Carlo Verdone: con Benedetta follia racconto il cambiamento della società

Benedetta Follia? Un modo per confrontarsi con il cambiamento della commedia e della società

Nella cornice dell’Anteo Palazzo del Cinema di Milano, abbiamo avuto modo di assistere alla conferenza stampa di Benedetta Follia, alla presenza del regista e protagonista Carlo Verdone, della protagonista Ilenia Pastorelli e del produttore Luigi De Laurentiis. I tre hanno risposto con incisività e passione alle domande dei presenti sul film, che arriverà in sala giovedì 11 gennaio, con distribuzione Filmauro.

Carlo Verdone ha parlato della sua collaborazione con Nicola Guaglianone e Menotti, che hanno scritto insieme a lui la sceneggiatura di Benedetta follia:

“Guaglianone e Menotti si sono introdotti nel mio modo di fare commedia e hanno aggiunto alcuni voli pindarici che secondo me danno un valore aggiunto al film, come la parte dei balletti. Durante la lavorazione del film, li ho visti intenti a guardare una scena de Il grande Lebowski, che mi hanno proposto di omaggiare con una sequenza onirica. Ero un po’ restio, ma alla fine ho ceduto e l’ho fatto con piacere.”

A seguire, Ilenia Pastorelli ha parlato del suo rapporto con Carlo Verdone durante le riprese di Benedetta follia:

“Per me è stata un’emozione grandissima, perché sono sua fan da sempre. Alcuni suoi film li so a memoria e sono cresciuta con loro. La cosa più complicata di tutte è stata non ridere mentre recitavo con lui, perché quando reagiva a certe mie battute ho dovuto pensare alle cose più tristi per non ridere. Carlo mi ha messo a mio agio e mi ha dato tanta libertà e fiducia.”

Luigi De Laurentiis ha preso la parola per parlare della lavorazione di Benedetta Follia:

“Questo ultimo film ha avuto una lavorazione particolarmente lunga, di quasi 2 anni. Da qualche anno, il nostro lavoro con Carlo è basato sulla ricerca di nuove collaborazioni che possano arricchire il suo modo di fare cinema. In questo caso abbiamo optato per gli sceneggiatori Nicola Guaglianone e Menotti, che sono stati fondamentali per la buona riuscita del film.”

Benedetta follia è stato per Carlo Verdone anche un modo per confrontarsi con il cambiamento del genere della commedia, su cui si è così espresso:

“Oggi è molto più complicato fare ridere, perché la società è cambiata e in questo Paese non c’è più il senso del ridicolo, come mi disse il grande Alberto Sordi durante il nostro ultimo incontro. La società ha perso la sua fisionomia, bisogna essere attenti a rincorrere gli italiani ma anche i non italiani. La gente è un pochino più arrabbiata e c’è meno il senso della battuta. Oggi sono tutti uguali e omologati, e anche il terrorismo ha messo una cappa di malinconia e depressione sulla gente. Questo rende tutto più difficile, perché quando vai a scrivere qualcosa di divertente ti senti sempre un po’ inadeguato. La gente oggi è più sola, ed è resa sola dallo smartphone, dal computer e dalla rete.

Non dobbiamo però farci abbattere. Dobbiamo concentrarci su debolezze e tic, che mutano continuamente. Prima costruivo i miei film sui personaggi, adesso individuo una storia e poi ci infilo dentro un personaggio, che costruisco in base alla trama. Per me è fondamentale lavorare con i giovani, perché mi danno tanta energia e io dò a loro la mia esperienza. La società di oggi fa un pochino più paura, si è perso un po’ il senso etico della vita. Aggiorniamo i sentimenti come aggiorniamo i software, però bisogna raccontare anche questo mondo che cambia.”

Carlo Verdone ha poi parlato del suo rapporto con Ilenia Pastorelli sul set:

“Ilenia è l’attrice che meno ho diretto in tutta la mia carriera: già tornando a casa dopo il primo giorno di riprese mi sono accorto che non le avevo detto niente. L’ho trovata molto preparata nei tempi e nelle pause, sono intervenuto poche volte e questo le fa molto onore, perché vuol dire che il copione se l’è studiato ed è entrata nel personaggio. Questa sua spontaneità è un dono, ha l’arte di nascondere l’arte. Dentro Ilenia c’è della poesia, della periferia sincera. Mi ha raccontato la sua storia personale e perché per esempio è attaccata alla Magliana. Queste sue cose private riesce a trasportarle nel personaggio. Io l’ho presa perché è una ragazza molto dinamica e forte, ma dentro ha un grande animo poetico.”

A seguire, Ilenia Pastorelli si è così espressa sul suo percorso nella recitazione:

“Sono stata molto fortunata con Benedetta follia, perché il mio personaggio lo hanno scritto Guaglianone e Menotti, che mi conoscono già da Lo chiamavano Jeeg Robot. Io in genere mi approccio alla recitazione da profana, perché non nasco come attrice: faccio un paragone fra il personaggio e me e cerco di condividere, come se parlassi con un’amica. Il bello di questo lavoro è che ti fa tirare fuori delle cose della vita che avevi rimosso, costringendoti a essere sincera con te stessa. Molti mi dicono, pensando di offendermi, che io interpreto me stessa. Io rimango perplessa, non perché mi senta una brava attrice, ma perché secondo me il punto focale della recitazione è riprodurre dei sentimenti, e per farlo devi per forza confrontarti con te stessa, in modo da portare al regista una tavolozza su cui lui può lavorare per raccontare la sua storia.”

In chiusura di conferenza, Carlo Verdone ha commentato la sequenza della telefonata (già visibile nel trailer), pronta a diventare un cult della comicità italiana:

“La cosa più difficile è stata non renderla volgare. Io in gran segreto facevo leggere ai miei familiari il copione, e tutti mi mettevano in guardia sulla scena del telefono. Alla fine ho scelto l’attrice giusta ed è stato bravo anche il direttore della fotografia. Sono stato timoroso fino al montaggio, poi ho visto ridere anche delle persone particolarmente bigotte e ho capito di essere riuscito ad aggirare la volgarità.”