The Farewell – Una bugia buona: la storia vera dietro al film di Lulu Wang

Dalla Cina all'America, dalle tradizioni ai segreti: The Farewell - Una bugia buona è basato sugli eventi reali della vita della regista Lulu Wang.

The Farewell – Una bugia buona è il primo lungometraggio di finzione della regista e sceneggiatrice Lulu Wang, basato sulla storia vera della sua famiglia e che entra nelle intimità di un nucleo famigliare e delle forti ipocrisie culturali. Nonostante, però, la cineasta abbia tratto ispirazione dalla sua vita, la pellicola ha visto diversi cambiamenti in fase di scrittura, per adattarsi il più possibile alla forma cinematografica. La protagonista del film è Billi, personaggio che ricalca le caratteristiche e la vita della stessa regista, interpretata dalla rapper Awkwafina, al suo primo vero ruolo di spicco dopo aver mosso i primi passi nel mondo del cinema con pellicole come Crazy Rich Asian e Ocean’s 8.

Billi, in The Farewell – Una bugia buona, deve dividersi tra la coscienza che la sospinge e le tradizioni ristrette della sua famiglia. I parenti, infatti, fingeranno di voler semplicemente condividere insieme del tempo per il matrimonio di uno dei membri della famiglia, ma in realtà questa è tutta una copertura. Nai Nai, l’amata nonna della giovane, è malata di cancro ai polmoni, ma invece di metterla al corrente, secondo un’antica usanza cinese, la famiglia preferisce tenere all’oscuro la donna e godersi con lei gli ultimi momenti che le rimangono. Anche Billi dovrà sottostare a questa farsa, combattuta su quello che è giusto o meno fare.

The Farewell – Una bugia buona: usanze e tradizionithe farewell, cinematographe

Al centro dell’opera c’è lo scontro culturale tra Oriente e Occidente suscitato proprio dalla malattia della nonna e la possibilità o meno di metterla al corrente. Billi, infatti, viene lasciata inizialmente all’oscuro, perché troppo “americanizzata” e quindi propensa a mettere in luce la verità sulle condizioni della donna, non rispettando un uso che in Cina è quanto mai frequente. Nel riportare la sua esperienza sul grande schermo, diversi sono stati gli inganni creativi con cui Lulu Wang si è cimentata, sebbene molti degli eventi mostrati durante la pellicola sono reali.

Ad esempio, in casi così gravi, questo tipo di manipolazione non si rivela una pratica comune solo in Cina, ma anche protetta sotto un aspetto legale. Negli Stati Uniti, invece, è impossibile per un medico nascondere le condizioni di un paziente, cosa che vediamo avvenire in The Farewell – Una bugia buona, con un dottore che prescrive false terapie a Nai Nai. La cultura cinese crede fermamente che la salute mentale ed emotiva costituisca un legame diretto con la salute fisica, il che viene esplicitato nel film dalla frase “Le persone non muoiono di cancro, muoiono di paura”.

The Farewell – Una bugia buona e quel segreto ancora taciutothe farewell una bugia buona, cinematographe

C’è stato, dunque, anche nella vita vera una cerimonia per mascherare la malattia della nonna e il voler condividere con lei gli ultimi momenti. Ed è stato proprio un cugino della Wang a rimanere coinvolto nell’organizzazione anche se, in realtà, quest’ultimo aveva già sposato la sua compagna giapponese prima che a Nai Nai venisse diagnosticato il cancro. Gli sposi stavano pianificando una celebrazione da svolgere in Cina l’anno successivo, ma alla notizia della malattia decisero di cambiare data per assicurarsi che la nonna potesse partecipare.

Però, come rivelano gli ultimi momenti del film, Nai Nai non solo avrebbe superato l’anno, ma ben sei, visto che la nonna di Lulu Wang è ancora viva a novant’anni e, in tutto questo, non è ancora a conoscenza della sua malattia. Ovviamente per la Wang non è stato e non è facile mantenere il segreto, specialmente con la vera sorella di Nai Nai come co-protagonista, ma con l’aiuto di Hong Lu i dati incriminanti sono rimasti nascosti alla donna. In più, Nai Nai non conosce il vero titolo del film, che in cinese è Don’t Tell Her.

Per saperne di più vedi la nostra intervista video a Lulu Wang