Tutti i soldi del mondo: le location del film di Ridley Scott

Dove è stato girato Tutti i soldi del mondo? Viaggia con noi tra le location dell'ultimo film di Ridley Scott, da Roma a Los Angeles!

Col suo ultimo film, Tutti i soldi del mondo, Ridley Scott porta alla ribalta non solo uno dei fatti di cronaca più clamorosi degli anni ’70 (leggi qui la storia vera a cui è ispirato il film) ma anche un affresco storico di Roma, la Città Eterna come appariva negli anni della rivolta, che poi in fondo non dista molto da quella di adesso. Ad apparire sul grande schermo però non è solo la Capitale: il nutrito cast composto da Christopher Plummer, Michelle Williams, Mark Wahlberg, Charlie Plummer, Romain Duris, Giuseppe Bonifati e molti altri si è mosso tra l’Italia e la Gran Bretagna per ricostruire la vicenda che ha messo sotto i riflettori, nel 1973, la famiglia Getty.

A essere messo sotto la lente d’ingrandimento, come dicevamo, è anche il set di Tutti i soldi del mondo: discreto come un gatto intento a rubare del cibo. C’è e si lascia ammirare ma non invade la scena al punto da ammutolire il resto, bensì l’avvolge con delicatezza, lasciandoci traspirare la naturalezza di far parte di certe location, forse senza neanche rendercene conto. Ma quali sono esattamente i luoghi in cui Ridley Scott ha girato il suo ultimo film? Scopriamoli insieme!

Tutti i soldi del mondo dove è stato girato? Roma è la prima location da esplorare

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La prima tappa del nostro viaggio tra le location di Tutti i soldi del mondo parte da Roma, la città in cui il giovane Paul Getty III vive insieme alla madre (che ha una boutique a Piazza di Spagna) e ai fratelli. La scena iniziale del film, quella in bianco e nero, è stata girata a Piazza Navona, vicino alla Fontana dei Quattro Fiumi.
Come sicuramente saprete, la suddetta piazza è una delle più importanti della Capitale e un tempo costituiva lo Stadio di Domiziano, tant’è che arrivando lateralmente potete ancora affacciarvi da una ringhiera che si getta sulla strada esterna alla piazza, nella quale è possibile ammirare (in netto dislivello rispetto all’attuale manto stradale) ciò che resta dell’antico stadio. Tornando alla piazza, essa trova nella fontana barocca realizzata da Gian Lorenzo Bernini tra il 1648 e il 1651 il vortice dell’attrazione. In essa si incontrano attraverso le acque (il Nilo, il Gange, il Danubio e il Río de la Plata) i grandi continenti, dominati dallo Spirito Santo per simboleggiare il trionfo della Chiesa Cattolica in ogni parte del mondo e al centro delle sculture troneggia l’Obelisco Agonale (rinvenuto presso l’area della villa di Massenzio).

Se vi recate in questo luogo in qualsiasi ora del giorno trovate un gran viavai di gente e molti artisti di strada che colorano la piazza con le loro opere d’arte. Ciò che nella realtà oramai non vedrete più sono le atmosfere anni ’70, con tanto di cabine telefoniche e auto d’epoca, con le quali Risley Scott ha tappezzato l’area, premurandosi che anche la singola comparsa fosse in tono con l’habitat ricreato.

Sfruttando la fotografia in bianco in nero Dariusz Wolski (direttore della fotografia) e Ridley Scott hanno ripreso la spensieratezza dell’adolescente Paul, interpretato nel film da Charlie Plummer. Di questo luogo trasuda perlopiù l’atmosfera e la sensazione di dinoccolata libertà che chiunque può avvertire passeggiandovi.

La scena del rapimento vero e proprio, preceduta dalla conversazione con alcune prostitute, è ambientata a Porta Maggiore. Si vedono alle spalle del giovane Paul le famose Mura Aureliane che a oggi rappresentano le cinte murarie antiche più lunghe e meglio conservate al mondo. Quello che l’occhio della cinepresa ci restituisce in maniera lampante è un arco; sono strade vissute e incontrollate, sono cieli senza stelle. In parole povere è la Roma di quegli anni, quella trasandata e non lucidata, mandata in scena senza make up, come una ragazza che è bella e basta, nonostante il trucco colato e i capelli arruffati.

Lo svolgimento di Tutti i soldi del mondo ci impone di spostarci a Bracciano, il comune laziale in cui sono state girate le scene ambientate in Calabria.

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Ph. Elena Felluca

Abitata fin dall’epoca etrusca e caratterizzata dalla presenza del famoso castello Odescalchi, costruito in epoca medievale, la città di Bracciano è una bomboniera dalla quale traspare la brezza amena di un tempo perduto, imbrigliato tra le abitazioni in pietra lavica e i ciottoli che tappezzano il terreno del borgo antico. Tra queste vie si muove uno spaventato e ormai libero John Paul Getty III nelle scene finali del film.

Fiore all’occhiello della città è il famoso Lago di Bracciano, nato dall’antico vulcano Sabatino, che però non viene menzionato nel film. Ad apparire è invece la florida vegetazione che alberga presso i Monti Sabatini (in cui è incastonata la città), la quale dona alla pellicola spaccati di spigliata naturalezza. A detta dello scenografo Arthur Max presso le suddette colline hanno trovato diversi edifici abbandonati, ideali per ricreare il nascondiglio dei rapitori.

Tutti i soldi del mondo: un tour tra il Colosseo, Villa Wolkonsky e Palazzo Fontana

Abbandoniamo però le location povere e i vicoli da vecchio paese del sud per parlare nuovamente di Roma e per l’esattezza degli esterni, ovvero dell’architettura che chiunque può ammirare senza eccessivi sforzi e che rappresenta anche un simbolo dell’Italia nel mondo. La prima apparizione da segnalare è senza dubbio quella del Colosseo. L’Anfiteatro Flavio emerge sullo sfondo mentre la famiglia Getty si reca dal vecchio miliardario per la prima volta: Gail Harris (Michelle Williams) e il marito sono letteralmente ko e dormono in auto mentre i loro bambini si eccitano nel vedere la Città Eterna. L’enorme edificio, un tempo lastricato in marmo, monopolizza l’attenzione facendo sentire lo spettatore piccolo e insignificante dinnanzi alla vasta storia di cui è portavoce.

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Il Palazzo Fontana è stato usato per dare vita alla Getty Oil di San Francisco, mentre per ricreare la suite con terrazza e giardino nella quale alloggia Getty è stata presa in prestito Villa Wolkonsky, la residenza ufficiale dell’ambasciatore inglese a Roma, costruita su un vastissimo territorio che si estende in parte sulla collina dell’Esquilino, appena dentro le Mura Aureliane. Al suo interno è custodita una ricca collezione composta da vari reperti archeologici risalenti a un periodo compreso tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C. come statue, bassorilievi, iscrizioni, sarcofagi. Qui inoltre sembra essere allocato un arco visibile in Tutti i soldi del mondo ed esattamente nella scena in cui Jean Paul Getty mostra al nipote i ruderi declamando la sua vita passata e raccontando al piccolo di essere stato l’imperatore Adriano, nel II secolo d.C.

Non lontano da Villa Wolkonsky è ubicata la favolosa Basilica di San Giovanni in Laterano che vi consigliamo di visitare anche se non fa parte delle location della pellicola.

L’anziano in quel momento sveste quasi del tutto i panni dell’avido miliardario per cimentarsi in quelli del grande estimatore d’arte quale era: “[…] qui era dove dormivo con mia moglie Sabina, qui dove facevo l’amore con le mie concubine […] mi sono ricordato di ogni cosa, come se fossi tornato dal tabacchi con un pacchetto di sigarette […]”. Getty credeva quindi che quel luogo in un certo qual modo appartenesse alla sua vita o alla sua “anima”.

Tivoli (a non più di un’ora da Roma) è uno dei luoghi in cui è stato girato il film Tutti i soldi del mondo 

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Villa Adriana, Tivoli

Si badi bene però che la nostra è solo una supposizione poiché Ridley Scott non si è limitato solo alla città di Roma per scovare meraviglie dell’antichità, ma ha raggiunto anche Tivoli, sede della splendida Villa Adriana, a cui appartengono molte scene impresse in Tutti i soldi del mondo. Per chi non la conoscesse, consigliamo caldamente di visitarla poiché regala goduria liquida e inestimabile a chi sa accettare l’esistenza secolare della bellezza: sculture e acque e decorazioni architettoniche che hanno letteralmente resistito al tempo per raggiungere, seppur stravolte, questa nuova era. Peccato che molte decorazioni siano state estirpate da questa location per arricchire musei italiani ed europei.

CONSIGLIO: Se andate a Tivoli per visitare Villa Adriana non fatevi sfuggire Villa D’Este, le sue fontane vi stregheranno!

Molte scene d’interni sono state girate anche presso Palazzo Barberini (raggiungibile con la metro A Barberini) – attualmente sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica in cui è possibile ammirare capolavori come La Fornarina – e presso il Museo Nazionale Romano, un palazzo ottocentesco in stile neorinascimentale in cui è custodita una delle più grandi collezioni d’arte classica al mondo tra cui opere come il Pugile o la statua di Augusto Pontefice Massimo.

Tutti i soldi del mondo: le location inglesi

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Elveden Hall, Gran Bretagna

Per girare Tutti i soldi del mondo Ridley Scott è chiaramente andato anche oltre i confini dell’Italia ed esattamente in Gran Bretagna, nelle campagne dell’Hertfordshire, in cui sorge la villa Hatfield House, edificata in stile giacobiano nel 1611. Abitata dai discendenti del conte di Salisbury Robert Cecil, la dimora è attualmente visitabile e vanta in particolar modo dei bellissimi giardini.

Curiosità: A detta di alcuni viaggiatori ci sono ville migliori di questa da visitare nel Regno Unito, come Hampton Court Palace.

Questa struttura è stata usata per ricreare gli spazi del Sutton Place, sito a circa 3 miglia a nord-est di Guildford nel Surre. Il Sutton Place è un maniero del periodo Tudor costruito nel 1525 in cui sono evidenti le prime tracce dell’architettura rinascimentale italiana. J. Paul Getty ha vissuto qui nei suoi ultimi 17 anni di vita, lanciando una tendenza tra i ricchi, che da quel momento in poi hanno iniziato ad abitare questo luogo usandolo come propria abitazione privata (oggi è occupata dal miliardario russo Alisher Usmanov).

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Hatfield House, Gran Bretagna

Le scene ambientate in Marocco hanno in parte avuto luogo sempre in Inghilterra, nella nella casa di campagna Elveden Hall, nel Suffolk. Non si sa esattamente quando fu edificato questo edificio, di certo i diversi passaggi di proprietà gli hanno conferito di volta in volta qualcosa di più, cambiando il suo aspetto.

Curiosità: Il Maharajah Duleep Singh era anche il proprietario del famoso diamante bianco Koh-i-noor, considerato per molto tempo il più grande del mondo e ad oggi conservato presso la Torre di Londra, incastonato al centro della croce maltese della corona di Elizabeth Bowes-Lyon.

Lo stile arabeggiante col quale si presenta attualmente gli è stato conferito dal sovrano dell’Impero Sikh, il Maharajah Duleep Singh, che si trasferì presso la Elveden Hall nel 1849, quando fu esiliato in Inghilterra e rimosso dalla Compagnia Britannica delle Indie Orientali. A lui si deve l’adeguamento degli interni allo stile architettonico moghul (un mix tra il design islamico, persiano e indiano) che gli ricordava i palazzi della sua infanzia.

Tutti i soldi del mondo: dove si trovano le opere collezionate da Jean Paul Getty?

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Getty Museum, Los Angeles

Infine, avrete notato anche voi che alla fine del film si fa riferimento alle moltissime opere d’arte rinvenute presso le tenute di Getty. Tutte queste meraviglie si possono ammirare presso il Getty Museum di Los Angeles avente due sedi. La prima è la Getty Villa, edificata seguendo lo stile della Villa dei Papiri di Ercolano, in cui si trovano tutte le opere d’arte romana, greca ed etrusca (datate tra il dal 6500 a.C. e il 440 d.C.). Tra gli articoli più importanti della collezione si annoverano l’Atleta di Fano e la statua in bronzo Venere e Cupido del 1550, dell’italiano Jacopo Sansovino.

L’altra sede del Getty Museum è invece stata aperta nel 1997 ed è nota ai più come Getty Center: un enorme complesso in pietra, vetro e metallo situato in cima a una collina che porta la firma dell’architetto Richard Meier. Circondato da spettacolari spazi verdi, esso custodisce un’infinita quantità di celeberrimi capolavori provenienti da diverse parti del mondo e da diverse epoche. Tra questi sono da segnalare opere di Van Gogh, Cézanne, Rembrandt, Renoir, Lorenzo Lotto, Antoon van Dyck.