Hotel Artemis: recensione del film di Drew Pearce

Recensione di Hotel Artemis, film con premesse elettrizzanti tradotte in uno svolgimento fiacco e senza spina dorsale che punta solo al carisma dei suoi interpreti.

Los Angeles, 2028. Un setting invitante ci trasporta subito nel vivo dell’azione nel film scritto e diretto da Drew Pearce. Regna il caos sulle strade dopo l’approvazione della legge sulla privatizzazione dell’acqua. Un’azione sconsiderata che si traduce in rivolte, gruppi di malavitosi e anarchici pronti a mettere a soqquadro l’intera città. Seguiremo le vicende di Jean Thomas (Jodie Foster), un’infermiera a capo dell’Hotel Artemis, un albergo singolare al servizio di criminali in fuga, una struttura dotata di alta tecnologia per interventi chirurgici e rifornimenti. Una parata di comprimari popoleranno l’hotel nel corso della pellicola, concentrando gli scontri e la tensione crescente all’interno del rifugio.

Hotel Artemis: un soggetto mai sviscerato a fondo

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La realtà esterna all’hotel viene semplicemente accennata nel prologo della pellicola di Drew Pearce: la premessa è fondamentale per ritrovarci immersi in uno scenario dipinto come post-apocalittico. L’acqua come risorsa naturale e alla portata di tutti, ora destinata solamente alla classe privilegiata. La grandiosità del soggetto, che poteva essere sviscerata e tramutarsi in tema cardine del titolo, viene accantonata a favore di una vetrina traslucida posta al centro della scena, dove al suo interno figurano i più disparati criminali.

Hotel Artemis: ecco il trailer ufficiale italiano del film con Jodie Foster

Sterling K. Brown, Sofia Boutella, Charlie Day e Jeff Goldblum cercano di contendersi lo scettro di miglior apparizione sullo schermo, mentre il personaggio di Jodie Foster trascina a fatica le redini della trama principale. Il ritmo cala vertiginosamente nel corpo centrale di Hotel Artemis, non assumendo un’identità chiara e rilevante in sede di scrittura. La caratterizzazione è riservata solo alla figura dell’infermiera, un factotum intransigente e scaltro che cerca di tenere a bada l’economia e le sorti dell’Hotel.

Hotel Artemis: solo uno sfoggio di riprese eleganti

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Drew Pearce si rivela un ottimo regista al suo debutto, capace di studiare la geometria degli spazi chiusi, la gravità del pericolo che incombe sui protagonisti e valorizza la gamma di colori esposti da Chung Chung-hoon (Oldboy, 2003) alla fotografia. Tuttavia i pregi più accattivanti del film vengono oscurati dal poco approfondimento del background dei killer, dei trafficanti d’armi e ladri che sono costretti a convivere dentro l’hotel. Davvero troppi i personaggi che si palesano in primo piano; si perde il controllo della gestione degli interpreti, costretti ad assumere una forma caricaturale della loro persona fino alla resa dei conti.

La macchina da presa cerca di scavare sul passato dei protagonisti, rivelandoci un trascorso fatto di scontri brutali, sacrifici e rinunce, ma la sceneggiatura imposta un’altra rotta, definendo il destino dei criminali già durante la stesura del secondo atto. Il climax ascendente emerge in ritardo, proponendo una risoluzione finale sbrigativa che non rende giustizia ai carismatici clienti dell’hotel.

Hotel Artemis: la soundtrack si fa strada tra i criminali

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Le musiche, a cura di Cliff Martinez (The Neon Demon, Contagion), cercano di rafforzare l’impianto narrativo claudicante, implementando una partitura ricca di suoni freddi, sotterranei, con l’obiettivo di far lavorare di fantasia il pubblico. L’approccio “techno”, una costante durante i suoi lavori, funge da tappezzeria per l’hotel che si deve preparare ad accogliere sia i ricercati malviventi che un’ondata di disprezzo e disagio disposta nella città di Los Angeles.

Un percorso che si preannuncia evocativo e forte di scene trascinanti, ma l’epica viene messa da parte per avviare un collage di sequenze retoriche, inclini all’ostentata adesione ai banali luoghi comuni. L’autocompiacimento durante la fase espositiva e di (poca) definizione dei personaggi si scontra con una soundtrack espressiva, vibrante e degna di ascolto. Una equazione che non può di certo risolversi con la piena riuscita della pellicola.

Hotel Artemis è prodotto da The Ink Factory e Marc Platt Productions ed è distribuito da 01 Distribution. Arriva nei nostri cinema il 1 agosto.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 1.5

2.8