Terminator – Destino oscuro: la spiegazione del film

ALLERTA SPOILER! Tra viaggi nel tempo, similitudini con il film del 1984 e nuovi salvatori, ecco la spiegazione del film e del finale di Terminator - Destino oscuro.

Con Terminator – Destino oscuro sono molte le domande che fan e spettatori si sono posti sul proseguimento della saga e sui suoi collegamenti con gli altri film del franchise lanciato da James Cameron. Molte sono le curiosità andatesi a creare attorno a questo “destino” del titolo, che può in qualche modo essere spiegato attraverso il finale della pellicola diretta da Tim Miller. Il film rivela che Sarah Connor e Dani Ramos fanno parte di un altro ciclo temporale, in cui però l’unica conferma che sopraggiunge è quella che, in qualsiasi caso, le macchine non avranno mai la meglio sul futuro degli uomini.

Già l’apertura di Terminator – Destino oscuro è piuttosto scioccante: un T-800 con l’aspetto del leggendario terminator di Arnold Schwarzenegger porta a compimento la sua missione uccidendo un giovane John Connor nel 1998. Da quel momento, la madre Sarah diventa una mercenaria in giro per il mondo, pronta ad intervenire contro qualsiasi macchina e impedirgli di uccidere il proprio obiettivo. Nel film di Miller, il personaggio interpretato da Linda Hamilton, che torna a rivestire dopo anni il ruolo di Sarah Connor, affronta la sua sfida più pericolosa, lottando per salvare quella Dani Ramos che scopriremo essere il vero nuovo Messia da seguire per sconfiggere la tecnologia del futuro. Sarà infatti lei a portare speranza nella razza umana e a condurla contro la Legione, nuova IA malvagia che cerca di conquistare la Terra.

Il nuovo capitolo della saga non solo è pieno di azione, ma contiene anche numerosi riferimenti ai precedenti film di Cameron, in cui sono principalmente lo scopo e la direzione del racconto a prendere pieghe piuttosto familiari. Ancora una volta, la chiave del franchising di Terminator, risiede nella sua intrigante meccanica temporale. Terminator – Destino oscuro rispecchia il percorso del Terminator del 1984, stabilendo un nuovo ciclo temporale, con un presente e un futuro che si alimentano l’un l’altro. Nel primo Terminator, il ciclo temporale era incentrato su Sarah Connor, rimasta poi incinta del futuro leader della resistenza John a seguito di una storia d’amore folgorante con un viaggiatore del tempo.

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Inizialmente il personaggio crede che lo stesso avverrà a Dani, vedendo nella giovane il riflesso di se stessa anni prima, ma questa volta il ciclo temporale si rivela diverso. È la stessa Dani a diventare la nuova “John Connor” e ad occupare così il ruolo di capo nel tentativo di bloccare le macchine e riscrivere la storia. Alla fine di Terminator – Destino oscuro, Dani ha perso tutto. Suo fratello, suo padre, una tranquillità che è stata spazzata via e sostituita da una vita in conflitto. Ed è questa strada quella che un eroe deve percorrere prima di poter rivestire il proprio ruolo.

Questo particolare ciclo temporale comprende anche un altro nuovo personaggio: Grace, interpretato nel film da Mackenzie Davis. Grace è una donna potenziata artificialmente e mandata dal futuro per proteggere Dani dal Rev-9. Alla fine del film il personaggio rivela di conoscere bene Dani, ossia colei che deve salvare. Questo perché, nella sua linea temporale, Grace ha conosciuto la donna quando era ancora una bambina che cercava di sopravvivere nel mondo invaso dalle macchine, la quale la salvò da un gruppo di malviventi che volevano rubarle il cibo. Questo rende chiaro il destino di Grace, cioè essere inviata indietro nel tempo per impedire all’intelligenza artificiale di cambiare il passato.

Per portare a buon fine la missione, Grace riceve delle coordinate che le vengono incise addirittura sulla pelle, con longitudine e latitudine di un luogo in cui potrà essere al sicuro, dove potrà chiedere aiuto e salvare Dani. A dare una fondamentale mano alle donne è una fonte totalmente inaspettata. Si tratta, infatti, di Carl, ultimo modello T-800 della vecchia timeline in cui esisteva Skynet e che vede tornare Arnold Schwarzenegger nella saga. Carl era quel T-800 che nel 1998 uccise John Connor, e che ha trascorso gli ultimi vent’anni vivendo come un umano. Il Terminator è cambiato molto dalla sua ultima missione, immerso nella società umana e diventato gradualmente un uomo a tutti gli effetti. Anche se Carl insiste sul fatto che prova soltanto degli affetti, senza riuscire a provare veramente delle emozioni, ciò non sembra del tutto veritiero. È un desiderio di redenzione quello che sembra spingere la macchina, troppo radicato per essere una mera programmazione.

La Legione, una nuova minaccia e quel collegamento con Terminator – Il giorno del giudizioterminator destino oscuro, cinematographe

Il personaggio di Schwarzenegger ha segretamente tentato di riscattarsi per anni, monitorando il mondo per anomalie temporali e inviando coordinate e messaggi a Sarah Connor in maniera anonima per permetterle di neutralizzare i Terminator. Sente un senso di responsabilità e vuole rimediare a ciò che ha fatto dando uno scopo alla donna. Quando lei, Grace e Dani si presentano alla sua porta, Carl si impegna a proteggere Dani, anche se questo gli costerà la vita che si è costruito durante gli ultimi anni. Interessante notare, dunque, che la linea temporale della Legione verrà sconfitta grazie ad una delle ultime reliquie di quella vecchia Skynet che aveva popolato il futuro del 1984. Nel proprio strano modo, la trama della redenzione di Carl, riscatta implicitamente l’intero futuro apocalittico. Il ritratto di Carl in Terminator – Destino oscuro rappresenta uno sviluppo affascinante per la serie e si adatta perfettamente alla tematica del T-800 di Terminator 2 – Il giorno del giudizio del 1991. Quel Terminator riprogrammato, mostrato con una chiave paternalistica verso il giovane John Connor, sembra essere più un umano che una macchina senza anima.

Ovviamente la più grande domanda di Terminator – Destino oscuro è se il futuro rimane incastonato nella pietra. A prima vista, la simmetria tra il primo Terminator e quest’ultimo capitolo sembra suggerire che il ciclo temporale sia piuttosto stabile. Dani e Sarah, semplicemente, non ne sanno abbastanza per poter cambiare la linea temporale. Sanno che la futura IA ha il nome di Legione e che si tratta di un progetto militare, ma non è stato detto loro molto altro, nemmeno in quale paese questa tecnologia si svilupperà. Il nome in codice Legione potrebbe riferirsi all’esercito di robot che l’intelligenza artificiale comanda. Oppure si potrebbe trattare di un riferimento biblico, suggerendo che il codice della IA “vive” nel cloud, sparso su innumerevoli server in tutto il mondo. In quest’ultimo caso, fermare la Legione sarebbe molto più difficile rispetto a Skynet, perché non si tratterebbe di far saltare in aria soltanto un edificio.

Il ciclo temporale potrebbe stabilizzarsi in questo momento, ma – proprio come nei film di James Cameron – basterebbe l’introduzione di un nuovo evento temporale per interrompere e modificare tutto ciò che sta avvenendo alle protagoniste del film. È comunque sicuro supporre che la Legione continuerà a tentare di cambiare la linea temporale tentando di uccidere Dani, il che significa che più di un Rev-9, o magari qualcosa di peggio, verrà spedito nella sua linea dell’esistenza.

Sarah Connor in Terminator – Destino oscuro: da madre del Messia a mentore del futuroterminator destino oscuro, cinematographe

In Terminator – Destino oscuro, Sarah Connor ha trovato un nuovo scopo. Prima era la madre del futuro, una sorta di Maria destinata a dare alla luce il Messia, addestrandolo durante la sua vita e dandogli le informazioni fondamentali per sconfiggere Skynet, pur vedendo che, nel nuovo film, perderà comunque suo figlio per mano del T-800. Nel blockbuster di Tim Miller, Sarah diventa il mentore del futuro, ha il compito di formare Dani Ramos, di trasmetterle tutte le conoscenze che ha accumulato durante la sua vita. Non avrà messo al mondo il nuovo Messia, ma l’ha comunque educato, istruito e addestrato, come se il suo destino fosse tornato al punto di partenza.

Se sul primo Terminator aleggiava un’aria desolante e fatalista, curiosamente in Terminator – Destino oscuro, nonostante quel sottotitolo che dovrebbe sottolineare un presagio di sventura, il futuro si pone sotto aspettative più positive. È vero che la guerra con le macchine sembra una parte inevitabile della storia dell’uomo, ma anche il modo di reagire nello scontro sembra trovare la società ben più preparata. Anche il fatto che John Connor possa essere sostituito da Dani Ramos fa ben sperare. Suggerisce infatti che, per quanto sia difficile contrastare un’intelligenza artificiale talmente elaborata, ci sarà sempre un leader pronto a formare una nuova resistenza. E se Dani dovesse seguire lo stesso destino di John, ci sarà sempre un altro leader pronto a sostituirla. John e Dani rappresentano i simboli della natura umana, resilienti e invincibili, in grado di resistere agli sforzi delle macchine.

James Cameron non considera Terminator – Destino oscuro un’entità separata alla storia da lui iniziata. Il suo obiettivo come produttore è quello di rilanciare il franchise, per dare spazio a una nuova trilogia legata alla lotta alle macchine. È interessante notare che ci siano somiglianze concettuali tra l’approccio di Cameron e quello di J.J. Abrams quando ha rilanciato nel 2015 la saga di Star Wars. In entrambi i casi i registi hanno creato film che si rivelano, essenzialmente, uno specchio del film classico originale dove il cast di riferimento effettua un passaggio di testimone ai nuovi personaggi. Questo, nonostante le critiche di alcuni, è un modo per ampliare un sentimento nostalgico, che potrebbe avvicinare molti fan al rilancio della saga, di cui si aspettano quindi i due futuri seguiti.

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