The Glory: recensione della serie TV sudcoreana Netflix
La recensione del K-Drama diretto da An Gil-ho e scritto da Kim Eun-sook che mescola sapientemente thriller, crime e revenge movie. Dal 30 dicembre 2022 su Netflix.
Chiudere con il botto l’anno per poi lasciarselo alle spalle con la visione di uno show meritevole di essere ricordato. Sarà stata questa l’intenzione dei vertici di Netflix quando hanno deciso di programmare il 30 dicembre 2022 l’uscita di The Glory, la serie diretta da An Gil-ho e scritta da Kim Eun-sook, che ribadisce ancora una volta quanto il colosso delle streaming a stelle e strisce punti sempre di più sulla produzione sudcoreana per offrire ai propri abbonati dei prodotti seriali e non solo dagli standard qualitativi elevati. Visti i risultati e gli ottimi precedenti ci sentiamo di dire quanto questa fiducia sia assolutamente ben riposta, con questo K-Drama che non fa altro che confermare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto la grande N faccia bene a scommettere ogni volta su un’opera proveniente da quell’area geografica, indipendente dal metraggio e dal formato.
In The Glory, la protagonista da innocente vittima si trasforma in una spietata carnefice dei suoi aguzzini
Del resto quando si tratta di storie di vendetta consumata o da consumarsi sul grande e piccolo schermo, l’industria sudcoreana dell’audiovisivo ha sempre fatto la voce grossa, offrendo al proprio pubblico e a quello internazionale dei film e delle serie che hanno lasciato il segno, basti pensare al successo planetario ottenuto dalla trilogia della vendetta di Park Chan-wook e in particolare all’ultimo dei suoi atti, ossia Lady Vendetta. Ed è un po’ a questa, così come ad altre pellicole che hanno visto le vittime di turno alimentate dalla rabbia, dall’odio, dal dolore e dal risentimento covati per anni nell’ombra, trasformarsi a loro volta in carnefici dei rispettivi aguzzini che viene da pensare nel momento in cui si assiste alla vicenda narrata da Kim Eun-sook con la complicità dietro la macchina da presa di An Gil-ho negli otto episodi da cinquanta minuti cadauno che vanno a comporre The Glory.
The Glory e la storia che racconta ci rammentano come la vendetta sia un piatto da servire e gustare freddo
La serie in questione e la storia che racconta ci rammentano come la vendetta sia un piatto da servire e gustare freddo, in quanto più efficace se colui o colei avrà la pazienza di aspettare il momento giusto per metterla in atto, perché a caldo le difese e le eventuali contromisure del destinatario potrebbero essere più alte ed efficaci. Non a caso la protagonista di The Glory, una donna di nome Moon Dong Eun di anni ne ha aspettati pazientemente diciassette prima di compiere la sua vendetta nei confronti del gruppo di ex bulli che con vessazioni, torture atroci e violenze psicologiche di ogni tipo, le hanno reso l’adolescenza un inferno, costringendola ad abbandonare il liceo e a rinunciare al sogno di diventare architetto. Motivo per cui ha speso il resto della sua esistenza ad architettare nei minimi dettagli un piano per ripagare con la stessa moneta i responsabili e anche coloro che sono stati fermi a guardare o si sono voltati dall’altra parte lasciando che tutto ciò accadesse. Insomma “occhio per occhio, dente per dente” come recita un antico detto, con Moon Dong Eun che da vittima innocente si tramuta in una spietata carnefice. Per farlo completa gli studi, diventa a sua volta un’insegnate rispettata e sotto queste mentite spoglie inizia la sua sadica ritorsione che mira a distruggere le vite di coloro che hanno mandato irrimediabilmente in frantumi la sua, a cominciare da quella della ricca, bella e potente ex compagna di liceo Park Yeon-Jin.
Gli otto episodi di The Glory sono costruiti come un mosaico fatto di salite e discese di tensione che piano piano prende forma
Gli otto episodi sono costruiti come un mosaico fatto di salite e discese di tensione che piano piano prende forma, rivelando allo spettatore i dettagli di un piano machiavellico che non prevede spargimento di sangue, bensì l’annientamento sociale e psicologico dei diretti interessati, costretti loro malgrado a fare i conti con la sete di vendetta di una donna che ha fatto di questa un’ossessione e l’obiettivo da raggiungere a tutti i costi. I loro nomi sono scritti a caratteri cubitali in una lista stilata nel tempo dalla vendicatrice di turno, dalla quale come la sposa tarantiniana o la connazionale Lee Geum-ja di Lady Vendetta ha tutte le intenzioni di eliminarli uno ad uno. Attraverso una narrazione non lineare, che prevede continui spostamenti tra passato e presente storico che richiedono una concentrazione massima da parte del fruitore, lo showrunner rimette insieme i tasselli appoggiandosi ai meccanismi del thriller e agli stilemi del crime e del revenge movie. Mescolati sapientemente grazie al lavoro di scrittura e della messa in quadro, The Glory cattura l’attenzione dello spettatore e la porta con sé sino al termine dell’ultimo episodio, che sappiate non darà tutte le risposte, ma aprirà nuovi scenari di una partita ancora tutta da giocare. Il ché lascia intuire una futura e speriamo imminente seconda parte, dove si presume avrà luogo la resa dei conti finali.
L’interpretazione dell’attrice sudcoreana Song Hye-Kyo è uno dei punti di forza della serie
Moon Dong Eun, qui interpretata da una straordinaria Song Hye-Kyo (nota in Corea per una serie di ruoli in drammi romantici e leggeri, ma anche all’estero grazie a film come The Grandmaster di Wong Kar-wai e The Crossing di John Woo), consumerà con successo solo una parte del suo cervellotico piano, ecco perché ci si aspetta dai prossimi capitoli un epilogo all’altezza di quelli potenti e ricchi di tensione ai quali abbiamo avuto modo di assistere nei primi otto. Non ci resta che attendere quel momento in cui Moon Dong Eun porterà a termine il suo cammino di vendetta. Nel frattempo dovrà fare i conti con la sofferenza, le ferite aperte delle bruciature che le segnano il corpo, ma anche con quei sentimenti come l’amore e l’affetto che non aveva ancora avuto modo di provare prima perché le erano stati preclusi.