Black Mirror: Bandersnatch – recensione del film Netflix

Netflix ha pubblicato il 28 dicembre un film interattivo intitolato Black Mirror: Bandersnatch che cambia per sempre le regole del gioco: ecco la recensione

Adrenalina a mille, crisi di coscienza e voglia di ricominciare la visione da capo: questo lascia Black Mirror: Bandersnatch una volta terminati i titoli di coda. E potenzialmente potremmo rivederlo all’infinito senza il rischio di annoiarci perché il nuovo film Netflix partorito dalla mente di Charlie Brooker arrivato oggi (28 dicembre) sul servizio streaming è niente meno che un Choose Your Own Adventure, un’opera che permette al suo spettatore di scegliere l’avventura che il protagonista sarà costretto a vivere.

A subire le nostre decisioni mal pensate c’è Fionn Whitehead (che aveva debuttato nel mondo del cinema grazie a Dunkirk di Christopher Nolan) nei panni del giovane Stefan Butler, un aspirante programmatore di videogiochi nell’Inghilterra del 1984. Con lui c’è Will Poulter (Revenant – Redivivo) nei panni del ragazzo prodigio della programmazione Colin Ritman. Stefan ha problemi psicologici presumibilmente dovuti alla scomparsa della madre ed è appassionato di libri interattivi, i cosiddetti Choose Your Own Adventure appunto, e vuole trasformare il suo preferito, Bandersnatch, in un videogame. Lo propone alla casa di produzione leader del mercato e ottiene l’incarico. Da questo punto in poi non esiste una trama prestabilita: siete voi a decidere.

Black Mirror: Badersnatch cinematographe

Black Mirror: Bandersnatch è un meta-film interattivo – recensione Netflix

Dal punto di vista ideologico Black Mirror: Bandersnatch è estremamente autoreferenziale. Netflix ci permette di comandare un personaggio che sta a sua volta producendo un’opera interattiva. Come una matrioska, c’è sempre un nuovo meta-livello che non fa altro che parlare di se stesso, della sua funzione e della sua natura. Bandersnatch parla di se stesso, del gioco, del film, parla di Black Mirror (facendo riferimento ad altri episodi come Metalhead e Nosedive (in italiano Caduta libera) e parla persino di Netflix.

Per la sua natura tanto intricata è praticamente impossibile parlare della storia da un punto di vista critico. Chi scrive ha provato a esplorare diverse opzioni, diversi percorsi e possibilità per ottenere risultati diversi e solo di una cosa si può essere certi: qualunque decisione scegliate di prendere, non rimarrete mai delusi. Mai. Ogni scelta porta a versioni diverse dello stesso Universo, ognuna delle quali è coerente con ciò che è avvenuto prima e che sarà coerente con quello che verrà. L’intento di Bandersnatch era creare un Choose Your Own Adventure che non desse scampo all’attenzione dello spettatore e non c’è dubbio che ci sia riuscito.

Black Mirror: Badersnatch cinematographe

E non possiamo che esserne impressionati: il lavoro di produzione, sceneggiatura e recitazione è mastodontico. Il suo giovane protagonista – che avrà senza dubbio una carriera brillantissima davanti a sé – ci offre infinite versione del suo Stefan, sempre e comunque disturbato dal suo passato, inquietato dal suo presente e incerto sul suo futuro. Poulter, dal canto suo, porta sullo schermo un genio nevrotico e consapevole della sua esistenza (vera, interattiva o fittizia che sia) e come una guida spirituale e del gioco indirizza Stefan verso il passo successivo.

Black Mirror: Bandersnatch cambia le regole del gioco – recensione del film Netflix

L’acquisizione di Black Mirror da parte di Netflix non ha avuto molti fan nel corso degli anni. Gli spettatori si sono divisi – come spesso accade – tra i puristi (che hanno scoperto Black Mirror nel 2011 e che hanno vissuto il cambiamento di tono in maniera drastica) e coloro che hanno scoperto il gioiellino di Brooker tardi, con anni di arretrati e che hanno vissuto il suo spostamento sulla piattaforma come una normale conseguenza dell’egemonia del servizio streaming. All’interno di questo cambiamento di tono (che c’è stato e che ha senza dubbio reso Black Mirror meno interessante) ci sono state alcune perle rare. Parliamo dello speciale natalizio White Christmas, dello spiazzante Shut Up and Dance, del poco visionario ma estremamente realistico Hated in the Nation e del rivoluzionario USS Callister. Tutti gli altri episodi sono opere di immenso valore, senza dubbio, ma non reggevano il confronto con quello che era stato.

Black Mirror: Badersnatch cinematographe

Ora Black Mirror: Bandersnatch cambia le regole del gioco. Solo Netflix avrebbe potuto creare un prodotto del genere e per questo gli siamo grati. Il film è un’opera che verrà emulata nei prossimi tempi con copie meno brillanti, è un esperimento perfettamente riuscito. Soprattutto è quello che Black Mirror è sempre stato: innovazione. Innovazione nel racconto, innovazione nella storia, innovazione nell’esperienza.

Quindi ora smettete di leggere questa recensione e andate a giocare/guardare Bandersnatch. Create la vostra personalissima storia per Stefan e non aspettatevi di essere ringraziati perché siete voi i cattivi. Siete voi a scegliere di fargli fare cose orribili, angoscianti. Siete voi a decidere di fargli perdere il senno, siete voi a decidere se il suo gioco sarà un successo. Siete voi a decidere chi vive e chi muore: questa è la vostra avventura.

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 5

4.3

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