Attacco al potere 3: Angel has fallen – recensione del film con Gerard Butler

Recensione di Attacco al potere 3: Angel has fallen, con cui torna in scena Mike Banning, angelo custode caduto del Presidente Trumbull, in un profondo dramma umano con un Gerard Butler nella performance attoriale della vita. 

Sono pochi i casi di franchise nella storia del cinema capaci di rinascere e di cambiare pelle nel corso del suo dipanarsi; non fa eccezione il franchise di Attacco al potere, con protagonisti Gerard Butler e Morgan Freeman. Dopo Olympus has fallen (2013) e London has fallen (2016) infatti, dove la componente action risulta predominante rispetto alla caratterizzazione psicologica dei personaggi – il terzo (e ultimo) capitolo, Angel has fallen (2019), diretto da Ric Roman Waugh (Snitch) e distribuito da Lucky Red dal 28 agosto, ribalta la tipizzazione narrativa alla base della saga, portando il conflitto in una dimensione più umana, intima.

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Questa volta infatti, la minaccia contro cui il portatore sano di valori americani Mike Banning (interpretato da Gerard Butler) non è data da dei terroristi nordcoreani all’assalto della Casa Bianca come nel caso del capostipite della saga, o dall’ISIS a Londra nel secondo capitolo, piuttosto da Banning stesso. In Attacco al potere 3: Angel has fallen infatti, Mike Banning si trova coinvolto in una cospirazione che lo vede mandante di un attentato – fallito – proprio verso il Presidente degli Stati Uniti Allan Trumbull (interpretato da Morgan Freeman) che ha giurato di proteggere. Sarà così lo stesso Banning a dover dimostrare la propria innocenza, perché dopo anni di onorato servizio “il miglior angelo custode dei servizi segreti del Presidente Trumbull è caduto stanotte.”

Dei toni decisamente più drammatici quindi, anche nel portare in scena un Banning molto più caratterizzato psicologicamente, oltre che debilitato a livello fisico, che a detta dello stesso Gerard Butler è ispirato alla figura dell’eroe crepuscolare di Logan – The Wolverine (2017), diretto da James Mangold, e a cui noi ci sentiamo di aggiungere anche Il cavaliere della valle solitaria (1953), diretto da George Stevens. E per un Morgan Freeman che torna a interpretare il Presidente degli Stati Uniti a ventun’anni di distanza dal Presidente Beck di Deep Impact (1998), diretto da Mimi Leder.

Attacco al potere 3: Angel has fallen – una regia ispirata per un Gerard Butler in grande spolvero

Attacco al potere 3: Angel has fallen cinematographe.it

La regia di Roman Waugh è di qualità e ispirata, sa ben gestire i momenti nel corso della narrazione, ora attraverso soggettive e semi-soggettive per farci immergere nella psiche e nel dolore di Manning, ora attraverso primi e primissimi piani sul volto di Butler scavato dalla fatica, ora attraverso una regia dinamica e veloce nelle sequenze action. Valorizzando al massimo così uno script certamente più maturo e valido, con un Gerard Butler in grandissimo spolvero come mai prima d’ora. In Attacco al potere 3: Angel has fallen si approfondisce soprattutto l’aspetto umano del Banning di Butler, in una caratterizzazione che denota una scrittura più audace, scavando nel suo passato e mostrandocelo così debilitato da una malattia, in odore di promozione dopo tanti anni di duro lavoro, e come amorevole marito e padre di famiglia – elemento che risultava appena accennato nei due capitoli precedenti del 2013 e del 2016 – e in cerca di redenzione.

Espressione quindi di un personaggio non più bidimensionale che ragiona per frasi fatte e slogan, ma un uomo a tutto tondo, tridimensionale, dai ruoli sociali di “marito”, “padre”, “figlio”, “amico” e soprattutto “Agente”, ben delineati.

Attacco al potere 3: Angel has fallen – un intreccio solido, limitato da cali di ritmo narrativo

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Attacco al potere 3: Angel has fallen, muove attraverso una struttura narrativa abbastanza basilare nel concept, ruotando principalmente intorno a un unico arco, quello del Mike Banning di Butler – qui mostratoci sotto una nuova luce in termini di caratterizzazione. Per un arco narrativo dipanatosi nella forma del comune cammino dell’eroe dove Banning si ricostruirà lentamente sia a livello umano che professionale. In opposizione troviamo Wade Jennings (interpretato da Danny Huston), che grazie a un importante switch narrativo inerente al suo ruolo scenico, permette di impreziosire la performance di Butler, presentandoci così un personaggio dalle mille sfaccettature. Per un intreccio narrativo solido e il cui conflitto – rispetto ai capitoli precedenti – è posto in una dimensione più intima e umana. Grazie anche a un forte sottotesto umano alla base della narrazione de Attacco al potere 3: Angel has fallen che ruota attorno all’amicizia fraterna e virile, la fiducia, e il tradimento della stessa – sia essa quella con il proprio capo/Presidente degli Stati Uniti, che con il proprio compagno commilitone.

Vengono meno anche gli indistruttibili valori americani, rielaborati in Attacco al potere 3: Angel has fallen, sotto una luce, negativa, ossessivi e motore di un modo di fare politica che oggi è la ragione stessa del fallimento della guida finto-populista del Presidente Donald Trump.

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Tuttavia, proprio per la sua duplice anima “action” e “umana”, Attacco al Potere 3: Angel has fallen, subisce un notevole scarto ritmico nel gestire la componente umana e quella eroico-scenica, che viene tuttavia ben mascherato da un Butler capace di far trasparire al meglio le mutevoli emozioni del “suo” Mike Banning nell’epica “dell’unico uomo” in cerca d’innocenza, come un comune Richard Kimble (interpretato da Harrison Ford) de Il fuggitivo (1993), diretto da Andrew Davis.

Attacco al potere 3: Angel has fallen – la caduta e risalita dell’angelo custode del Presidente USA

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Con Attacco al potere 3: Angel has fallen, si conclude l’epica di Mike Banning in un ultimo capitolo compatto, efficace, che ridà slancio a un franchise che se nei primi due capitoli è caratterizzato principalmente per la componente action solida, trova nella sua conclusione la sua componente più umana – quella della caduta e risalita dell’angelo custode del Presidente degli Stati Uniti – con un Gerard Butler in parte come mai prima d’ora, per un action movie brillante, umano e coinvolgente.

Attacco al potere 3 – Angel has fallen, diretto da Ric Roman Waugh, verrà rilasciato nelle sale italiane il 28 agosto 2019; qui la sinossi:

Le autorità arrestano l’agente FBI Mike Banning, accusato di aver tentato l’omicidio del Presidente degli Stati Uniti. Dopo essere fuggito, l’uomo, innocente, tenta di scoprire la verità, salvare il proprio onore e sventare un colpo di stato.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.5