X-Men: Dark Phoenix – recensione

Recensione di X-Men: Dark Phoenix, film che chiude la trilogia moderna dei mutanti di Charles Xavier, diretto e sceneggiato da Simon Kingberg

Ne è passato di tempo da quando per la prima volta gli X-Men approdarono sul grande schermo: 19 anni per l’esattezza. Ora arriva l’ultimo capitolo dell’universo cinematografico dei celebri mutanti creati in piena epoca di lotta dei diritti civili da Stan Lee e Jack Kirby: X-Men: Dark Phoenix, è diretto e sceneggiato da quel Simon Kingberg, che in passato era stato la mente degli script di alcuni tra i più grandi successi della saga e che qui è al suo debutto dietro la macchina da presa.

Dark Phoenix si snoda traendo spunto dalla saga dedicata al personaggio di Jean Grey dopo il suo contatto con l’entità cosmica Fenice, sceneggiata da Chris Claremont negli anni ’70 e ancora oggi considerata una delle migliori nell’universo comic degli X-Men. Il film ha al suo interno gran parte dei mutanti già protagonisti dell’ultimo X-Men – Apocalypse: Il Professor Xavier (James McAvoy), Magneto (Michael Fassbender), Mystica (Jennifer Lawrence), Hank McCoy (Nicholas Hoult), Scott Summers (Tye Sheridan), Tempesta (Alexandra Shipp), Nightcrawler (Kodi Smit-McPhee), Quicksilver (Evan Peters) e naturalmente l’ex Regina del Nord di Il Trono di Spade Sophie Turner nei panni della potente e disgraziata Jean Grey.

X-Men: Dark Phoenix arrivava dopo il mezzo flop di Apocalypse e soprattutto con la certezza della fine di un universo cinematografico che ora sarà preso in carico dalla Marvel, con ovvi cambiamenti, recasting e restyling… Insomma un vero e proprio canto del cigno per quell’epopea cinematografica di grande importanza storica cominciata dal reietto Bryan Singer a inizio secolo.

X-Men: Dark Phoenix è un film introspettivo, dove l’azione lascia spazio alla riflessione, all’auto-analisi

Ora, con Kingberg alla regia e non solo alla sceneggiatura, la Fox aveva lanciato un segnale chiaro e inequivocabile sulla volontà di dar maggiore risalto a dialoghi e personaggi rispetto all’ultimo film, dove sovente l’azione aveva preso fin troppo il sopravvento rispetto all’iter narrativo.

Dark Phoenix si muove traendo però un’ispirazione abbastanza limitata dalla controparte cartacea, spingendo molto su tematiche quali la responsabilità personale, il senso di colpa, la crescita, lo scontro generazionale, la solitudine (mai così tanto opprimente per i protagonisti), il concetto di perdita e quello di emarginazione auto-indotta.

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La nemesi ha le algide e raggelanti sembianze di una Jessica Chastain chiamata a interpretare la terribile aliena Lilandra, personaggio creato negli anni ’70 che qui però è stato incredibilmente stravolto rispetto alla controparte cartacea, benevola e alleata degli X-Men, fino a renderla una sorta di copia degli ultracorpi concepiti a suo tempo dal romanziere Jack Finney.

Dark Phoenix, ambientato negli anni 90, si distanzia in modo alquanto netto dalla gigantesca messa in scena, dall’intricato iter visto in Giorni di un Futuro Passato o X-Men First Class, scegliendo invece di abbracciare una narrazione più intima, dove a dominare sono gli spazi chiusi, le case, le stanze, i laboratori, le tenebre, le luci artificiali di un universo cupo come non mai, attraversato da un’atmosfera presaga di morte, disgrazia e tragedia.

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X-Men: Dark Phoenix – Sophie Turner sorprende con una prova intensa e credibile

Il cast si muove con impegno, coprendo sovente i difetti di una sceneggiatura che insegue l’enfasi, il dramma, senza però riuscirci sempre, a causa di un ritmo troppo spezzato, del cattivo o scarso utilizzo di molti personaggi e del fatto che Kinberg si mostri sovente alquanto indeciso sulla strada da intraprendere, su quale sviluppo dare al tutto.

Molto spesso X-Men: Dark Phoenix manca di coerenza, isola i suoi personaggi in un limbo autoreferenziale che annoia e stronca ogni possibile interazione con il mondo esterno, da sempre una delle chiavi dei film sugli X-Men più riusciti di questi 19 anni.

Il cast si diceva. Sophie Turner sorprende con una prova molto intensa, credibile, e c’è da sperare che riesca a dimostrare di essere qualcosa di più di un bel faccino. Sottotono invece Fassbender, Peters e Shipp, poco utilizzati e coinvolti a causa di una sceneggiatura che si perde in mille rigagnoli narrativi senza grande efficacia.

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X-Men: Dark Phoenix è un finale deludente per una trilogia che rappresenta il segno dei tempi

Tuttavia ciò che manca veramente a Dark Phoenix è il ritmo, la capacità di andare oltre le singole scene d’azione, i singoli momenti di coesistenza tra i personaggi, creare un tutt’uno, come era avvenuto persino nel tanto cassato Apocalypse che però oltre a essere visivamente più attraente, aveva al suo interno anche un’atmosfera meno monotematica, meno opprimente.

La regia è migliore di quanto molti scettici si aspettassero, paradosso dei paradossi se si pensa che parliamo di uno sceneggiatore alla sua prima dietro la macchina da presa, per quanto forse Kinberg in certi momenti si lasci un po’ troppo prendere la mano dalla ricerca ossessiva dell’inquadratura perfetta.

La colonna sonora di Hans Zimmer (una certezza da sempre) e la bella fotografia del nostro Mauro Fiore sono sicuramente tra i punti di forza di un film dove la voce grossa la fanno le donne, con le controparti maschili ridotte sovente a pupazzi passivi.

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Segno dei tempi? Chissà. Però il confronto tra l’innocenza e lo spaesamento di questa Jean Grey/Fenice e la sordida perfidia della Lisandra di Jessica Chastain sono sicuramente l’elemento narrativo più interessante, capace di creare un contrasto perfetto tra due diverse visioni del potere: maledizione, peso e fonte di sofferenza da una parte, desiderio inesauribile, empietà dall’altra.

Il tutto ci dona un’immagine della donna alquanto diversa da ciò che questa trilogia (anche in quella d’inizio millennio) ci aveva dato in passato: meno avvolta da romanticismo o tenerezza, più dura, feroce e instabile.

X-Men: Dark Phoenix purtroppo mette il piede in fallo così come fece X-Men – Conflitto Finale nel 2006, fallendo nel tentativo di dare un giusto finale a un universo cinematografico che ha cambiato tutto per sempre, aprendo la strada a quel Marvel Cinematic Universe che ora speriamo riesca a ridare nuova linfa a personaggi incredibilmente complessi, sfaccettati e che hanno segnato intere generazioni di lettori e spettatori.

X-Men: Dark Phoenix esce nei nostri cinema il 6 giugno, distribuito da 20th Century Fox.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 2.5

3.1

Tags: X-Men