La settima musa: 5 cose da sapere prima di vedere il film

In sala dal 22 agosto, La settima musa il nuovo horror del regista di REC Jaume Balaguerò: ecco 5 cose da sapere prima di andare al cinema.

La settima musa (Muse) è un horror spagnolo che prende spunto dalla figura mitologica delle Muse, tradizionalmente accostate alla scienza e alle arti. Naturalmente, il film di Jaume Balagueró non si occupa di raccontare la storia delle sette protettrici dei poeti in maniera filologicamente corretta, ma si serve solo dell’idea per trasporla nella contemporaneità (e con risvolti piuttosto inquietanti). Uscito in Spagna l’anno scorso, sarà nelle sale italiane a partire dal 22 agosto 2018.

Con un cast tutto europeo, che vede come attori principali Elliot Cowan, Franka Potente, Ana Ularu nei ruoli – rispettivamente – dei professori Samuel Solomon, Susan Gilard e della musa Rachel, La settima musa è una visione piacevole per una serata di fine estate per chi cerca un po’ di brivido nel caldo mese di agosto. Nel cast troviamo anche Christopher Lloyd, l’amato Doc di Ritorno al futuro.

Prima di andare al cinema, ecco 5 cose da sapere per potersi godere appieno l’esperienza horror proposta da Balagueró e distribuita in Italia da Adler Entertainment.

La settima musa: un romanzo di successo

la settima musa cinematographe

La copertina del libro da cui è tratto il film

La settima musa si basa sul best seller del cubano José Carlos Somoza, La dama numero tredici. Tra film e libro ci sono alcune differenze, tra cui il fatto che i personaggi di Susan e Samuel (nel libro Susana e Salomón) sono sposati. In generale, Balaguerò mette in scena una versione più mittleuropea, ambientando la vicenda a Cork piuttosto che a Barcellona e traducendo tutti i nomi in inglese.

Somoza, l’autore del libro (pubblicato in Spagna nel 2003) è una vera e propria autorità nel genere horror nella letteratura spagnola contemporanea. In patria (o, meglio, nella patria adottiva) il romanzo La dama número trece è diventato un vero e proprio best seller ed è stato insignito del prestigioso premio Gold Dagger per il miglior romanzo, oltre che del Fernando Lara Award e del Dashiel Hammet Award consegnato dall’International Association of Crime Writers.

La capacità di Somoza di entrare in maniera così efficace nel genere horror-fantasy e di riformarlo dall’interno è dovuta alla sua preparazione accademica: lo scrittore cubano, infatti, è psichiatra e ha lavorato in questo campo fino al 1994, data di pubblicazione del suo primo romanzo, Pianos.

La settima musa: chi è la protagonista Ana Ularu?

La settima musa Cinematographe.it

Balaguerò ha voluto tenere fede alla storia originale e affidare il ruolo della Musa Rachel all’attrice rumena Ana Ularu: nel romanzo di Somoza il personaggio, infatti, proviene dall’Est Europa. L’attrice è uno dei nomi più promettenti del panorama del suo Paese ed è stata premiata in diversi festival internazionali – tra cui il Locarno International Film Festival e il premio Shooting Stars a Berlino – per la sua performance da protagonista in Outbound di Bogdan George Apetri, nel 2010.

L’attrice ha avuto successo anche nel mondo delle serie tv, interpretando il ruolo di West in Emerald City accanto a Vincent D’Onofrio. La serie fantasy NBC è ispirata alla storia del Mago di Oz e la sua prima stagione è andata in onda in America nel 2017 (ed è disponibile da noi su Amazon Video).

La settima musa: un nuovo modo di leggere il mito

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Le muse, si sa, sono nove creature mitologiche a cui i poeti e, in generale, gli intellettuali si rivolgevano per essere ispirati nella scrittura. Nell’uso comune, infatti, si chiamano “muse” anche quelle donne (o quegli uomini) che si legano agli artisti e ispirano le loro opere. Nel film di Balaguerò, però, il ruolo salvifico di queste figure è completamente ribaltato o, meglio, l’ispirazione poetica ha un prezzo molto alto, fino ad arrivare spesso e volentieri alla morte.

Nel mito, le muse sono tra le divinità più importanti di tutto il pantheon greco: figlie dirette di Zeus e della dea della memoria Mnemosyne, sono le uniche – oltre al padre degli dei – a poter godere dell’appellativo di “olimpiche”. La loro patria era tradizionalmente collocata sul monte Elicona, ma secondo Tecrito provenivano dalla Pieria, in Macedonia – motivo per cui la protagonista de La settima musa ha origini dichiaratamente est-europee.

La settima musa: il lato oscuro delle figlie di Zeus

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Fonte: www.emiliolonardo.it

Nonostante non si possa dire che nel mito le muse fossero tremende come quelle descritte da Balaguerò, ci sono diversi episodi in cui si sono dimostrate come figure vendicative e dispettose. Quando le Sirene (non immaginiamocele come la Sirenetta Disney, con la coda di pesce, ma come creature alate) si misero contro di loro, la punizione fu esemplare: le muse tagliarono loro le ali e se le sistemarono a mò di corona. Quando, invece, le Pieridi osarono mettere in dubbio il primato nel canto delle nove sorelle, furono trasformate in uccelli (dopo essere state ovviamente sconfitte nella gara canora). Il cantore di Ecalia, Tamiri, provò anche lui sfidare le muse nel canto, avanzando come posta in gioco una notte di amore con tutte e nove le dee: una volta sconfitto, fu accecato e privato del tutto del talento musicale.

La settima musa: il riferimento all’Inferno di Dante

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Nella primissima scena dell’horror di Balaguerò, si coglie subito l’importanza che la grande poesia ricoprirà nella trama. In particolare, si fa riferimento all’Inferno di Dante Alighieri come primo indizio per risalire alle cause della morte di Lidia Garetti, la donna misteriosa comparsa in sogno ai due protagonisti. C’è una piccola curiosità che lega un membro del cast alla prima cantica dell’immensa opera dantesca: l’attrice Joanne Whalley, che interpreta la terribile musa Jacqueline, oltre ad essere stata sposata con Val Kilmer e aver partecipato a The Wall di Alan Parker, interpretò Beatrice (la “musa” ispiratrice del poeta fiorentino) in una miniserie del 1990 intitolata, appunto, Inferno, la cui regia è firmata da niente di meno che da Peter Greenaway.