo 2 conferma ciò che il pubblico si aspetta.

Così come avviene in IT del 2017, infatti, anche questo lavoro è un concentrato di jump scares che si susseguono senza lasciare allo spettatore la possibilità di riprendere fiato. Un elemento di novità rispetto al primo, invece, è l’incremento del tono comedy delle scene di stacco tra un’incursione di Pennywise e l’altra: anzi, gli sceneggiatori Roy Lee, Dan Lin e Barbara Muschietti si destreggiano in battute molto ben riuscite, sfruttando al massimo il personaggio di Richie e la verve dell’attore che lo interpreta, l’eccellente comico americano Bill Hader. Un espediente che aiuta il pubblico a tenere alta l’attenzione e la concentrazione nonostante la lunga durata del film, insolita per il cinema di genere, di 2 ore e 49 minuti.

IT: Capitolo Due, un horror barocco

IT: Capitolo 2 cinematographe.it

La durata, il cast e il confronto con uno dei romanzi più famosi e apprezzati della letteratura horror sono tutti segnali di una grande ambizione di Muschietti e – in generale – della New Line Cinema, che ha prodotto il film. Rispetto alla miniserie degli anni Ottanta, infatti, Muschietti può contare su un avanzamento tecnico notevole, in grado di restituire tutto il potenziale terrificante del personaggio-concetto di Pennywise. La personificazione della Paura, infatti, si declina tante volte quante sono le mille sfaccettature psicologiche di ogni personaggio, andando a stimolare ogni possibile fobia concepibile dall’essere umano.

L’estetica che Muschietti sceglie per questa sua rappresentazione prosegue sulla strada già inaugurata nel primo capitolo, ma elevata all’ennesima potenza. IT: Capitolo Due è un bombardamento horror che spesso e volentieri tira così tanto la corda da diventare kitsch. La scena dell’anziana signora e di Bev – già citata a proposito del trailer – è un esempio lampante di quanto l’estetica di Muschietti rischi di calcare così tanto la mano da far sorridere con un ghigno di imbarazzo lo spettatore.

IT: Capitolo Due, un film che fa paura

IT: Capitolo 2 cinematographe.it

Anche se per certi versi è anche più fedele al libro del primo capitolo (poiché gioca con la doppia linea temporale), IT: Capitolo Due perde per strada parte dell’efficacia del film del 2017 – un film che ha funzionato anche perché ha sfruttato la componente modaiola del ritorno del cinema d’avventura per ragazzi degli anni Ottanta riportato in auge da Stranger Things (con cui condivide anche uno dei protagonisti, Finn Wolfhard), trasportando i fatti raccontati in avanti di circa 30 anni. In questo secondo capitolo i protagonisti si muovono negli anni Duemila, nel tentativo di avvicinare ulteriormente gli spettatori ai personaggi. Ma un messaggio universale come quello di King non ha necessità di aggiornamenti e l’immaginario horror da cui l’autore attinge per il libro perde in eleganza nel passaggio cronologico.

IT: Capitolo 2 cinematographe.it

Un film sontuoso, da innumerevoli punti di vista, che assolve egregiamente al suo compito principale, quello di far paura. La regia di Muschietti, come già nel primo capitolo, riesce a costruire una tensione che si rinnova di scena in scena senza perdere lo smalto nonostante la ripetitività del jump scare. Bill Skarsgård è un buon Pennywise, il cui compito è agevolato da un character design e da una potenza concettuale che travalica ogni onere interpretativo.

It Capitolo Due resta – al netto dei limiti estetici – una degna conclusione del capitolo del 2017 che resta, tuttavia, insuperato. Il film sarà distribuito da Warner Bros nelle sale italiane a partire dal 5 settembre.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.5

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