Serenity – L’isola dell’inganno: recensione del film

La recensione di Serenity - L'isola dell'inganno, il film diretto da Steven Knight con Anne Hathaway e Matthew McConaughey.

Le premesse di Serenity – L’isola dell’inganno, l’ultimo film di Steven Knight con Anne Hathaway e Matthew McConaughey, sembravano essere davvero promettenti visto il cast di tutto rispetto, le location mozzafiato, la trama intrigante e i nomi coinvolti dietro la macchina da presa.

Il regista che, oltre ad aver diretto e concepito il film, ne ha anche scritto lo script, è infatti lo stesso che aveva firmato l’impeccabile sceneggiatura de La promessa dell’assassino del maestro David Cronenberg. Nulla da dire neanche su Anne Hathaway, la cui capacità di far emozionare il pubblico è assodata da tempo, e Matthew McConaughey che, solito conquistare la critica con il suo talento e il suo carisma, ha regalato al pubblico la sua migliore performance proprio in questo 2019, nei panni del personaggio di Moondog nell’ultima fatica di Harmony Korine, The Beach Bum

Matthew McConaughey e Anne Hathaway: affinità e curiosità oltre Serenity

Serenity – L’isola dell’inganno: la sceneggiatura

Serenity - L'isola dell'inganno cinematographe.it

Tra i punti deboli di Serenity – L’isola dell’inganno vi è sicuramente la sceneggiatura. La storia del bellissimo pescatore Baker Dill (Matthew McConaughey) il quale, ritiratosi nella pace di un’isola (dove è capitano di una barca da pesca), viene contattato dall’ex moglie (Anne Hathaway) per salvarla da un marito violento, attrae sulla carta ma a conti fatti si rivela poco originale e afflitta da una narrazione piatta e incapace di coinvolgere emotivamente lo spettatore.
A rincarare la dose c’è l’introduzione di un plot twist poco funzionale che, piuttosto che aumentare l’emozione, provvede a complicare la trama del film, rendendola così folle da non farla più sembrare credibile, da non farla più funzionare.
Qualche punto a suo favore la pellicola lo guadagna grazie a un’estetica che non risulta per nulla fastidiosa, anzi! La location mozzafiato fa la sua figura, anche se da sola non basta a colmare la mancanza di originalità e non è così strabiliante da far esaltare lo spettatore. A ciò va aggiunto che molto spesso la fotografia pecca anche di coerenza, passando repentinamente dal mostrarci immagini realistiche a inquadrature artificiose, riproponendo quelle che sono le scelte visive tipiche del videogame e lasciando così intravedere la verità di fondo su cui si basa l’intera narrazione.
Ciò in cui fallisce l’ultimo film del regista britannico è il non innescare il dubbio sulla natura del racconto. Serenity offre la risposta a tutto. E la offre subito.

Serenity – L’isola dell’inganno è quello che il grande cinema non dovrebbe essere

Serenity - L'isola dell'inganno cinematographe.it

Anche i personaggi di Anne Hathaway e Matthew McConaughey sembrano avere qualche pecca, risultando bidimensionali e irrealistici, animati da motivazioni insensate e dialoghi innaturali e fittizi, di certo non all’altezza di quanto ci si aspetterebbe.

Insomma, nonostante gli spunti interessanti, Serenity – L’isola dell’inganno non riesce a convincere del tutto e a intrattenere a dovere. Il film è al cinema dal 18 luglio con Lucky Red.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 3
Recitazione - 1
Sonoro - 3
Emozione - 1

1.8