Toy Story 4: recensione del film Disney Pixar

La Pixar ha riaperto la scatola dei giocattoli e creato una nuova avventura con Woody, Buzz e tutta la banda di Toy Story 4, dal 26 giugno al cinema

Toy Story 4 è arrivato come un regalo che non ti aspetti, pronto a far iniziare l’estate con il piede giusto, rinfrescando le serate afose e innaffiando lo spirito con sensazioni positive e grandi insegnamenti. Il team Pixar non smentisce la sua fama e anche quando un quarto capitolo di una saga che pensavamo fosse giunta a conclusione non era necessario, lo studio d’animazione riesce a tirare il coniglio fuori dal cappello, o meglio a riavvitare la lampadina e accendere ancora la luce, raccontando una storia che non ha nulla a che vedere con la banalità. Con la conclusione del terzo capitolo del franchise e il passaggio di “proprietà” della banda di giocattoli da Andy a Bonnie sembrava che Toy Story avesse esaurito gli argomenti ma se il sospetto che il quarto capitolo sia solo marketing vi assale tranquillizzatevi e date una chanche al film che rimescola le carte e propone una nuova entusiasmante avventura anche se con qualche piccolo difetto.

Toy Story 4: la trama del film è sorprendente

Dopo un flashback di 9 anni prima, in cui vediamo Bo Peep abbandonare la camera di Molly perché ormai divenuto un oggetto obsoleto e un addio strappalacrime tra la pastorella di ceramica e Woody, la storia riparte dalla camera di Bonnie, la bambina a cui Andy ha donato tutti i suoi giochi. Bonnie deve andare all’asilo ma ha paura, così Woody decide di aiutarla nel suo primo giorno di scuola in cui grazie alla prodezza del cowboy di pezza realizza un nuovo progetto scolastico, Forky, realizzato con materiali di scarto. Il nuovo arrivato però non ha ancora capito quanto è importate per Bonnie così Woody decide di mostrargli gli aspetti positivi di questa nuova vita da “giocattolo preferito”. Ma quando Bonnie porta con sé tutta la banda di giocattoli in un viaggio con la sua famiglia, Woody fa un’inaspettata deviazione che lo porta a ritrovare la sua amica scomparsa da tempo, Bo Peep. Dopo aver trascorso anni on the road per conto proprio, Bo nasconde uno spirito avventuroso dietro al suo delicato aspetto esteriore di porcellana. Woody e Bo scopriranno che le loro rispettive vite come giocattoli sono ormai agli antipodi, ma presto si renderanno conto che questo è l’ultimo dei loro problemi.

Toy Story 4: il lato positivo c’è, basta solo cambiare angolazione

Toy Story 4 Cinematogrpahe

È difficile prendere la giusta decisione, anche per i giocattoli, o meglio è difficile prendere la stessa decisione dopo anni, perché si cresce e si cambia. In Toy Story 4 Woody si troverà ancora una volta di fronte ad un bivio: assolvere alla sua funzione di giocattolo o vivere la propria vita dopo “anni di servizio”? Ogni fine ha un nuovo inizio, così dopo Andy per Woody si aprono nuove strade – che propongono nuove eventualità da poter percorrere all’intero franchise – o come per Buzz che si ritroverà ad essere il leader dei giocattoli quando inaspettatamente Woody è in missione per recuperare Forky che vuol farla finita perché in una crisi esistenziale, senza capire che ora non è spazzatura ma un giocattolo a tutti gli effetti. Così, in fondo, anche come Boo Peep che dopo essere stata donata ad un’altra bambina ha deciso di vivere la propria vita come giocattolo smarrito, definizione da cui ha sottratto i lati negativi che fanno andar fuori di testa il dolcissimo Rex, trovando tutti i lati positivi di questo ruolo. Non avere un bambino non significa essere un giocattolo sfigato, significa che si aprono altre possibilità a cui non si è mai pensato.

Toy Story 4: la forza sta nei nuovi personaggi

Toy Story 4 Cinematogrpahe

A dare smalto e lucentezza a questo quarto capitolo arrivano anche dei nuovi personaggi che scatenano grande ilarità a partire da Forky e la sua tendenza suicida dettata dal suo sentirsi solamente spazzatura, o allo stuntman insicuro Duke Caboom, il giocattolo canadese anni ’70 che ci insegna con le sue acrobazie che credere in se stessi aiuta a compiere azioni superlative, per arrivare ad una coppia diabolica ed esplosiva di peluche, Ducky e Bunny, due premi di un luna park così dolci ma disposti a tutto per essere vinti, anche architettare piani di distruzione. Menzione speciale all’unicorno che vuol mandare a tutti i costi in galera il papà di Bonnie: è impossibile non amarlo. Anche se non è un personaggio del tutto nuovo anche Boo Peep rappresenta una nuova figura femminile capace di reinventarsi e vivere la propria vita all’avventura, raccontando un senso di rinascita molto positivo. Forse sono proprio i personaggi caposaldi della saga a partire da Buzz a Slinky ad essere messi all’angolo: sarà arrivato il reale momento di un ricambio generazionale?

Toy Story 4: si chiude un’era?

 

L’avventura di questo nuovo capitolo, la maestria di sceneggiatura e regia del film offrono uno spettacolo che come sempre denota una qualità altissima e una grande sensibilità nel suscitare emozioni nello spettatore. La storia rappresenta un tassello che è davvero necessario e completa l’anima dell’intero franchise, mescolando le carte in tavola ancora una volta e lasciando aperti tantissimi scenari possibili. L’equilibrio tra gag e approfondimento dei personaggi come sempre è perfetto, mettendo questo numero 4 al pari degli altri tre capitoli. Tante saranno le risate, di sicuro più delle lacrime che però non faranno fatica ad arrivare. Immancabili anche le citazioni dall’horror al sentimentale che il regista Josh Cooley (Il primo appuntamento di Riley) e il team Pixar formato da Jonas Rivera (Inside Out, Up) e Mark Nielsen (produttore associato Inside Out), hanno inserito lungo il film: da Shining a E.T., passando da Casablanca.

Toy Story 4, dunque, non è per niente una trovata commerciale ma un film che si ritaglia con merito un posto d’onore in quella che è al momento una tetralogia. Il film arriverà al cinema il 26 giugno distribuito da Walt Disney Pictures.

Regia - 5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 5

4.3