Dark Crystal: recensione del film-cult di Jim Henson e Frank Oz

Recensione di Dark Crystal, il film del 1982 che incantò un'intera generazione, diretto da Jim Henson e Frank Oz, ormai diventato un culto. Una fiaba gotica sul ruolo della morte e sull'unione di anima e corpo, capace di incantare intere generazioni di spettatori.

Dark Crystal (1982), diretto e ideato da Jim Henson e Frank Oz, si inserisce in quel filone di cinema d’intrattenimento in bilico tra fantascienza e fantasy che caratterizzò il secondo periodo della New Hollywood. Quello dove a seguito de I cancelli del cielo (1980) di Michael Cimino – causante il fallimento della United Artists – l’assoluta libertà garantita ai registi e alla propria visione autoriale, venne meno a fronte di un maggior controllo da parte delle major che si spinsero così verso più sereni lidi e investimenti sicuri. Dark Crystal infatti, gioca un ruolo fondamentale nel modo di fare negli anni Ottanta, quello soggetto alla rivoluzione copernicana compiuta da Star Wars Episodio IV – Una nuova speranza (1977) di George Lucas, che segnò il passaggio dal grande cinema moderno dell’epoca d’oro e del pubblico di pellicole come Cleopatra (1963) di Joseph L. Mankiewicz o Il Padrino (1973) di Francis Ford Coppola – a quello di un pubblico più pop e giovanile affamato di avventure più in linea con i propri canoni.

Dark Crystal entra a far parte di quel sottogenere di cinema d’intrattenimento per bambini e adolescenti che a partire da E.T. – L’extraterrestre (1982) di Steven Spielberg passando per La storia infinita (1984) di Wolfgang Petersen, Gremlins (1984) di Joe Dante e I goonies (1985) di Richard Donner troverà il suo picco creativo, oltre che negli sfortunati Legend (1985) di Ridley Scott e L’avventura degli Ewoks (1984) di John Korty, in quei piccoli gioielli di Ladyhawke (1985) del sopracitato Donner, e in Labyrinth Dove tutto è possibile (1986) dello stesso Henson in quello che, Muppets a parte, è certamente il suo vero capolavoro cinematografico.

Il genere poi, complice anche la crescita generazionale della propria fascia di pubblico, andò lentamente a scemare, ma trovò un ultimo sussulto creativo in Willow (1988), di Ron Howard. Da quel momento in poi questo particolare modo di fare cinema venne in parte assorbito nelle tematiche dai vari Ritorno al futuro (1985) di Robert Zemeckis, Explorers (1985) di Joe Dante e Corto Circuito (1986) di John Badham. Venne anche in parte rielaborato in chiave comedy family-friendly e troverà grande fortuna tra la fine degli Ottanta e l’inizio degli Novanta.

Dark Crystal riuscì però ad avere un successo incredibile all’epoca, incantando critica e pubblico per la capacità di delineare un ambiente narrativo così ricco e affascinante, al punto che già al tempo delle riprese si pensò a un sequel intitolato The Power of the Dark Crystal; progetto tuttavia accantonato dopo poco tempo. Tra trasposizioni letterarie poco riuscite della pellicola – da cui lo stesso Henson si dissociò immediatamente – e romanzi prequel, il franchise di Dark Crystal non riuscì mai a spiccare il volo. Questo fino al 2017, quando la Jim Henson Company diede il via a Netflix per una serie animata-prequel intitolata Dark Crystal: La resistenza (2019), di prossimo rilascio.

Dark Crystal: La Resistenza – Il teaser della serie TV Netflix

Dark Crystal: la visione di Jim Henson e il ruolo della paura nella vita di un bambino

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L’ispirazione per Dark Crystal venne a Jim Henson attraverso alcune illustrazioni spaventose di poesie di Lewis Carroll. Frank Oz, suo collaboratore all’epoca nonché pedina essenziale per dar vita a Yoda in Star Wars: Episodio V – L’impero colpisce ancora (1980) di Irvin Kershner, affermò come Henson in Dark Crystal voleva tornare alle atmosfere cupe delle fiabe dei Fratelli Grimm, perché era giusto che i bambini provassero anche un po’ di paura.

La prima bozza di soggetto venne redatta da Henson in un libricino intitolato The Crystal (senza Dark), in un mondo chiamato Mithra popolato da montagne parlanti, ibridi animali-piante e rocce mobili. In The Crystal si potevano già percepire alcuni degli elementi di trama alla base di Dark Crystal, a partire dal conflitto dicotomico tra i malvagi Reptus e i pacifici Eunaze sino al tema del viaggio, le tre razze portate in scena, il cristallo al centro della narrazione nonché base del conflitto, e la riunificazione delle due razze scisse.

The Dark Crystal: Age of Resistance, data di uscita e prime immagini della serie Netflix

Nel delineare gli Skeksi, Jim Henson pensò ai sette vizi capitali, salvo poi rielaborare il concetto visto che gli Skeksi rimasti erano dieci e non sette, anche per ovviare a un’eccessiva caratterizzazione didascalica. Vennero tuttavia disegnati nella prima bozza come pesci abissali, per poi venir ridisegnati in un misto di rettile, uccello e drago. Per i Mistici invece si penso ad animali più pacifici e legati all’ambiente terreno. Con i Gelfling la situazione fu ben diversa, essendo personaggi ben più antropomorfizzati rispetto agli scissi Skeksis e Mistici, i loro movimenti andavano resi il più specifici possibili.

Dark Crystal: la trama del film

Dark Crystal racconta – nelle modalità di una fiaba – una storia accaduta mille anni fa sul pianeta Thra una terra fertile e gioiosa finché i tre soli che ruotano intorno al pianeta si allinearono rompendo il Cristallo della Verità. Gli UrSkeks, i guardiani del Cristallo, come per il Cristallo, divisero anche le loro personalità: la loro parte buona si materializzò in creature anziane, gobbe e socievoli, i Mistici; mentre la loro parte cattiva prese la forma degli Skeksi, mostruose creature simili ad avvoltoi, che rimasero a custodia dell’ultimo pezzo rimasto del Cristallo, il Cristallo Nero/Dark Crystal che dà il titolo alla pellicola. Ogni volta che un sole si allinea gli ultimi di loro rimasti – appena dieci –  si riuniscono intorno al Cristallo per assorbire l’energia delle stelle prolungando così la propria vita. Secondo una profezia, un prescelto avrebbe il potere di “curare” il Cristallo per restituire l’ordine al pianeta prima che i tre soli si allineino nuovamente. Non sarà però né un Skeksi né tanto meno un Mistico a riportare l’ordine, bensì un Gelfling (creatura mitologica simile ad un elfo) di nome Jen cresciuto dai Mistici, ultimo della sua specie, o così lui crede.

Dark Crystal, il conflitto dicotomico tra Skeksi e Mistici, un doppio binario narrativo parallelo

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A partire dalla presentazione dei personaggi e degli ambienti – fortemente dicotomica nelle scelte cromatiche e nei toni – intuiamo l’animo degli Skeksi e dei Mistici. Una precisa scelta narrativa da parte di Henson e Oz, per far cogliere sin dalle prime battute i depositari del bene e del male, tenendo conto soprattutto che Dark Crystal era stato pensato principalmente per un pubblico di bambini.

Gli Skeksi dai corpi rigidi e deformi, dalle volontà spietate e malefiche, una razza morente in una terra morente, rimasti in dieci, prigionieri dei loro corpi e delle loro usanze. Intelligenti e malvagi, gli Skeksi hanno depredato il pianeta rendendolo arido e spento, per assorbire energia al Cristallo e far rifiorire la (propria) vita attraverso il potere del sole. I Mistici invece, creature epurate di ogni desiderio materiale, ma incapaci di agire nel mondo reale, sono esseri gentili, legati alle proprie tradizioni, una razza morente come gli Skeksi – anch’essi in dieci. Due facce di un’unica entità, Skeksi e Mistici infatti sono inconsapevolmente connessi fisicamente.

L’evento alla base della narrazione di Dark Crystal, in linea con la visione di Henson della paura, come essenziale e basilare nella vita di un bambino è un lutto; cosa che lascia intuire come, con Dark Crystal, siamo dinanzi a una fiaba dai toni e dalle tematiche certamente cupe per essere una pellicola destinata a un pubblico infantile, pre-adolescenziale. Il tema della morte (e rinascita) infatti, seppur in maniera molto edulcorata, accompagnerà lo spettatore lungo tutta la narrazione.

Per una struttura narrativa che alla base del legame biologico tra le due razze, procede secondo un doppio binario parallelo –  quello dei Skeksi e dei Mistici – imperniati rispettivamente sul Generale (interpretato da Michael Kilgarriff) e su Jen l’ultimo dei Gelfling (interpretato da Stephen Garlick e Jim Henson) ma cresciuto dai Mistici – attraverso una crescita graduale del livello del conflitto e della posta in gioco volta a delineare la costruzione dei propri ruoli narrativi. Il Generale infatti incede gradualmente da sottomesso al ruolo di Imperatore Skeksi, imponendo la propria forza e autorevolezza sui restanti nove della sua specie e cercando in tutti i modi di fermare il Gelfling; Jen invece attraverso il viaggio sottenderà al suo status di Prescelto della profezia nel ritrovamento del frammento di Cristallo, scoprendo sé stesso e le sue radici.

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Un incedere narrativo parallelo quindi, volto a sottolineare maggiormente il contrasto dicotomico tra le due razze scisse (ma al contempo connesse inconsapevolmente) – scaturenti entrambi dalla morte della figura di riferimento nelle rispettive comunità (l’Imperatore per gli Skeksi o il Maestro per i Mistici); che troverà nella risoluzione del conflitto nel terzo atto, l’intersecamento delle due linee. Un intreccio in tal senso estremamente basilare e lineare nel suo dipanarsi, ma funzionale nel mostrare l’ambiente narrativo di Dark Crystal.

MacGuffin fantastici e dove trovarli: il pianeta Thra e il frammento di cristallo in Dark Crystal

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La regia di Henson e Oz si fa grande nel mostrare e valorizzare l’ambiente narrativo di Dark Crystal e il millenario conflitto tra Skeksi e Mistici, attraverso panoramiche e campi lunghi con cui immergere lo spettatore nel pianeta Thra. Un viaggio attraverso montagne, sentieri e foreste popolate di creature curiose e affascinanti; a partire dai soldati-scarabeo degli Skeksi, passando per degli esserini simili a dei crostacei sino ai rapidi e indecifrabili esseri dal corpo da lepre, ma dalle gambe da pipistrello.

Un’ambiente fantastico, fiabesco e variopinto dal sapore un po’ gotico, quello di Dark Crystal, della messa in scena grandiosa e suggestiva resa possibile dalla fotografia di Oswald Morris che attraverso la light flex, riesce a rievocare le sopracitate e ispiratrici illustrazioni orrorifiche di Brian Froud, il quale per Dark Crystal si occuperà anche dei costumi per poi diventare collaboratore a pieno titolo dello stesso Henson per le illustrazioni sceniche del successivo Labyrinth – Dove tutto è possibile.

Ed è proprio nell’ambiente narrativo del pianeta Thra dalla morfologia variegata che si inserisce il viaggio di Jen il presunto ultimo dei Gelfling cresciuto dai Mistici, dove anche il ritrovamento del frammento di Cristallo diviene quasi un elemento fattuale nell’economia della narrazione di Dark Crystal e non già il punto focale come ci si potrebbe aspettare in apertura di pellicola – in pratica un Macguffin hitchcockiano degno della bottiglia di vino contenente il minerale d’uranio di Notorious – L’amante perduta (1946).

Dark Crystal: La resistenza – scopriamo il mondo di Thra grazie al video

Dark Crystal: “Un altro mondo, un’altra epoca, al tempo dei prodigi”

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Realizzando così una sagace e suggestiva riflessione sul ruolo della morte, della rinascita, e dell’unione di anima e corpo, Dark Crystal, si conferma ad oggi una delle pellicole d’animazione più interessanti degli anni Ottanta (e non solo). Girato infatti interamente con pupazzi animatronici e burattini, Dark Crystal è riuscito negli anni a radicarsi nell’immaginario collettivo, grazie a una narrazione semplice e dal forte impatto, permettendo così di gettare le basi per quello che sarà poi il suo diretto sequel spirituale, quel Labyrinth – Dove tutto è possibile ancora più cupo e tetro della pellicola in questione.

Ma Dark Crystal è anche, e soprattutto, la realizzazione della visione di un uomo che ha fatto dei pupazzi e delle marionette la sua vita, quel Jim Henson che ha dato vita all’universo narrativo dei Muppets e Sesame Street che ancora oggi risulta essere uno dei più grandi e poliedrici geni dell’audiovisivo al pari di Walt Disney e Stan Lee.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.5