Ma cosa ci dice il cervello: recensione del film con Paola Cortellesi

Paola Cortellesi può fare di tutto, anche diventare una spia in Ma cosa ci dice il cervello, commedia che parte dalla società e i suoi vizi per poter ridere. Al cinema dal 18 aprile.

Paola Cortellesi può fare davvero di tutto. Può sfoggiare il suo lato sexy per mestieri osé come in Nessuno mi può giudicare, può impugnare una pistola in preda alla disperazione e pronta a sparare come ne Gli ultimi saranno gli ultimi, può cavalcare in mezzo alla neve una scopa e trasformarsi, per decenni, decenni e ancora decenni, nella Befana come nel family movie La Befana vien di notte. Una donna inarrestabile, un’attrice trasformista, che andando ad affilare anche la scrittura accanto al regista – e marito – Riccardo Milani e agli sceneggiatori Giulia Calenda e Furio Andreotti, si riconferma per l’ennesima volta un’artista a tutto tondo. Artista e, nel suo ultimo film da protagonista Ma cosa ci dice il cervello, agente segreto. Tra inseguimenti sui tetti e task force d’emergenza, la Cortellesi oscilla sul filone della commedia punteggiata dall’action del nuovo film diretto da Milani, in una rinnovata, felice collaborazione dopo il successo del precedente Come un gatto in tangenziale.

Ma cosa ci dice il cervello – Spionaggio, senso civico e vizi italiciMa cosa ci dice il cervello cinematographe.it

Giovanna (Paola Cortellesi) deve restare anonima. Non può mai farsi notare, non può comparire sui social e non può rivelare il suo vero lavoro. Il posto al Ministero che tutti credono ricopra è soltanto la copertura per una vita da agente dei servizi segreti. Due esistenze, due realtà inconciliabili, che anestetizzeranno la Giovanna quotidiana, tanto che la donna dovrà aspettare di rincontrare i suoi compagni del liceo per risvegliarsi. Inseguendo il cattivo di turno e tentando di stabilire un legame con la figlia, Giovanna userà i trucchi del mestiere per aiutare i suoi amici ritrovati, costretti a subire le presunzioni e prepotenze della maleducazione dilagante.

Il cinema italiano, se si guarda soprattutto indietro, non ha mai avuto timore di esprimere una certa dose di crudeltà, che, anzi, diventava spinta delle narrazioni delle opere nostrane. La risata aveva sempre un retrogusto spietato, condito dalle nefandezze e i sotterfugi dei personaggi, in una tradizione che Milani riporta ora sul grande schermo. Ma se quelle cialtronerie impietose rimanevano impunite, è del senso civico che si pervade Ma cosa ci dice il cervello, che dalle aspettative d’azione e di commedia che ci si aspettava, si muta gradualmente in una riflessione sempre più concentrata sul sociale dei nostri giorni.

Ma Cosa Ci Dice Il Cervello: trailer ufficiale del film con Paola Cortellesi

Vizi italici che è il momento di rieducare, in una critica che non trascura il divertimento e ricerca, nel “rigurgito di umanità” citato da Stefano Fresi, un occhio attento alle apparentemente insanabili, imbarazzanti inclinazioni del nostro Paese. Paese che, da poco castigato dall’appunto satirico/politico di Giacomo Fontana e Giuseppe G. Stasi in Bentornato Presidente – sequel, non a caso, di quel Benvenuto Presidente del 2013 diretto dallo stesso Milani -, si accosta con Ma che cosa ci dice il cervello all’aspetto più comunitario, che bisogna saper prendere in giro, su cui è necessario svagarsi, ma che non può non lasciare un briciolo di vergogna per quelle nostre pecche impossibili da non individuare.

Ma cosa ci dice il cervello – Imparare dai propri sbagli, al cinema e nella vita

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Biasimo che sfocia nella costruzione di situazioni di cui sorridere beatamente, pur subendo quel processo in direzione della didascalia che tende, infine, a rendere programmatico il risultato e la percezione del film, rimanendo comunque godibile, pur appesantito da quell’insegnamento reso così esplicito da depotenziare leggermente l’asso su cui la commedia puntava. Un’opera che dagli attori vede svolgere un buon lavoro di struttura e assunzione dei ruoli, su cui sono le sgangheratissime Carla Signoris e Paola Minaccioni a primeggiare, osando con l’acceleratore della comicità.

Pur non rivelandosi totalmente efficace nella sua parte spionistica, comunque gestita con la dovuta attenzione da Riccardo Milani, Ma cosa ti dice il cervello riconferma la Cortellesi, al solito, il talento di una prima della classe della nostra cinematografia nazionale e il tentativo di non arrestare il processo di storie da continuare a esplorare. Il poter aprirsi sempre di più, nonostante ancora alcuni intoppi creativi e del mestiere, questa volta ironizzando sul lato infimo della società e scivolando, proprio come poi dimostra il film, in errori da evitare in futuro. Avere pazienza per capire dove si è sbagliato per poi, da lì, migliorarsi.

Ma cosa ci dice il cervello, prodotto da Wildside e Vision Distribution con Sky Cinema e Timvision, sarà nelle sale dal 18 aprile, distribuito da Vision Distribution.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8