Il Mistero di Donald C.: la storia vera dell’uomo che sfidò l’Oceano

Il film con protagonista Colin Firth narra le insidie pratiche e psicologiche dell'azzardata impresa di Donald Crowhurst, che sfido l'Oceano nel 1968 per vincere la Golden Globe Race.

Il Mistero di Donald C. è il film per la regia di James Marsh che racconta le vicende realmente accadute di Donald Crowhurst (interpretato dall’eccezionale Colin Firth). Il  velista dilettante, aveva deciso di partecipare alla Golden Globe Race 1968, la gara intorno al mondo in solitaria, a bordo del trimarano Teignmouth Electron. La motivazione dietro a tale, rischiosissima, impresa era l’ingente somma di denaro a disposizione del vincitore della competizione,  una quantità di soldi che avrebbe salvato le sorti della sua attività commerciale prossima al fallimento e avrebbe permesso di risolvere una volta per tutte le gravi difficoltà economiche in cui versava la sua famiglia.

Il film narra le insidie pratiche e psicologiche dell’azzardata impresa di Donald Crowhurst ed è coronato da un cast completato da Rachel Weisz (che interpreta la moglie di Crowhurst), Jonathan Bailey, David Thewlis, Ken Stott.

Le vicende reali de  Il Mistero di Donald C. sono collocate temporalmente nel 1968, quando il giornale inglese Sunday Times lanciò la prima regata intorno al mondo in solitario e senza scalo. Alla partenza,  si presentò – vestito di tutto punto – un elegante uomo inglese privo di qualunque esperienza nel settore ma fortemente motivato dal suo spirito di avventura e – soprattutto – dall’incombente necessità di salvare la propria famiglia dalla bancarotta.

Il Mistero di Donald C. Cinematographe

 

Ci sono molte somiglianze tra portare una piccola barca e vivere. Parti del tutto impreparato, hai davanti un lungo viaggio che pensi non finirà mai. Conosci una serie di trionfi e di sconfitte. E d’un tratto ti rendi conto che quel che è fatto è fatto. Gli errori che hai commesso sono incancellabili. Donald C.

La storia vera de Il Mistero di Donald C. rivela il precedente che favorì l’organizzazione di una gara di tale portata: l’anno prima, nel 1967, Francis Chichester aveva circumnavigato il mondo in solitario e in Inghilterra era scoppiata una sorta di smania per questo tipo di imprese, tale da stimolare ad immaginare nuovi e più pretenziosi obiettivi. La Golden Globe Race  del 1968 proponeva tali condizioni: l’ uomo più veloce a compiere il giro del globo senza scalo e senza assistenza,  avrebbe conquistato un premio di 5000 sterline. I velisti interessati dovevano partire con un proprio mezzo da un qualunque porto inglese entro il 31 ottobre 1968. Nove uomini accettarono la sfida, tra cui il tecnico elettronico Donald Crowhurst.

Il Mistero di Donald C.: la vera storia di Donald Crowhurst

Il Mistero di Donald C. Cinematographe

Nato nelle Indie Britanniche nel 1932, Donald Crowhurst trascorse in Asia un’infanzia solitaria. Quando con la famiglia si trasferì in Inghilterra, perse poco dopo il padre, iniziando  a lavorare come tecnico elettronico e fondando una propria azienda, che non gli fece mai mancare problemi finanziari. Velista dilettante, cercò di brevettare anche numerosi strumenti elettronici per la nautica, senza alcun successo.

Il primo problema, per arrivare a partecipare alla Golden Globe Race, consistette nel trovare una barca adatta all’impresa. Donald C. tentò per due mesi di ottenere l’autorizzazione  per poter utilizzare la Gypsy Moth IV, il sedici metri di Francis Chichester, che lo stesso proprietario aveva definito “la barca peggiore con la quale navigare da soli”. Non riuscendo a raggiungere il suo obiettivo,  Crowhurst, si mise alla ricerca e fortuitamente trovò un vero e proprio sponsor per costruire una propria barca: si trattava di Stanley Best, costruttore di camper, completamente a digiuno di nautica.  Lo stesso Best disse, anni dopo l’impresa:

Mia moglie disse che dovevo essere impazzito. L’ho fatto, immagino, per il fascino di quell’idea, per la pubblicità e l’eccitazione e per la capacità di persuasione di Donald.

Il mistero di Donald C. Cinematographe

Donald Crowhurst, nonostante abbia dato il massimo per arrivare a partecipare alla competizione,  era tuttavia molto in ritardo sulla tabella di marcia, rispetto agli altri partecipanti che si trovavano già pronti a partire, quindi escogitò un’idea: costruire un trimarano per sfruttarne la velocità e recuperare la partenza ritardata. La costruzione del Teignmouth Electron, venne ultimata a fine settembre, e Donald C. fu finalmente in grado di partire, non senza le difficoltà causate fin da subito dall’imbarcazione (con la quale impiegò due settimane invece di tre giorni, per raggiungere il porto di partenza di Teignmouth) e dalla sua scarsa destrezza come marinaio, che fece sì che l’uomo cadde in mare per due volte. Al porto di Teignmouth, lo spericolato concorrente viene salutato da una piccola folla, mentre si appresta ad affrontare l’Oceano con una cerata gialla e ancora indosso la cravatta…

I primi problemi – come previsto – arrivarono ben presto, con l’imbarcazione che procedeva a una lentezza esasperante, percorrendo circa 60 miglia al giorno, meno della metà di quelle previste. Inoltre, lungo la discesa dell’Atlantico, il trimarano iniziò a imbarcare acqua, lasciando presagire il più che probabile esito nefasto dell’impresa di Donald C. La paura e lo sconforto, nel frattempo, cominciarono a prendere il sopravvento sulle emozioni di Donald Crowhurst: tornando indietro, avrebbe messo la parola fine ai suoi sogni di gloria e di salvezza economica ma, andando avanti, sarebbe con tutta probabilità morto…

Quando la famiglia comincia a nutrire seri dubbi sulla salvezza dell’uomo, arriva un telegramma che recita: “Sfrecciato verso sud, 243 miglia percorse in un giorno”. Dalle difficoltà apparentemente insormontabili di partenza, Donal Crowhurst comincia ad abbattere un record dopo l’altro, rendendo ancora possibile l’idea della vittoria, mentre si appresta ad attraversare anche l’Oceano Indiano. Solamente che, in realtà, si tratta di un falso, dato che Crowhurst, in realtà, non lasciò mai l’Atlantico.

Il Mistero di Donald C.: una truffa piena di dilemmi difficili da risolvere

Cosa aveva davvero in mente Donal C. quando decise di inviare delle coordinate false? A che pro simulare un’impresa che sapeva non sarebbe mai stato in grado di portare a termine? Se inizialmente lo scopo potrebbe essere stato quello di prendere tempo di fronte all’ipotesi sempre più realistica di un fallimento, con il passare dei mesi l’uomo si trovò invece invischiato in una drammatica sfida verso le sue stesse capacità di sopravvivenza. La sua imbarcazione approcciò cautamente le coste del Sud America, nel tentativo di attendere lì l’arrivo dei concorrenti, accodandosi poi a loro e fingendo di aver completato l’intero tragitto.

Ma l’ennesimo imprevisto manda a monte anche questo piano e Donal Crowhurst si ritrova a dover approdare in  Argentina per riparare il rivestimento dello scafo. Quando è pronto per riprendere la navigazione, davanti a lui trova Robin Knox-Johnston, che arriva per primo in Inghilterra, dovendosi accontentare di tentare di competere con Bernard Moitessier e Nigel Tetley almeno per la circumnavigazione più rapida. Crowhurst, a questo punto, non è più interessato al primo posto (che avrebbe implicato il controllo dei libri di bordo da parte dei giudici della gara) ma punta solo ad arrivare, per salvare la faccia e soprattutto lo sponsor.

Tuttavia,  Bernard Moitessier, con un gesto che ne decreterà la notorietà immortale nelle menti di tutti i marinai sognatori, quando ormai si trova a un passo dal trionfo, decide di voltare la prua verso sud e di compiere un altro mezzo giro del mondo senza scalo, fino a Tahiti; Nigel Tetley, invece, naufraga a 1000 miglia dall’arrivo.

A questo punto accade ciò che nessuno avrebbe mai potuto preventivare e Donald Crowhurst è atteso in patria come un eroe. Ma a bordo della sua Teignmouth Electron,  l’uomo si trova in preda a un delirio psicotico, che lo porta a trascorrere le ultime due settimane di navigazione compilando il diario di bordo con 25mila parole prive di alcun senso.  Quando la sua imbarcazione viene ritrovata – il 10 luglio – le sue ultime annotazioni a bordo   risalgono al primo di luglio. Il trimarano viene rinvenuto alla deriva, al largo delle isole Bermuda, rivelando l’inganno di Donald Crowhurst agli occhi del mondo ma facendo sì che la sua impresa – non essendo stato il corpo dell’uomo mai ritrovato – sopravvivesse alle sue sconclusionate ambizioni.