Godzilla (2014): recensione del film di Gareth Edwards

Con Godzilla del2014 Gareth Edwards mette d'accordo i cinefili più accaniti e i grandi divoratori di blockbuster, con un film che torna alle origini del mitico mostro.

Per introdurre la figura di Godzilla si deve tornare indietro addirittura al 1954, anno del primo film sul kaijū più famoso al mondo. Dietro la macchina da presa c’era Ishirō Honda e le sue intenzioni erano di portare su schermo un mostro marino preistorico, metafora della potenza dei bombardamenti atomici. Un modo di ricordare e fare da monito riguardo le tragedie di Hiroshima e Nagasaki.

Godzilla era la personificazione della furia della Natura contro la malvagità dell’uomo, colpevole di aver usato la potenza atomica contro i suoi simili e aver, come conseguenza, risvegliato il mostro. L’umanità diventa fautrice della sua stessa distruzione.

La pellicola sarà il primo tassello per la costruzione del fenomeno Godzilla il quale, dopo 32 pellicole, videogiochi, fumetti, romanzi, serie televisive e chi più ne ha più ne metta, sta per tornare al cinema con il film Godzilla II: King of Monsters previsto per il 2019.

Se è vero che gli americani tendono a snaturalizzare qualsiasi prodotto tocchino, la produzione di Godzilla di Gareth Edwards del 2014 costituisce un caso felicemente fortunato, essendo la migliore trasposizione dopo anni del “Re dei mostri”, oscurata solo dalla bellezza del capolavoro Shin Godzilla di Hideaki Anno del 2016.
La pellicola costituisce anche il primo capitolo del nuovo MonsterVerse, franchise crossover firmato Warner Bros. e Legendary Pictures, nel quale è stato inserito anche King Kong, nel film Kong: Skull Island del 2017.

Godzilla: la battaglia preistorica per ristabilire l’ordine della Natura

Godzilla Cinematographe.it

Dopo una veloce introduzione riguardo l’avvistamento e i tentativi di abbattere una mastodontica creatura anfibia nel 1954; la storia ci porta nel 1999, quando un misterioso segnale elettromagnetico genera delle onde sismiche su vasta scala, causando un incidente in una centrale nucleare a Tokyo. Nel disastro perde la vita la moglie dello scienziato Joe Brody (Bryan Cranston), il quale non si darà pace finché, 15 anni dopo, riuscirà a scoprire le vere ragioni del disastro.
Lui e suo figlio Ford (Aaron Taylor-Johnson), infatti, scopriranno un segreto stupefacente che porterà l’umanità tutta a riflettere sul proprio posto nella scala evolutiva e a combattere per mantenerlo. Almeno finché la Terra farà scendere in campo il suo campione per ristabilire l’equilibrio!

Godzilla (2014): un ritorno alle origini nell’universo del Re dei Mostri

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Attraverso il vissuto della famiglia Brody, Gareth Edwads (Monsters, Rogue One: A Star Wars Story) si prende l’onere di riportare su schermo una storia antica e preziosa, compiendo un miracolo, specialmente dopo il grande fallimento del Godzilla di Emmerich (1998).

Edwards ritorna alle origini sia nell’estetica che nei contenuti recuperando, in modo intelligente e originale, tutto quell’universo ideologico che componeva il mondo di Godzilla. Senza però rinunciare a citazioni personali, come quelle ad Incontri ravvicinati del terzo tipoAlien, Lo Squalo, 2001: Odissea nello Spazio (è presente la stessa Atmospheres di György Ligeti, usata nella pellicola di Kubrick) e ai dinosauri di Terrence Malick.

Godzilla (o Gojira) riprende in parte l’aspetto originale del mostro nato dalla mente della Toho, superando finalmente quell’ibrido morfologico che rimandava tristemente ad un dinosauro fuggito da Jurassic Park.
Campi lunghissimi, primi piani improvvisi e una gestione scientificamente meravigliosa della presenza scenica delle creature. Il tutto sommato alla saggia decisione di condensare la battaglia tra Godzilla e i M.U.T.O in un lasso di tempo più breve, ma assolutamente più intenso del solito e alla spettacolare scena del lancio dei minuscoli paracadutisti, che ci regala un’impagabile soggettiva del duello tra i titani per il destino del pianeta.

Ad un film splendido e necessario fa da apripista un Bryan Cranston (Malcolm, Breaking Bad, Drive, L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo) mattatore e sopra le righe, accompagnato dal duo Aaron Taylor-Johnson/Elisabeth Olsen (i terribili gemelli di Avengers: Age of Ultron) e le due star hollyoodiane Ken Watanabe (L’ultimo Samurai, Inception, Lettere da Iwo Jima, Batman Begins) e Sally Hawkins (La Forma dell’Acqua – The Shape of Water, Blue Jasmine), oltre che dal nostro mostro preferito.

Un film che mette d’accordo i cinefili più accaniti e più grandi divoratori di blockbuster, una pellicola complessa, ricca, entusiasmante e spettacolare.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2