Bird Box: recensione del film Netflix con Sandra Bullock

Un film riuscito, ma penalizzato dalla mancanza di coraggio e originalità.

Bird Box è un film del 2018 scritto da Eric Heisserer (già sceneggiatore di Lights Out – Terrore nel buio e Arrival) e diretto da Susanne Bier (Una folle passione). I protagonisti del film sono Sandra BullockTrevante RhodesJohn MalkovichSarah PaulsonJacki WeaverTom HollanderVivien Lyra BlairJulian Edwards. Dopo la presentazione all’AFI Fest, Bird Box è stato distribuito su Netflix a partire dal 21 dicembre.

In un prossimo e inquietante futuro, l’umanità si sta velocemente decimando, vittima di misteriose presenze che riescono a indurre alla follia e al suicidio chiunque le incontri con lo sguardo. In prossimità della sua gravidanza, Malorie (Sandra Bullock) riesce a trovare riparo in una casa assieme ad altri sopravvissuti, fra cui Douglas (John Malkovich), Tom (Trevante Rhodes), Cheryl (Jacki Weaver) e Olympia (Danielle Macdonald), a sua volta incinta. La donna dovrà lottare con tutte le sue forze per non diventare a sua volta vittima di queste indecifrabili creature e per assicurare un futuro a lei e al nascituro.

Bird Box: la risposta di Netflix a A Quiet Place – Un posto tranquillo

Bird Box

A pochi mesi di distanza dall’uscita di A Quiet Place – Un posto tranquillo, approda su Netflix un thriller/horror post apocalittico che, oltre al cupo scenario per il genere umano, presenta diverse altre similitudini con il film di John Krasinski: la minaccia da parte di misteriose creature, la necessità di rinunciare a una facoltà umana per evitarle (da una parte la parola, in questo caso la vista) e la centralità nel racconto di una donna e madre (Emily Blunt e Sandra Bullock).

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Mentre l’horror capace di raccogliere più di 300 milioni di dollari al botteghino puntava tutto sulle atmosfere e su un’abile costruzione della suspense, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto visivo, precipitando lo spettatore in una vera e propria post umanità, per il suo Bird Box Susanne Bier opta invece per un approccio diametralmente opposto, concentrandosi sull’evoluzione di donna e madre del personaggio della solita efficace Sandra Bullock e sull’alternanza di due piani temporali distinti. Scelta che da un lato ci fa comprendere e vivere l’improvvisa disgregazione della civiltà dovuta alla minaccia di indecifrabili creature, ma che toglie anche molto dal punto di vista della tensione e dell’inquietudine, suggerendoci implicitamente gran parte degli sviluppi del racconto.

 

Bird Box: fra Shyamalan e Romero

Bird Box Cinematographe.it

Bird Box finisce quindi per ondeggiare fra le atmosfere cupe e tragiche di uno dei titoli più sorprendenti e sottovalutati della carriera di M. Night Shyamalan, ovvero E venne il giorno, da cui mutua l’idea di una sorta di punizione divina/naturale nei confronti dell’uomo sotto forma di minaccia esterna, e il rodato artificio narrativo consistente nell’isolamento forzato e nell’assedio di un gruppo di sconosciuti all’interno di angusti spazi, che ha fatto la fortuna di opere come La notte dei morti viventi o La cosa. Purtroppo, il risultato non è sempre all’altezza della buona messa in scena e del notevole gruppo di interpreti: ai personaggi secondari manca la caratterizzazione necessaria a emergere, e i loro contrasti sono basati più su ciò che gli accade intorno che sulle loro divergenze etiche e caratteriali. Un peccato soprattutto per Jacki Weaver e Sarah Paulson, confinate a ruoli non all’altezza delle loro qualità.

I frequenti dialoghi negli interni si reggono infatti quasi esclusivamente sulla bravura degli attori, e risultano troppo fumosi e superficiali per lasciare il segno a livello emotivo e narrativo. Il mistero su cui ruota Bird Box, ovvero l’origine, la natura e le intenzioni della minaccia che sta decimando l’umanità, viene volutamente sfumato e soltanto suggerito, ottenendo il duplice effetto di mantenere alto l’interesse dello spettatore e di comprimere le potenzialità del racconto, che avrebbe potuto avventurarsi in territori più suggestivi e per certi versi rischiosi. Persino la particolarità del soggetto, ovvero la necessità di non entrare in contatto visivo con le presenze per evitare il contagio, viene affrontata in maniera abbastanza pigra, senza concedere alla narrazione quegli sbocchi originali che per esempio fornisce il già citato A Quiet Place – Un posto tranquillo.

Bird Box: un film riuscito, ma penalizzato dalla mancanza di coraggio e originalità

L’aspetto più interessante di Bird Box diventa così l’evoluzione del personaggio di Malorie, che inizialmente ci viene presentata come una futura madre ancora poco calata nel ruolo (per usare un eufemismo) ma con il passare dei minuti si trova costretta dall’apocalisse che la circonda a trovare un proprio equilibrio e a dare una sua personale interpretazione alla maternità, basata soprattutto sulla protezione. Sandra Bullock si dimostra ancora una volta un’attrice di encomiabile profondità, dando vita con la durezza delle sue espressioni e l’autoritarismo della sua voce a un personaggio spigoloso e austero, capace però di sorprendenti spiragli di dolcezza. Una novella Sarah Connor che, in un mondo imploso su se stesso e sempre più simile a una giungla irta di pericoli, deve essere madre, ma ha bisogno anche di imbracciare il fucile e insegnare alla propria prole a difendersi da un’invisibile ma tangibile minaccia.

Bird Box Cinematographe.it

In definitiva, Bird Box si rivela un prodotto godibile e avvincente, alternativa più impegnata alle più leggere proposte che costellano il periodo natalizio. Una pellicola che non avrebbe di certo sfigurato in sala e decisamente sopra alla media delle produzioni originali Netflix, anche se penalizzata dalla mancanza di particolari guizzi narrativi e da una messa in scena che si limita al compitino in ogni sua componente. Una riflessione avvincente ma eccessivamente misurata sul sottile equilibrio in cui viviamo e su quanto sia facile perdere improvvisamente tutte le nostre certezze e trovarci costretti a diventare chi non pensavamo di essere per proteggere noi stessi e i nostri cari.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3

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