Oppenheimer: storia e significato della fatidica frase “Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi”

Non è di Oppenheimer, ma è divenuta famosa grazie a lui. Scopriamo cosa si cela dietro la celebre citazione riportata nel film di Christopher Nolan.

“Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi” è una delle frasi incise sulla bocca di Cillian Murphy in Oppenheimer di Christopher Nolan, un film che si inerpica nella storia vera dell’inventore della bomba atomica, dividendo i tempi della narrazione attraverso l’uso del bianco e nero e dei colori. Un film che cerca di documentare i passaggi di ciò che è avvenuto, archiviando in immagini, suoni e citazioni tutti gli step di un percorso scientifico, politico e umano.

Il regista riporta sul grande schermo il ritratto umano e professionale di J. Robert Oppenheimer, un uomo geniale, determinato, certamente afflitto dai moti della morale, ma al contempo consapevole del potere che la sua posizione poteva fornirgli.
Se la storia reale, nota a tutti noi, è lungi dall’essere affascinante per via delle conseguenze che ne derivarono, non si può negare il fascino di un’architettura filmica che non smette di incasellare dettagli e citazioni. La più nota e significativa, senza dubbio, è quella che abbiamo posto in apertura, che J. Robert Oppenheimer (interpretato da Cillian Murphy) legge traducendo dal sanscrito, per la prima volta, durante una scena di sesso.

Oppenheimer, Christopher Nolan

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Ma qual è la verità dietro a questa frase pronunciata dal fisico statunitense Julius Robert Oppenheimer all’indomani del test che avrebbe cambiato irreversibilmente il mondo della fisica?
La prima bomba atomica sperimentale fu sganciata il 16 luglio 1945 ad Alamogordo, nel deserto del Nuovo Messico, e fu uno dei punti di arrivo del Progetto Manhattan, incentrato sulla ricerca e lo sviluppo delle armi nucleari.
Nonostante la sua invenzione rappresenti un passo avanti per la fisica, l’intenzione del presidente Roosevelt e dal presidente americano in carica Harry Truman era quella di avere un’arma talmente potente da porre fine alla guerra. Fu quel 16 luglio che si deliberò lo sgancio delle bombe su Hiroshima e Nagasaki e fu a seguito di quella decisione che il fisico americano pronunciò il suo celebre discorso: “Sapevamo che il mondo non sarebbe mai più stato lo stesso. Qualcuno scoppiò a ridere, un paio si misero a piangere, ma la maggior parte di noi rimase in silenzio. Fu allora che mi tornò in mente quella frase del Bhagavadgītā, il testo sacro indù, nella quale Vishnu cerca di ricordare al Principe i suoi doveri. Per convincerlo, il dio assume la sua forma con quattro braccia ed esclama ‘Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi’. Bene o male, credo che allora lo pensassimo tutti”.

Come è chiaro, la frase (in originale “Kaalo asmi loka kshaya kritpraviddho“) è tratta dal verso 32 dell’antichissimo testo sacro della tradizione induista, definito dal fisico “il più bel canto filosofico mai scritto”.
Tale filosofia attraeva molto Oppenheimer, il quale aveva avuto modo di approfondirla durante il periodo trascorso ad Harvard (a partire dal 1922) e ancor più quando si trasferì a Berkeley, dove addirittura prese lezioni di sanscrito.

Cosa dice il verso 32 del Bhagavad Gita citato in Oppenheimer?

Nel verso in questione il dio Krishna, che nella tradizione induista corrisponde a un avatara del dio Visnù, considerato l’Essere supremo, ricorda al principe Arjun il suo dovere di fare guerra ai suoi cari, ovvero lo esorta a portare a termine la sua missione. Vista la situazione in cui versa il fisico e la propensione verso questa filosofia, è lapalissiano quanto Oppenheimer si sia potuto rivedere nell’eroe della mitologia induista. Dopotutto la bomba atomica non simboleggiava solo il raggiungimento di un limite fino a quel momento invalicabile per la fisica, ma anche e soprattutto una soluzione per porre fine alla guerra, un modo per contrastare le forze oscure del nazismo.

In sostanza, Robert Oppenheimer vedeva nella bomba atomica una necessità, addirittura un “peccato” dal quale però era ormai impossibile tornare indietro. Il film di Nolan ci svela senza esitazione la sua voglia di mettere a punto la scoperta, nonostante ne conoscesse bene lo scopo. Il fisico americano vedeva nel progetto un dovere, una cosa che se non avessero fatto loro avrebbero fatto altri. Tuttavia, dopo lo sgancio delle bombe su Hiroshima e Nagasaki, fu schiacciato dal peso della sua coscienza, dall’idea di aver causato distruzione e morte e di aver avviato un programma di sperimentazione letale di cui la bomba atomica era solo il principio.

Tornando alla frase in questione, è infine curioso sapere che Cilian Murphy, per prepararsi al suo ruolo nel film di Christopher Nolan, si sia cimentato nella lettura del Bhagavad Gita, riuscendo a entrare in sintonia col pensiero e le ragioni di Oppenheimer.