Contagion: analogie e differenze fra MEV-1 e COVID-19

Il film di Steven Soderbergh, Contagion, è considerato il più profetico riguardo alla situazione che il mondo sta affrontando per via del Covid-19. Ecco perché.

Contagion, il film del 2011 per la regia di Steven Soderbergh (QUI la nostra recensione), rappresenta la pellicola che meglio incarna quanto sta accadendo ai giorni nostri, col mondo tenuto in scacco dalla pandemia da COVID-19.

Il film inizia con il personaggio di Gwyneth Paltrow, Beth Emhoff, in viaggio verso gli Stati Uniti dopo un incontro d’affari a Hong Kong. Due giorni dopo il ritorno a casa, la donna sviluppa sintomi simil-influenzali che degenerano rapidamente in convulsioni. Viene portata in ospedale dal marito ma muore poco dopo per cause sconosciute, seguita nelle ore successive dal figlioletto di sei anni.

Mitch Emhoff (Matt Damon) perde così improvvisamente la moglie e il figliastro e viene messo in isolamento, scoprendo tuttavia di essere immune alla malattia misteriosa, che nel frattempo comincia a mietere vittime in tutto il mondo, a un ritmo molto sostenuto. Decide allora di impegnarsi a proteggere la figlia adolescente, avuta da un precedente legame, sfidando le difficoltà imposte dalla quarantena e il collasso socio-economico della sua città, che finisce rapidamente nel caos, con supermercati e farmacie prese d’assalto e il dilagare della microcriminalità.

Contagion, Cinematographe.it

Il nuovo virus  (chiamato dagli esperti MEV-1) viene rapidamente isolato da uno scienziato coraggioso, che disobbedisce all’ordine istituzionale di bloccare la sperimentazione (che si scopre necessitare di un livello di sicurezza 4, destinato a rallentare di molto gli studi sul virus e quindi le possibilità di trovare un vaccino) e – grazie a una dottoressa ancora più coraggiosa che decide di accorciare la sperimentazione testando direttamente il vaccino su di sé – il siero viene rapidamente messo a disposizione della popolazione, che nel frattempo risulta decimata.

Durante le riprese, Steven Soderbergh aveva affermato che una pandemia come il MEV-1 fosse una questione  “non di se, ma di quando“. Il regista si era consultato con vari esperti medici, fra cui il dottor Larry Brilliant, epidemiologo coinvolto nell’eradicazione del vaiolo e il dott. Ian Lipkin, professore di epidemiologia della Columbia University.
L’idea alla base del film è stata quindi rendere le persone consapevoli del fatto che le malattie emergenti fossero un problema da non sottovalutare, col quale prima o poi ci saremmo nuovamente scontrati, come tristemente sta accadendo.
Vediamo ora nel dettaglio cosa ha previsto esattamente Contagion sulla reale pandemia che sarebbe emersa nove anni dopo (seguono inevitabili SPOILER).

Contagion: la Cina come origine della malattia

Contagion, Cinematographe.it

Il virus del film di Soderbergh  ha origine ad Hong Kong, per poi diffondersi a livello globale attraverso la trasmissione da uomo a uomo. Il personaggio di Marion Cotillard – l’epidemiologa dell’OMS Leonora Orantes – teme fin dall’inizio che l’epicentro di Hong Kong possa essere causa della rapida diffusione del virus, essendo la metropoli un grande centro di scambi internazionali.
Anche il nuovo coronavirus è stato identificato per la prima volta in Cina, per la precisione a Wuhan, nella provincia di Hubei. Si ritiene che la fonte sia stata un mercato alimentare che vendeva animali vivi e morti. Allo stesso modo rispetto al film, la rapida diffusione mondiale del virus reale è stata provocata proprio dalla densità di scambi fra Cina e resto del mondo.

L’origine animale del virus, più precisamente il pipistrello

COVID-19 è strettamente correlato a un coronavirus di pipistrello. I pipistrelli, tuttavia, non sono stati venduti al mercato di Wuhan, dove sembra che il virus abbia avuto origine. La possibilità più accreditata dalla comunità scientifica è che i pipistrelli abbiano infettato un ospite intermedio che è stato la fonte immediata dell’infezione umana. Tuttavia, non sappiamo con certezza se questo sia stato il caso o, piuttosto, se un coronavirus non identificato di pipistrello, quasi identico a quello isolato nell’uomo, abbia direttamente infettato il paziente 0.
Alla fine di Contagion, ci viene mostrata l’origine del MEV-1: un bulldozer abbatte un certo numero di alberi in una foresta, disturbando un gruppo di pipistrelli, uno dei quali  – dopo aver morso un pezzo di banana da una palma caduta – lascia cadere il boccone in un porcile, che viene poi mangiato da uno dei maiali. Quel maiale viene macellato e preparato in una cucina di un Casinò da uno chef, che poi stringe la mano a Beth Emhoff (il personaggio interpretato dalla Paltrow), trasferendo inconsapevolmente il virus.

Contagion: le vie di diffusione di MEV 1 e COVID-19

Contagion, Cinematographe.it

In Contagion il MEV-1 si diffonde sì per via aerea ma soprattutto attraverso “fomiti” – oggetti come vestiti e superfici metalliche in grado di trasferire la malattia a un nuovo ospite, se toccate precedentemente da una persona infetta. La stessa  trasmissione iniziale si scoprirà avvenuta tramite una semplice stretta di mano. A differenze di COVID-19, quindi, la diffusione indiretta – quindi non veicolata dalle goccioline di respiro – sembra essere la via preferenziale di diffusione della patologia, che in questo modo si espande rapidamente a macchia d’olio. Una forma di trasmissione che, per quando riguarda l’attuale virus reale, sembra invece essere secondaria.

Il MEV-1 ha solo alcuni sintomi in comune col COVID-19 e una mortalità decisamente più alta

Contagion, Cinematographe.it

Mentre ci sono alcune forti somiglianze tra Contagion e l’attuale pandemia di COVID-19, ci sono anche molti dettagli nel film che sono molto più terrificanti di quello che stiamo vivendo. Ad esempio, il MEV-1 è estremamente mortale (30-40% della popolazione). Il nuovo coronavirus, invece, fortunatamente non ha un tasso di mortalità ugualmente alto. Dati recenti di Wuhan calcolano che il tasso di mortalità nelle persone con sintomi della malattia sia dell’1,4% per cento, con una spiccata preferenza per la popolazione anziana (over 65) e/o con malattie pregresse.
Mentre il film horror inizia con la morte di una madre, presumibilmente nei suoi 30 anni, e del suo bambino di 6 anni, il rischio di gravi complicanze da COVID-19 è molto raro nei giovani, il cui tasso di mortalità è vicino allo zero.

Il virus di Contagion  – che oltre alle complicanze respiratorie causa una grave forma di encefalitesembra anche diffondersi molto più rapidamente di quanto non faccia quello con cui attualmente abbiamo a che fare, e nel film viene riferito un ben più elevato “R-0”, o tasso riproduttivo, rappresentato dal numero medio di persone infettate da una persona malata.

L’esordio di entrambi le pandemie in un periodo di festa, ad alto tasso di viaggi e assembramenti

Contagion, Cinematographe.it

Il MEV-1 esordisce in America alla vigilia del Giorno del Ringraziamento, quando molti cittadini si trovano in viaggio per raggiungere parenti o luoghi di villeggiatura. Allo stesso modo, il COVID-19 ha cominciato a diffondersi in Italia in prossimità del Martedì Grasso, portando le istituzioni a prendere una rapida decisione riguardo alla sospensione del Carnevale di Venezia, una delle province più colpite dal virus. Nel film, come nella realtà, è  tangibile la preoccupazione ed esitazione dei governatori nel prendere decisioni dal certo impatto economico disastroso ma purtroppo indispensabili per preservare la salute pubblica.

Contagion mostra un complottismo molto vicino alla realtà

Contagion, Cinematographe.it

Nel film il personaggio di Jude Law è un giornalista d’assalto, esperto di teorie complottistiche che – nel caso del virus in questione – vedono lo Stato americano al centro di una congiura che sfrutterebbe la pandemia per guadagnare su un nuovo vaccino. Tuttavia, la sua eccezionale e scandalistica rivelazione della forsizia (un’erba officinale) come cura definitiva si rivelerà un terribile inganno, ai danni di moltissimi cittadini.
È estremamente interessante notare come, anche nel film, la fiducia nel complottismo nasca dalla paura, in grado di limitare gravemente lo spirito critico di migliaia di persone, che finiscono per mettere la propria salute nelle mani del primo arrivato (quasi sempre un opportunista), semplicemente dopo aver visto un video facilmente manipolabile o letto un articolo dall’apparente filo logico. Nel caso del COVID-19 le teorie complottistiche in circolazione sono numerose, così come le relative bufale, una delle quali ha addirittura  portato a sperimentare ufficialmente in Italia un farmaco giapponese (chiamato Avigan) la cui efficacia è stata poi rivelata priva di fondatezza scientifica, ma spacciato per risolutivo in un video YouTube amatoriale.

Contagion: un errore che oggi non può più sfuggirci

Contagion, Cinematographe.it

Contagion è un film molto accurato dal punto di vista scientifico, se non per la nebulosità delle cause dell’immunità del personaggio di Matt Damon, che sembra avere una non meglio specificata origine genetica. Ma c’è un errore che – con ogni probabilità – sarà sfuggito agli occhi dei profani che hanno visto il film 9 anni fa ma che – con l’attuale bombardamento quotidiano sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale – non può sfuggirci oggi. Si tratta del momento in cui la dottoressa Erin Mears (interpretata da Kate Winslet) corre incontro a un uomo infettato dal virus per soccorrerlo, intendendo limitare la diffusione del contagio ponendogli velocemente sul volto una mascherina….con valvola, che oggi sappiamo bene essere definita “egoista”, perché non in grado di proteggere gli altri. Un piccolo errore che tuttavia si perdona a un film tanto ben fatto, nella speranza che la sua profezia si realizzi anche nella rapidità della risoluzione del problema, nell’ordine di qualche concitato mese.