Il Ponte delle Spie: dalla storia vera al film di Steven Spielberg

Il film diretto da Steven Spielberg e scritto dai fratelli Coen racconta una vicenda realmente accaduta, in maniera fedele pur con alcune licenze cinematografiche.

Il ponte delle spie (Bridge of Spies) è un film del 2015 diretto da Steven Spielberg con protagonisti Tom Hanks e Mark Rylance. Ambientato durante gli anni della guerra fredda racconta la storia di James Donovan, un avvocato assicurativo di Brooklyn che si ritrova immerso in una complessa vicenda, la quale lo porterà ad essere il difensore di una spia sovietica imprigionata dagli americani e contemporaneamente a fare da negoziatore per conto degli Usa nei confronti dell’Unione Sovietica, per trattare il rilascio di un pilota americano ostaggio dei sovietici.

Il Ponte delle Spie: recensione del thriller di Steven Spielberg

Il film si basa su fatti realmente accaduti, narrando una storia vera, seppur con alcune licenze filmiche, in parte poco conosciuta. È sicuramente un merito non da poco per Spielberg quello di aver portato sul grande schermo una vicenda che ci permette di riflettere su come alcuni accadimenti poco noti, spesso possano aver silenziosamente cambiato il corso della storia o permesso comunque di costruire un orizzonte umano diverso e migliore.

Il Ponte delle Spie presenta l’arresto di una spia sovietica negli Stati Uniti e di una spia americana in Urss

Il ponte delle spie Cinematographe.it

L’arresto della spia Vilyam Fisher, che si faceva conoscere sotto il nome di  Rudolf Abel, da parte dei servizi segreti statunitensi risale al 1957. Ad essa viene però garantito un regolare processo, scegliendo come avvocato difensore James Donovan, il quale inizialmente risulta riluttante, non avendo esperienza in vicende del genere (essendo un avvocato assicurativo), ma che accetta per amor di giustizia.

Donovan rappresenta per lo più le caratteristiche dell’uomo comune, senza particolari meriti pubblici, e viene selezionato pensando che il processo sarebbe stato rapido e senza problematiche. L’avvocato però dimostra una dedizione nei confronti del caso che va oltre le aspettative, entrando in empatia col suo cliente e fornendogli una forma di difesa ben costruita ed inaspettata. Questo espone Donovan ad alcuni attacchi da parte della stampa, la quale lo accusa di un impegno eccessivo e ingiustificato nei confronti di un “nemico dell’America”. Tuttavia, al di là di questi attacchi, la vicenda non assume toni di rilievo globali, fino al momento in cui questa si intreccia con la questione dell’abbattimento di un Lockheed U-2 americano da parte dell’Unione Sovietica.

L’aereo spia statunitense viene abbattuto nei cieli russi, creando scalpore a livello planetario, dal momento che una violazione dello spazio aereo poteva rappresentare la miccia che avrebbe rischiato di riaccendere un rilancio della corsa nucleare. Il governo americano tenta di far passare sotto traccia la cosa, ma i sovietici prendono in ostaggio il pilota e membro della CIA Francis Gary Powers, cosicché la vicenda si rivela passo dopo passo a una fetta sempre maggiore di opinione pubblica, creando un senso di forte disapprovazione. Il presidente Eisenhower tenta di giustificare l’accaduto come una missione metereologica andata fuori rotta, credendo inizialmente che Powers fosse deceduto nello schianto, ma viene rapidamente smentito dal capo del governo sovietico Kruscev, il quale mostra il pilota in vita e rivela che si tratta di una missione militare, esponendo i resti dell’aereo da ricognizione.

Il Ponte delle Spie racconta l’intreccio di una doppia prigionia politica, con al centro della negoziazione l’avvocato James Donovan

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È a questo punto che le storie si intersecano, poiché James Donovan viene incaricato di condurre la delicata trattativa scaturita da questi eventi, ovvero lo scambio dei rispettivi prigionieri. Al momento della decisione effettiva cambia anche il presidente statunitense, non più Eisenhower ma John F. Kennedy. Lo scambio difatti avviene nel 1962 e il luogo deputato ad esso è il ponte di Glienicke, ubicato al confine tra Germania Est e Germania Ovest, in collegamento tra le città di Berlino e Potsdam. Il ponte è realmente considerato “Il ponte delle spie”, poiché unendo un territorio occidentale e uno sotto il controllo sovietico viene usato più volte come punto d’incontro per spie, agenti e  negoziatori nei delicati scambi e nelle contrattazioni tra le parti.

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Inviato sul ponte per la negoziazione, Donovan scopre che uno studente americano di nome Frederic Pryor è stato arrestato a Berlino Est mentre cercava di tornare nella sua abitazione situata nella zona Ovest, e nonostante le indicazioni della CIA di concentrarsi solo sul pilota, decide di negoziare anche il rilascio dello studente, trattenuto dalla polizia della Germania Orientale, complicando ulteriormente la trattativa.

Con un rischioso escamotage – che distorce le reali richieste americane – Donovan riesce a salvare entrambi gli ostaggi e rientrato in Patria viene elogiato pubblicamente dal governo, riabilitando così la sua immagine danneggiata dalla strenua difesa nei confronti della spia sovietica. Il pilota americano Powers invece verrà in un primo momento processato per non aver rispettato le procedure di distruzione dei materiali in suo possesso (che prevedevano anche l’eventuale suicidio), per poi essere assolto successivamente dalla Corte Suprema e giudicato un patriota. Powers tornerà alla professione di collaudatore della Lockheed, per diventare in seguito pilota di elicotteri per le riprese televisive.

Il Ponte delle Spie presenta una narrazione storica abbastanza fedele, con alcune licenze cinematografiche

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La narrazione dei fratelli Coen, che han scritto la sceneggiatura del film, è particolarmente accurata dal punto di vista storico, tuttavia si possono riscontrare alcune discrepanze e licenze cinematografiche.

Donovan per esempio non ha mai visto le guardie della Germania dell’Est sparare a dei fuggiaschi sul Muro Di Berlino, fatti come questi sono stati riscontrati in un episodio successivo allo scambio narrato nel film. Così come non corrisponde al vero il fatto che Friedrich Pyor sia stato catturato mentre cercava di passare il muro in costruzione, bensì venne imprigionato di ritorno da una vacanza in Danimarca, mentre andava a trovare la sorella di un amico, venendo accusato di detenzione di materiale “riservato”. Donovan inoltre non ha subito le violenze rappresentate nel film, non gli han sparato in casa e non gli è mai stato rubato il soprabito. Sempre Donovan, viene presentato come un avvocato qualunque, che non ha avuto alcun contatto col governo precedentemente alla vicenda narrata, mentre in realtà egli coprì il ruolo di consigliere generale dell’OSS, prima che questo diventasse la CIA. Infine la spia russa Abel, non fece le sue azioni più significative per il governo sovietico come spia in un attico di New York, bensì come addestratore di agenti e radio operatori clandestini nella Germania occupata durante la Seconda Guerra Mondiale.