Tutto in un’estate! – recensione del film di Louise Courvoisier
La nostra recensione di uno dei migliori titoli estivi del momento, e oltre. Un esordio al lungometraggio che svela uno sguardo leggero, ma mai superficiale, sulla perdizione, la sfrontatezza e i traumi dell’adolescenza. In sala dal 26 giugno.
Montagne del Giura, turbamenti e divertimenti di un’adolescenza certamente problematica e violata, eppure capace ancora di sorridere all’imprevedibilità della vita, alle fughe, alle violenze effimere, agli obiettivi impossibili e ai nuovi amori. Tutto in un’estate! il notevole esordio al lungometraggio di Louise Courvoisier, precedentemente autrice del corto di narrativa circense Mano a mano, passato a Cannes nel 2019, raccoglie un’eredità pesante ed estremamente varia di cinema giovane, tipicamente adolescenziale ed estivo, trovando un proprio sguardo e così un respiro di sorprendente leggerezza e, al tempo stesso, intensità.

L’esordio al lungo di Courvoisier guarda a Baker, Mathieu e Dolan
Quello di Courvoisier, infatti, è un film che riconduce qua e là tanto alle atmosfere disperate del cinema di Sean Baker quanto alla letteratura rurale, rocambolesca e ormonale di Nicolas Mathieu, autore di punta dell’ultima decade di narrativa francese. E ancora, a quel cinema libero, personale e fortemente vitale di Xavier Dolan, il cui ricordo, ad oggi, appare assai lontano.
Attraverso la parabola dell’adolescente Totone (quello di Clément Favreau è un volto cinematografico potentissimo, che ci ricorda tanto un giovane Sean Penn quanto l’Antoine Olivier Pilon lanciato da Dolan in Mommy), inizialmente sfrontato, ribelle e a caccia di divertimento senza impegno alcuno (eppure l’eccitazione sembra sempre venir meno. Starà cercando l’amore? Oppure sé stesso?), Courvoisier riflette e fotografa gli attimi imperdibili di un segmento di vita nient’affatto semplice, anzi, logorato e destabilizzante.
Totone, infatti, nei primi dieci minuti di film o poco più, si ritrova improvvisamente orfano. Di qui in avanti, un’adolescenza violata ma mai dimenticata, che va a braccetto con la spaventosa, eppure doverosa, assunzione delle proprie responsabilità: di uomo di montagna, fratello, ma soprattutto padre suo malgrado. Perché, come sappiamo, Totone non è solo: con lui vive la sorellina, spersa, dolce e di sorprendente maturità.
Tra fughe in motocross lungo strade desolate e magnifici scenari montuosi e rurali del Giura, e ancora fugaci attimi di sessualità e divertimento nelle stalle e nei letti disordinati di aziende casearie e fattorie a conduzione familiare, Totone conosce ed esplora luoghi e tempi dell’amore. Eppure il caos emotivo dell’adolescenza – che genera ben presto il desiderio di riscatto e rivalsa sulla condizione di ultimo, dimenticato e compianto dall’intera comunità – ha la meglio (la truffa del latte), minando i fragili equilibri e così i destini di questi giovani un po’ persi, un po’ goffi e abbandonati a loro stessi.
Nulla, però, passa mai realmente attraverso gli sguardi e i linguaggi del dramma sociale. Poiché, se c’è una scelta – di certo atipica, coraggiosa e raramente riscontrabile altrove, quantomeno non nel cinema più recente del medesimo filone – è proprio quella di garantire sempre un racconto di insperata leggerezza, perfino nelle cadute, perfino nell’addio.

Tutto in un’estate! – Valutazione e conclusione
Scritto a sei mani da Courvoisier in compagnia di Théo Abadie e Marcia Romano, Tutto in un’estate! pur rispettando in toto i dettami del coming of age movie, e ancor più direttamente del teen movie estivo, rintraccia con sapienza, lucidità e grande personalità una propria impronta. Distinguibile da qui in avanti e contaminata solo in parte dallo sguardo e dalla voce di altri autori, ancora una volta in sospeso tra cinema e letteratura.
Molta della sua personalità – è bene sottolinearlo – Tutto in un’estate! la deve al fatto che Courvoisier è cresciuta proprio nei luoghi che mostra e racconta, riportando dunque molto del suo vissuto, a partire da una solida conoscenza locale, che è tanto comportamentale e sociale quanto geografica, precedendo con forza e merito la finzione cinematografica. Qualcosa che ci ricorda l’esperienza ben più dolorosa, eppure ancora una volta giovanile – seppur poi in cammino lungo i percorsi tortuosi e logorati della vita adulta – de Le otto montagne di Paolo Cognetti. Autore che torna curiosamente, poiché ben ricordiamo le pagine di Una cosa piccola che sta per esplodere, più nello specifico dei due racconti intitolati Diego e Pietro.
Sull’inesperienza sessuale dell’adolescenza, affamata, divertita e desiderosa di scoperta – che belli gli incontri d’amore, fugaci e sospesi, tra Totone e Marie-Lise (Maïwene Barthelemy), lei che insegna a lui, preannunciando l’ingresso in una spirale dolce, complice e sensuale di carnalità ed esplorazione reciproca senza fine – e ancora sulla scoperta di sé stessi, al di là dello sguardo altrui e del destino apparentemente avverso.
Premiato a Cannes 2024, Tutto in un’estate! di Louise Courvoisier è il notevole, dolce e promettente esordio d’atmosfere estive e montane, che Movies Inspired distribuisce in sala a partire da giovedì 26 giugno.