I Liviatani – Cattive attitudini: recensione del film

Una famiglia strana, quella dei Liviatani; un film sorprendente, quello di Riccardo Papa. La nostra recensione de I Liviatani, disponibile dal 27 luglio

Forse è troppo tardi, ma vogliamo darvi un consiglio (che in realtà vale un po’ per tutti i prodotti, ormai): non guardate il trailer di I Liviatani – Cattive Attitudini se non volete sapere per filo e per segno tutto quello che accadrà. Perché questo vizietto sempre più diffuso di inserire tutte le parti salienti di un film (o di una serie) nel trailer colpisce la pellicola di Riccardo Papa in maniera clamorosa e se c’è qualcosa che questo film si merita è proprio il beneficio della suspense.

Perché è ovvio che la famiglia protagonista – più volte definita una “famiglia Addams all’italiana” – abbia qualcosa che non va, ma è sorprendentemente godevole farsi rivelare poco a poco quale sia il problema. Potreste arrivarci da soli? Certamente, ma è il viaggio che conta e Papa organizza per il suo pubblico un viaggio su una strada a volte dissestata, ma davvero (davvero) divertente.

I Liviatani - Cattive attitudini cinematogreaphe.it

Di cosa parla I Liviatani – Cattive Attitudini? La trama del film

L’opera prima di Papa, scritta con Antonio Cardia, racconta la storia della famiglia Liviatani, nobile e ricca, attenta alle tradizioni e al buon costume. La figlia più grande, Diana (Federica Sabatini), decide che è arrivato il momento di portare a casa il fidanzato, Orlando (Gabriel Lo Giudice), ed è proprio attraverso l’arrivo di Orlando insieme all’amico Biagio (Giovanni Anzaldo) nella villa dei Liviatani che veniamo introdotti ai genitori Ermanno e Amalia (Fortunato CerlinoAntonia Liskova) e ai fratelli Dafne e Ludovico (Giulia Cragnotti e Eduardo Valdarnini), ma soprattutto conosciamo le loro “cattive attitudini”.

È chiaro fin dall’inizio che la famiglia protagonista abbia un segreto oscuro: i toni ammicano immediatamente alla possibilità che questo perfetto nucleo borghese nasconda un sottobosco criminale, violento, in generale malvagio. Ogni membro nasconde forzatamente (spesso volutamente senza successo) un’indole psicotica che i due estranei captano e indagano, senza rendersi conto della verità fino alla fine. Ma cosa nascondono i Liviatani? Sono davvero solo una versione nostrana della famiglia Addams o c’è qualcosa di più?

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I Liviatani – Cattive Attitudini: la decadenza della borghesia, tra Family Day e bon ton

Papa ci regala una regia interessante che si muove a braccetto con la fotografia pulita, ma stilosa di Francisco Gaete Vega. Attorno si staglia la scenografia di Ilaria Sadun che lo aiuta a giocare senza timore sulla decadenza della nobiltà, sul distacco inquietante che spesso si trova tra le ottime apparenze e la vera bontà: un’ipocrisia tutta borghese, tutta italiana. Quella che va al Family Day, che marcia per la famiglia tradizionale, ma che forse – di tradizionale – non ha proprio nulla. La regia inquadra da lontano, in scene ampie e ordinatissime, un ceto alto attento all’immagine che dà al mondo, elegante e impeccabile, col vestito della festa (e come sono belli i vestiti della costumista Raffaella Toni), vini pregiati e tanto tanto bon ton.

Il tutto è tenuto assieme da una colonna sonora ammirevole, talmente adatta al resto del film che la notiamo poco alla volta, in un crescendo, fino a sorprenderci di quanto sia effettivamente buonissima. Le musiche originali di Susan DiBona e Salvatore Sangiovanni ricordano i classici gialli, un’epoca diversa, quella nella quale i Liviatani vorrebbero mantenersi, eliminando ogni progressismo. In fondo – come dice l’Ermanno di Cerlino – l’emancipazione femminile, la totale scomparsa dei buoni costumi nella donna, è alla base del degrado sociale che ci attanaglia. Ovvio, no?

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I Liviatani – Cattive Attitudini è uno spettacolo esistenzialista, ma quanto è divertente

Papa usa i suoi protagonisti, personaggi di uno spettacolo esistenzialista, per mettere sullo schermo una riflessione sociale sempre più presente, mascherata da commedia horror (a volte più horror, ma spesso più commedia). Fa uso di un cast azzeccato nel quale ognuno gioca la sua parte con attenzione puntando su una recitazione estremamente teatrale (I Liviatani – Cattive abitudini potrebbe passare senza fatica per un adattamento) che a volte infastidisce, ma che per la maggior parte del tempo si sposa con una scrittura volutamente artefatta.

I problemi ci sono: c’è molta ripetizione e ci sono tempi troppo dilatati, momenti rimandati all’infinito; capita che le intenzioni non siano chiare, capita che ci si ritrovi a pensare “e quindi?”. Ma è il risultato finale che conta e Papa porta a casa un film che è impossibile non trovare divertente. Sovverte le aspettative che circondano le opere prime, i film italiani e le commedie horror puntando tutto su un’idea brillante che ricorda in qualche modo il recente Finché morte non vi separi.

I Liviatani – Cattive abitudini, tra uno scivolone e l’altro, rappresenta un prodotto perfetto per questa strana estate di cinema. Vi promettiamo un’ora e mezza piacevole che vi lascerà con un sorrisetto sul volto e la voglia di dire a qualcuno di guardarsi questo film molto strano, ma sorprendente.

I Liviatani - Cattive attitudini cinematogreaphe.it

I Liviatani – Cattive abitudini di Riccardo Papa – prodotto da Play Entertainment – è dal 27 luglio sulle tutte le piattaforme digitali On Demand (Sky Primafila, The Film Club, Infinity, Apple TV, Chili, Rakuten e Google Play), ma anche nelle arene estive e nei drive-in organizzati in giro per l’Italia. Cercatelo!

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.4