Jared Leto confessa: “Non ho mai visto Suicide Squad”

"Se quello che hai fatto non ti piace, rivederti ti rende consapevole dei tuoi errori": è il motivo per cui Jared Leto non ha mai visto Suicide Squad

Mentre i film DC continuano disperatamente a cambiare modalità di esecuzione e presentazione (con in mente un futuro che appare davvero più brillante) per provare ad accattivarsi un pubblico che non sembra essere mai davvero soddisfatto, vale la pena ricordare che lo scorso anno il nadir del vecchio modo di pensare dello studio è stato l’universalmente pessimo Suicide Squad con, tra i protagonisti, un riluttante Jared Leto. Warner Bros. aveva speso milioni di dollari in reshoot, tagli in diverse versioni del film, per poi mischiarlo alla visione di David Ayer. Il risultato è stato un disastro sia per la critica che per il pubblico che, nonostante gli strabilianti numeri al botteghino, non ha mancato di mostrare spesso il proprio disappunto.

Il risultato finale di Suicide Squad è stato spesso definito ai limiti dell’inguardabile e della stessa opinione sembra essere Jared Leto, con l’aggravante che lui, nel film, ci ha anche recitato. Leto è stato il focus di gran parte della campagna marketing del film, nonostante poi il suo personaggio – una nuova versione del Joker – appaia per davvero pochissimo tempo durante la pellicola. Ad interessare la stampa erano stati soprattutto i suoi metodi poco convenzionali di calarsi nel personaggio, metodi recentemente smentiti dall’attore, che si è sentito attaccato su più fronti. Nonostante tutto, la forza di guardare Suicide Squad, non l’ha ancora trovata; almeno, questo è quello che ha raccontato a Syfy:

Non l’ho ancora visto. Credo che guardare i tuoi stessi film, sia un processo di auto-cognizione troppo intenso. O ti piace quello che hai fatto e se disposto a ripeterlo, oppure non ti piace e questo ti rende consapevole dei tuoi errori. Non sono sicuro di quanto io possa rimanere soddisfatto di quel film. Però ho letto la sceneggiatura, so cosa succede.

La spiegazione è semplice: guardare i propri film è già un meccanismo strano per un attore – comprensibilmente – se aggiungiamo il fatto che si tratta di un progetto con il quale non si è d’accordo al 100%, beh, il trauma è presto detto.