Ballerina: recensione del film sudcoreano Netflix

La recensione del k-drama in salsa revenge di Lee Chung-hyun, tripudio di sangue e azione con protagonista Jeon Jong-seo. Dal 6 ottobre 2023 su Netflix.

La vendetta è un piatto che va servito freddo recita un antico detto popolare ed è così che sono soliti portarla sul grande e piccolo schermo in Corea del Sud, una nazione la cui prolifica e pluridecorata industria dell’audiovisivo si è accreditata come una delle principali esportatrici di revenge movie sul mercato internazionale. Non siamo noi a dirlo, bensì l’elevato numero di pellicole e serie appartenenti al suddetto filone prodotte in quell’area geografica nell’ultimo trentennio su e intorno a un tema che evidente è ritenuto centrale dagli addetti ai lavori locali. La lista di titoli in tal senso è tanto vasta quanto variegata, con film che vanno da Hwayi: A Monster Boy a The Man from Nowhere, da The Chaser a Monster, da I Saw the Devil a Revenger, passando per The City of Violence, A Bittersweet Life, Scarlet Innocence e The Deal, sino a chiudere questo cerchio di giustizia personale con la celeberrima trilogia della vendetta firmata da Park Chan-Wook. Senza dimenticare ovviamente serie come My Name e The Glory. Una lista, questa, che è sicuramente molto più ricca di quella da noi proposta, alla quale lo scorso 6 ottobre 2023, data scelta da Netflix per il rilascio sulla piattaforma dopo l’anteprima al 28° Busan International Film Festival, si è andato ad aggiungere un altro interessante tassello battezzato Ballerina da colui che lo ha scritto e diretto, ossia Lee Chung-hyun.

Ballerina si rifà al repertorio di stilemi e luoghi comuni del revenge movie

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Da non confondere vista l’omonimia con l’atteso spin-off al femminile di John Wick di Len Wiseman, la cui uscita è prevista nel giugno 2024, l’opera seconda del regista sudcoreano ci porta al seguito di Ok-Ju, ex guardia del corpo che assiste alla morte della sua migliore amica oltre che ballerina professionista Min-Hee per mano di un sadico malavitoso di nome Pro Choi. La protagonista, esperta di combattimento corpo a corpo e armato, giura a se stessa di eliminarlo e rendere giustizia all’amica che non è stata capace di proteggere. Inizia così una sanguinosa caccia all’uomo senza regole e tregua che ha nell’ennesimo percorso di vendetta fai da sé e karmico, quello del destino inesorabile dal quale è impossibile affrancarsi, il proprio baricentro drammaturgico. Il ché dal punto di vista della ricerca e dell’assenza di originalità nel plot, nelle sue dinamiche e nei personaggi che lo animano, non gioca di certo a favore dell’opera in questione. Salvo qualche flebile sfumatura, variante o pennellata propria, Ballerina si rifà come la stragrande maggioranza delle opere sopracitate al repertorio di stilemi e luoghi comuni, senza sviare, dal genere di riferimento.

Un K-drama in salsa revenge che non ha nulla da raccontare che non sia già stato raccontato

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Ecco allora che ciò che accade anche in questo k-drama in salsa revenge non ha nulla da raccontare che non sia già stato raccontato precedentemente in progetti analoghi, poiché già visto, udito e declinato un’infinità di volte. La scrittura si attiene al copione classico e alla sterminata letteratura di riferimento, con il cineasta sudcoreano che riduce ai minimi termini il plot e le one-lines dei personaggi per avere una base sulla quale focalizzare e concentrare gli sforzi. Non è dunque nella componente narrativa e drammaturgica che va ricercato un motivo di interesse che giustifichi la visione, quanto nell’esatto momento in cui dalle parole si decide di passare ai fatti, che nel caso di Ballerina è sin dai primissimi minuiti con un incipit iper-cinetico e marziale che vede la protagonista impegnata in un violentissimo una contro tutti che rade al suolo un intero mini market.

Le spettacolari scene d’azione e la performance di Jeon Jong-seo sono i punti di forza del film

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Ed è così che il film e il suo autore mettono subito in chiaro con lo spettatore quelle che sono le regole d’ingaggio, con l’azione e le coreografie marziali disegnate sulle schermo che diventano a tutti gli effetti il punto di forza e il giusto corrispettivo rispetto al prezzo del biglietto e dell’abbonamento mensile al broadcaster a stelle e strisce. Da sole quindi le scene d’azione come il corpo a corpo nella stanza del motel piuttosto che la resa dei conti finale nel covo, spettacolari e adrenaliniche nella loro perfezione stilistica tanto che per impatto visivo e coinvolgimento riportano alla mente quelle di The Villainess di Byung-gil Jung, tengono a galla un film che prosegue dritto e veloce nella sua traccia pop immersa in una fotografia acida e al neon, seguendo una “sinfonia” di pallottole, lame e ossa spezzate ben orchestrata da Lee Chung-hyun e magnificamente eseguita da un’efficacissima Jeon Jong-seo che dimostra grandissima versatilità indossando i panni di una letale giustiziera della notte.

Ballerina: valutazione e conclusione

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Lee Chung-hyun scrive e dirige un k-drama in salsa revenge che segue alla lettera i dettami e gli stilemi del filone di riferimento, portando sullo schermo il classico percorso di vendetta di una giustiziera della notte fai da sé. Il risultato è una trama scontata e prevedibile, che non si distacca nemmeno di una virgola dalla letteratura di riferimento. Ecco allora che a Ballerina non resta che affidarsi alla componente action e all’efficacia della sua protagonista (Jeon Jong-seo) per lasciare il segno del suo passaggio, offrendo al fruitore di turno uno spettacolare e adrenalinico show balistico e marziale ultra-cinetico e cromaticamente ultra-pop.

Regia - 4
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4.5
Emozione - 3.5

3.8

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