Il Mistero di Donald C. – recensione del film con Colin Firth

Il regista de La Teoria del Tutto porta al cinema Il mistero di Donald C, la controversa storia di Donald Crowhurst, offrendo a Colin Firth una delle sue più riuscite prove attoriali.

Tratto da una storia vera, Il mistero di Donald C. racconta la vita straordinaria di un uomo che ha sfidato se stesso e la natura, ma che ha dovuto fare i conti con i propri limiti e imparare a sue spese una dura lezione. Diretto da James Marsh – già confrontatosi col biopic nell’acclamato La Teoria del Tutto – il film gode della sensibilità del regista nel racconto attento delle vite di personaggi realmente esistiti. Allo stesso tempo, si apprezza l’esperienza documentaristica del cineasta inglese che regala allo spettatore sequenze mozzafiato in cui la Natura trionfa in tutta la sua terribile potenza. Colin Firth, che interpreta il ruolo del protagonista, supera se stesso con una performance magistrale che lo consacra come uno degli attori più talentuosi della sua generazione.

Il sogno romantico nel film Il mistero di Donald C.

il mistero di donald c cinematographe

Colin Firth è Donald Crowhurst, un avventuriero britannico che – pur senza una reale esperienza nella navigazione agonistica – decide di cimentarsi nella mitica Golden Globe Race lanciata dal Sunday Times, una competizione senza precedenti che invita velisti più o meno esperti a intraprendere una circumnavigazione del globo in solitaria. Siamo nel 1968, subito dopo l’impresa di Francis Chichester, che guadagna grazie alle sue doti di navigatore fama, successo e il titolo di Cavaliere. L’Inghilterra è in piena decolonizzazione, soffre della perdita di protagonismo che la sta rapidamente declassando in un ruolo di secondo piano nel panorama internazionale e, da là a pochi mesi, gli Stati Uniti manderanno il primo uomo sulla luna. Si diffonde, allora, un desiderio diffuso di sfida all’impossibile, in cui l’avventura all’inglese conserva alcuni tratti di romanticismo ottocentesco e pone l’uomo di fronte all’ignota potenza della Natura, espressa nel suo elemento più imprevedibile: il mare.
Donald è un sognatore e abbraccia la sfida con entusiasmo, disegnando lui stesso un trimarano in grado di battere ogni record allora noto e di consegnare alla memoria collettiva il mito del velista della domenica capace di battere ogni concorrenza. Il sogno, tuttavia, si scontra violentemente con la realtà, in un naufragio prima di tutto psicologico che ribalta completamente i piani di Crowhurst e dei suoi sostenitori.

Il mistero di Donald C. un film sulla famiglia

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Pensare a un uomo motivato solo da un’incontenibile voglia di successo, non renderebbe giustizia alla complessità del personaggio ritratto da James Marsh e Colin Firth. Alla base delle scelte di Donald, secondo la lettura data dal regista, c’è anche un senso di grande responsabilità nei confronti della sua famiglia. Durante tutta la durata del film, infatti, si approfondisce il rapporto di Donald con i suoi cari, in particolar modo con sua moglie Clare, portata sul grande schermo da un’intensa Rachel Weisz. Nelle immagini di repertorio – attentamente studiate dal cast – Donald e Clare sono una coppia raggiante, tipico ritratto di una famiglia modello; nel separarsi, nell’incoraggiarsi, nel difendersi l’un l’altra, Clare e Donald raccontano una storia di grande amore in cui al sentimento romantico si associa indissolubilmente il concetto di libertà. Amore, famiglia, vita di coppia non sono ne Il mistero di Donald C. un’ancora che costringe l’uomo a terra, bensì un vento deciso che lo spinge verso il mare aperto. C’è, nella determinazione del protagonista, una forte volontà di affermazione nei confronti dei suoi figli, prima ancora che verso la nazione e il mondo intero.
Rachel Weisz e Colin Firth rendono con grande efficacia queste sfumature, mettendo in scena un teatro umano estremamente profondo.

Il peso della reputazione ne Il mistero di Donald C.

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Un truffatore, un imbroglione. Il vero pericolo che incombe sulla vita di Donald Crowhurst non sono il terribile oceano o la sconfinata solitudine, ma l’ombra nera del giudizio del pubblico. In questa prospettiva, ricopre un ruolo chiave l’addetto stampa Rodney Hallworth (David Thewlis) che assume l’onere di ben raccontare le imprese di Crowhurst e di portarle sulla bocca di tutti i suoi concittadini. Tuttavia, il mistero che investì questa controversa impresa riuscì a superare ogni aspettativa mediatica, immortalando il marinaio come uno dei personaggi più intriganti del secolo.

Cosa successe davvero su quella barca? Cosa è accaduto nelle ultime ore di Donald Crowhurst? Quali profonde verità la sua mente ha percepito nei mesi di terrore, entusiasmo e isolamento?

Il turning point del film avviene nel preciso momento in cui Donald, accortosi di non essere all’altezza del suo personaggio, decide di mentire sul suo itinerario creando una netta cesura tra la sua azione reale dalla sua azione pubblica. Questo tema, così ben inquadrato all’interno della storia, è particolarmente vicino anche alla sensibilità degli interpreti, la cui immagine pubblica è costantemente sottoposta al vaglio degli spettatori. Proteggersi, fingere, costruire un’immagine diversa da sé diviene fondamentale per la sopravvivenza, là dove la perfezione non è raggiungibile.

La forza de Il mistero di Donald C.

James Marsh, insieme allo sceneggiatore Scott Z. Burns (Effetti collateraliBourne Ultimatum) porta in sala un biopic profondo e avvincente, il cui fascino cresce con ritmo incalzante verso il toccante finale. Supportato da una magnifica interpretazione dei suoi protagonisti, Il mistero di Donald C. è una delle proposte più importanti della stagione, in grado di conciliare sia l’aspetto autoriale, sia una regia ambiziosa nelle grandiose scene d’azione. La scelta delle location e la fotografia, poi, rendono speciali le lunghe sequenze di Firth alle prese con l’oceano in tempesta o con la sua navigazione solitaria nelle acque cristalline della penisola sudamericana. Si tratta di una vera e propria gioia per gli occhi, da godersi sul grande schermo per non perdere neanche una sfumatura di azzurro tra il mare e il cielo. Narrativamente parlando, funziona la scelta di svelare progressivamente la psiche del protagonista, affiancando alle suggestive sequenze naturalistiche la vita quotidiana e borghese del Crowhurst civile. Talmente delicato e rispettoso è il racconto, da distogliere lo spettatore da qualsiasi giudizio: un bel traguardo per chi racconta, un giusto omaggio a un personaggio il cui coraggio merita grande rispetto, al netto della sua sincerità.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.8