Mark Hamill: il ritorno in Star Wars e l’addio a Carrie Fisher

Mark Hamill racconta in un'intervista com'è stato il ritorno sul set di Star Wars dopo 34 anni di distanza e come ha affrontato l'addio a Carrie Fisher

Il 25 maggio 1977 Mark Hamill si è visto lanciare nella stratosfera hollywoodiana grazie al debutto di una delle icone della storia del cinema: il primo capitolo di Star Wars. Quando Il ritorno dello Jedi è arrivato, nel 1983, la trilogia degli Skywalker era da ritenersi completa e, secondo l’attore, non c’erano strade aperte da percorrere. Ora, 34 anni dopo, dopo 3 prequel e un sequel dove ha riempito un breve cameo, il Luke Skywalker di Hamill è tornato grazie a Star Wars: Gli utlimi Jedi.

“Quando mi hanno chiesto di tornare, è stato spaventoso. Ho pensato: ‘cavolo, è stato difficile azzeccarlo la prima volta. Non so quanto sia una buona idea’” ha raccontato a Associated Press Hamill. “Sentivo che fosse sbagliato tornare: la trilogia originale aveva un inizio, una svolgimento e una fine. Ma ci sono due modi di guardare alla situazione e da un lato aveva una chiusura”.

Secondo Mark Hamill è un po’ come “raccontare la storia di come James Bond abbia ottenuto la licenza di uccidere e di come sia diventato 007 e poi la storia finisce. Se lo guardate da un altro lato, è stato come raccontare come Luke sia diventato da un ragazzo semplice, un guerriero Jedi e poi lasciar finire la storia”.

Le preoccupazioni di Hamill, però, sono terminate quando a gestire il seguito della saga è arrivato il talentuoso J.J. Abrams, insieme a Michael Arndt e ora a Rian Johnson. L’attore ha discusso della crescita del personaggio dalle origini a Star Wars: Gli ultimi Jedi:

“Luke è cambiato, credo, più di altri personaggi della trilogia originale. Dal ragazzo di fattoria è diventato un maestro Jedi. Tra Il Ritorno dello Jedi a Gli ultimi Jedi ci sono decenni da raccontare ed è questo che mi ha affascinato”.

È, però, impossibile, tornare sul set di Star Wars senza pensare alla compianta Principessa Leia, Carrie Fisher:

“Lei è insostituibile. Non ci sarà mai più una reunion vera e propria. È tragico. Odio che questa cosa aggiunga un’aria di malinconia al film perché non se lo merita. Io so che lei vorrebbe che ci divertissimo. Per lei l’unica cosa che contava era ridere, stare bene. Stiamo vivendo insieme una sorta di lutto che, in qualche modo, rifletto i film stessi tra trionfi e tragedie”.