L’ultima tentazione di Cristo: recensione del film di Martin Scorsese

A 30 anni dalla sua uscita, L'ultima tentazione di Cristo non perde una virgola della sua imponenza visiva ed emotiva, confermandosi una delle più acute riflessioni sul conflitto fra fede e passione e una delle più riuscite rappresentazioni della vita di Gesù

L’ultima tentazione di Cristo è un film scritto da Paul Schrader e diretto da Martin Scorsese, sulla base dell’omonimo romanzo dello scrittore greco Nikos Kazantzakis. Dopo una lunga fase di gestazione (Scorsese aveva in mente il progetto fin dalla sua adolescenza) e diversi problemi produttivi, che portarono addirittura a sospenderne la lavorazione nel 1983, a pochi giorni dall’inizio delle riprese, L’ultima tentazione di Cristo arrivò nelle sale americane il 12 agosto 1988, per poi sbarcare alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia poche settimane dopo, accolto da polemiche e durissime reazioni da parte della Chiesa cattolica, infastidita da una rappresentazione di Gesù Cristo particolarmente libera e a tratti quasi iconoclasta.

Protagonista del film è uno strabiliante Willem Dafoe, coadiuvato nel racconto della vita di un Gesù Cristo mai così umano e tormentato da un vero e proprio cast stellare, comprendente Harvey KeitelBarbara Hershey, David BowieHarry Dean Stanton e Irvin Kershner, per una volta davanti alla macchina da presa dopo aver diretto pellicole di grande successo come L’Impero colpisce ancora e Mai dire mai.
L'ultima tentazione di Cristo Cinematographe.it

Il falegname Gesù (Willem Dafoe) vive un’esistenza tormentata e incerta, in bilico fra i sogni e le visioni che gli suggeriscono di essere il figlio di Dio, mandato per salvare l’umanità dalla dannazione, e il suo desiderio di poter assaporare una vita normale, preclusa a una figura di tale importanza. Dopo essersi confrontato con Maria Maddalena (Barbara Hershey), prostituta da lui rifiutata in passato, e con Giuda Iscariota (Harvey Keitel), il più importante fra i suoi discepoli, Gesù decide prima di incontrare Giovanni Battista (Andre Gregory), una sorta di santone particolarmente infervorato e teatrale, e in seguito di isolarsi nel deserto, dove la sua fede viene messa alla prova da diverse incarnazioni di Satana. Tornato da questo percorso fisico e spirituale, Gesù comincia a predicare la sua parola e a compiere miracoli, finendo però per essere accusato di bestemmia e condannato a morte per crocifissione da Ponzio Pilato (David Bowie).

In punto di morte e ormai prossimo a compiere il volere di Dio, Gesù ha un’ultima tentazione, sotto forma di bambina venuta a salvarlo dal suo destino, che lo spinge a scegliere la vita terrena e a seguire un percorso diverso da quello stabilito per lui.

L’ultima tentazione di Cristo: uno splendido equilibrio di contraddizioniL'ultima tentazione di Cristo Cinematographe.it

Da sempre affascinato da figure conflittuali (Taxi Driver e Toro scatenato gli esempi più lampanti) e profondamente influenzato dalla spiritualità, Martin Scorsese fonde queste due componenti fondamentali del suo cinema nel racconto di quella che è probabilmente la figura più discussa e amata della storia umana, ovvero Gesù. Quello che possiamo certamente annoverare tra i più grandi maestri della Settima Arte non manca però di apportare a una vicenda così importante il proprio tocco intimo e personale, andandosi inevitabilmente a scontrare con una liturgia rigorosamente radicata in secoli di storia del cristianesimo.

L’ultima tentazione di Cristo si apre con quella che è al tempo stesso una dichiarazione d’intenti e una rispettosa presa di distanza dal canone biblico: “Questo film non è basato sui Vangeli. È solo una riflessione fantastica sugli eterni conflitti dello spirito”. L’opera di Martin Scorsese ci appare infatti fin dai primi minuti come uno splendido equilibrio di contraddizioni, tanto rispettosa della tradizione cattolica quanto rivoluzionaria nel voler scandagliare l’animo di Gesù Cristo e le sue fragilità, così fortemente incentrata sull’uomo quanto intensamente spirituale nella messa in scena, grazie soprattutto all’evocativa colonna sonora di Peter Gabriel e a una fotografia inizialmente realistica e quasi grezza, che vira progressivamente dai toni arancioni del deserto al rosso più acceso, quasi a simboleggiare il pericoloso avvicinamento del Messia alla sua controparte diabolica, in particolare nell’ultimo controverso atto.

L’ultima tentazione di Cristo racconta magistralmente il tormentato percorso interiore di Gesù

Il Gesù de L’ultima tentazione di Cristo costituisce un unicum nella rappresentazione cristologica, distanziandosi sia dalle versioni più convenzionali, come La più grande storia mai raccontata o Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli, sia dalle riletture più originali, come quella musical/hippie di Jesus Christ Superstar o l’altrettanto contestato Il Vangelo secondo Matteo, maggiormente incentrato sull’aspetto politico e sociale della vicenda del Messia. Grazie anche alla memorabile interpretazione di Willem Dafoe, scandalosamente ignorata dai giurati dell’Academy, il Gesù che vediamo nel film di Scorsese è quanto di più umano si possa immaginare, pieno di dubbi e in perenne lotta con le tentazioni della carne e dello spirito, rappresentate da Maria Maddalena e dalle manifestazioni di Satana nel deserto, ma successivamente anche fortificato dal travaglio, consapevole dei propri mezzi e desideroso di diffondere un messaggio universale di amore e fratellanza.

Martin Scorsese ci guida in quello che è prima di tutto un percorso interiore da parte di Gesù, danzando sul sottile filo che separa la vena artistica dal sacrilegio e scandagliando il percorso terreno di Cristo da ogni punto di vista, compresi quelli più scomodi. Emblematica in questo senso la scelta di rappresentare Maria Maddalena come reale tentazione carnale di Gesù, soluzione per altro condivisa con alcune interpretazioni degli stessi testi sacri, ma non meno importante e sovversiva la decisione di mostrare quanto fosse semplice influenzare le folle dell’epoca, in particolare con il ritratto di Giovanni Battista, dipinto alla stregua di uno stregone invasato, e con l’illuminante dialogo con Paolo di Tarso nelle battute finali, su cui torneremo in seguito.

L’ultima tentazione di Cristo: fra aderenza alle scritture e rilettura originale

Senza mai indorare la pillola, L’ultima tentazione di Cristo ci mostra la solitudine dell’uomo Gesù, costretto a lottare non soltanto con la difficoltà da parte della società e delle istituzioni ad accettarlo come figlio di Dio, ma anche con le sue stesse paure e incertezze, ben rappresentate dallo straziante confronto con Satana nel deserto, che lo ammalia sotto forma di serpente, leone e fiamma. Non mancano inoltre molti degli eventi più importanti della tradizione cattolica, come il salvataggio di Maria Maddalena, la resurrezione di Lazzaro, le nozze di Cana o la cacciata dei mercanti dal tempio, resi sempre da una prospettiva più terrena che divina, capace di coniugare fede e raziocinio. Significativa in tal senso la soluzione registica per la trasformazione dell’acqua in vino, resa con un escamotage verbale anziché visivo, attraverso la dichiarazione da parte di Gesù e la conferma dell’avvenuto miracolo da parte di un astante.

Particolarmente felice è inoltre la scelta di Martin Scorsese di mettere Pietro in secondo piano e di assegnare a Giuda un ruolo molto più centrale rispetto alla tradizione cattolica, nonostante la non entusiasmante performance da parte di Harvey Keitel, che per una volta appare quasi ingabbiato dal suo personaggio e meno espressivo del solito. Il Giuda de L’ultima tentazione di Cristo è un tassello fondamentale nella vita di Gesù: prima acerrimo oppositore e poi umile confidente, fedele sostenitore e successivamente traditore designato dallo stesso Messia per la sua cattura, che porta alla celeberrima Passione e termina con la crocifissione, dopo aver dato spazio anche a un sagace confronto con Ponzio Pilato (interpretato dal solito monumentale David Bowie) sulla pericolosità per l’ordine costituito di chi sprona a un cambiamento del modo di pensare, prima ancora che di quello di agire.

L’ultima tentazione di Cristo e il racconto di ciò che Gesù avrebbe potuto essere

L'ultima tentazione di Cristo Cinematographe.it

Con Gesù sulla croce e apparentemente in punto di morte, L’ultima tentazione di Cristo giunge alla sua svolta più importante e a quella che ancora oggi la parte più celebrata e discussa del film, ovvero l’abbandono da parte del Messia del percorso per lui designato, in favore di una vita vera, dedicata all’amore e ai figli, al lavoro e alla semplicità. Ciò che Scorsese ci mette davanti ha un forte impatto visivo ‒ la scelta di mostrare Gesù che fa sesso, si sposa e procrea è una delle più coraggiose del cinema di ogni tempo ‒ ma soprattutto emotivo e concettuale: il figlio di Dio cede alle lusinghe del corpo e del cuore, precipitando se stesso e il mondo intero nell’oblio.

Al di là di queste umane, e in quanto tali comprensibili, tentazioni, ben più importante e provocatorio è a nostro avviso il dialogo fra Paolo di Tarso e un Gesù ormai calato nella sua parte di uomo comune. Di fronte alla predica di colui che conosciamo come San Paolo, basata su ciò che in questa proiezione non è avvenuto, Gesù ha un moto d’orgoglio e mette all’angolo il proprio interlocutore, accusandolo di distorcere la realtà. Amara e pungente la replica: “Tu non immagini quanto la gente abbia bisogno di Dio, quanto Dio possa renderli felici. Può fargli fare con felicità ogni cosa, può renderli felici di morire, e loro moriranno. Tutto questo per amore di Cristo” e ancora, “Sono contento di averti incontrato, perché così ora posso dimenticarti. Il mio Gesù è molto diverso da te, è molto più forte e potente”.

L’ultima tentazione di Cristo: fra fede e provocazione

Parole che fanno riflettere e per certi versi feriscono, ma che sintetizzano magistralmente la supremazia del racconto e della sua importanza rispetto alla sua veridicità. L’ultima tentazione di Cristo a questo punto si fa ancora più cupo e doloroso, mostrandoci in una Gerusalemme sull’orlo del collasso un Gesù ormai vecchio e morente, messo sotto accusa per non aver completato la propria missione da Giuda e dagli altri apostoli, che gli rivelano inoltre che la bambina che lo aveva guidato giù dalla croce verso la vita terrena non era altro che l’ennesimo ammaliante inganno di Satana. Cristo striscia letteralmente e metaforicamente verso le tenebre, implorando Dio per un’altra opportunità di compiere il suo dovere.

L’uomo/regista Martin Scorsese e l’uomo/figlio di Dio Gesù tornano a questo punto sui propri passi, mostrandoci nuovamente Gesù sulla croce, che stavolta accetta il proprio destino e pronuncia la fatidica frase “tutto è compiuto”. Una scelta che può essere vista come un mero e comodo happy ending a seguito del più classico dei what if, ma che in realtà sintetizza alla perfezione il travagliato e doloroso cammino di accettazione della fede messo in scena nel corso del film. Una decisione fortemente umana dunque, che, al pari di qualche imperfezione nella messa in scena dovuta alle limitazioni del budget, non può condizionare in negativo il giudizio su un vero e proprio capolavoro.

Il lascito de L’ultima tentazione di Cristo nei suoi ultimi enigmatici secondiL'ultima tentazione di Cristo Cinematographe.it

Con tanto scomodo e complesso materiale su cui discutere, non c’è poi da stupirsi né delle scomposte reazioni suscitate, in una società ancora più retrograda e conservatrice di quella attuale, da L’ultima tentazione di Cristo al momento dell’uscita, che hanno portato addirittura a vergognosi episodi violenti ai danni di cinema e spettatori, né del fatto che ancora oggi, a 30 anni dall’uscita, questo sublime film debba ancora subire l’ostracismo, fortunatamente più civile, di diversi stati, che ne limitano o addirittura ne proibiscono la circolazione.

Ci piace pensare che la migliore risposta al presunto anticlericalismo del film venga proprio dai suoi ultimissimi secondi, con la struggente morte di Gesù “sporcata” da uno sfarfallio di luci e colori, che lo stesso Scorsese ha attribuito a problema alla ripresa scoperto solo in fase di montaggio. Scaltra leggenda messa in circolazione ad arte, caso fortuito o piccola ma palpabile manifestazione divina? Non conosciamo la risposta a questa domanda, ma crediamo che sia il miglior sigillo possibile a una pellicola di importanza incalcolabile, che come poche ha saputo raccontare il conflitto fra fede e passione e che oggi come 30 anni fa si svela a noi in tutta la sua magnificenza.

Gli ultimi frame de L’ultima tentazione di Cristo

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4.5
Emozione - 5

4.7