Ritratto di signora: recensione del film con Nicole Kidman

Una giovane e brava Nicole Kidman fa rivivere sul grande schermo uno dei più celebri romanzi della letteratura inglese ottocentesca

Con Ritratto di signora, il film del 1996 diretto da Jane Campion e ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore inglese ottocentesco Henry James, Nicole Kidman diede vita ad una delle sue più significative prime prove di talento e bravura. A sorreggere l’intera impalcatura di un film dalle aspettative decisamente più alte del risultato ottenuto è infatti soprattutto la bravura di un cast pregiato, composto da molti astri nascenti del cinema hollywoodiano di oggi, dalla stessa Kidman a Christian Bale, passando per Viggo Mortensen, senza dimenticare i già allora celebri John Malkovich e Barbara Hershey.

Ritratto di signora: un film incapace di mantenere le aspettative di una regia fin troppo “artefatta”

Ritratto di signora

La scelta della regista di Ritratto di signora, Jane Campion, di portare sul grande schermo un’opera della grande letteratura ottocentesca, non è certo estranea al mondo del cinema: non pochi sono infatti i registi che avevano già percorso quella strada, lo aveva già fatto Martin Scorsese con L’età dell’innocenza di  Edith Wharton o  James Yvory con Casa Haward di Edward Morgan Forster.

Una simile decisione però se da una parte ha il vantaggio di far rivivere allo spettatore una storia che molto probabilmente già conosce e ama, dall’altra nasconde numerose trappole, come quella di una regia che per fare del romanzo una creazione artistica nuova e innovativa finisce per creare un prodotto artefatto, dove la naturalezza del plot si perde per correre dietro alle movenze fin troppo studiate della macchina da presa (sequenze di immagini quasi “oniriche”, estranea alla trama originaria, pause fin troppo eccessive o scelte della fotografia che sembrano soddisfare un gusto puramente estetico).

Ritratto di signora: Nicole Kidman protagonista di una complessa storia di inquietudini e conflitti interiori

Ritratto di signora

Nicole Kidman è la protagonista dunque di una delicata storia di conflitti e inquietudini interiori, quelli vissuti da Isabel Archer, una giovane ragazza americana trasferitasi in Inghilterra al seguito della zia. Qui si scontra con una mentalità chiusa dove il luogo naturale per una giovane donna della sua età non può che essere il matrimonio, mentre la sua anima aspira a ben altro: rimanere libera e viaggiare per scoprire il mondo.

Resa ricca dal dono di un’importante eredità, però la giovane Isabel cadrà nella trappola di Madame Merle e del suo amante Gilbert Osmond, un uomo amante del lusso, ma privo in realtà di un qualsiasi talento, che riuscirà a manipolare l’innocente Isabel fino al punto di convincerla a sposarlo e a vivere con lui nella sua preziosa casa a Firenze. Isabel si scoprirà ben presto prigioniera di un amore che non è nulla più che un’illusione, costretta a vivere nella più totale mancanza di libertà e felicità, almeno fino a quando una serie di avvenimenti le aprirà gli occhi sulla realtà che la circonda.

Un punto di forza di Ritratto di signora? Una fotografia capace di rivelare la fragilità della bellezza

Ritratto di signora

Ambientato tra Inghilterra e Italia, Ritratto di Signora, accompagna lo spettatore in un viaggio, sviluppato per lo più negli spazi chiusi, tra le bellezze dei palazzi signorili della Firenze di fine ottocento, senza mancare di mostrare alcuni dei luoghi simbolo di Roma, dove alcune scene del film sono state girate. Una bellezza però che a ben guardare, diviene metafora del mondo nobiliare in cui vive Isabel, tanto preziosa esteriormente quanto fragile e forse inconsistente interiormente.

Inoltre tangibile, e in questo si deve rendere merito alla regista, è quel bisogno di radici “geografiche”, oltre che culturali, di cui sono imperniate le opere di  Henry James, americano di nascita, ma naturalizzato inglese. Un’inquietudine interiore vissuta anche dalla stessa Isabel e di cui Nicole Kidman è un’ottima interprete, capace di rendere visibile questo complesso stato interiore sotto forma di movimenti fisici a tratti netti e sicuri e ,a tratti confusi e incerti, come se il suo personaggio fosse mosso da un istinto primordiale, la cui natura è sconosciuta perfino ad essa stessa.

In definitiva Ritratto di signora, è un film che sebbene non possa dirsi riuscito a pieno, riesce comunque ad affascinare per alcuni sue caratteristiche lo spettatore, dandogli così almeno un motivo per non cedere durante la lunghissima durata del film (quasi due ore e mezza!). Certo però, a onor del vero, è la bravura di Nicole Kidman l’ingrediente che ha donato a questo film una sua anima peculiare, impedendogli di cadere nel baratro del dimenticatoio.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2.5

2.5