Se ci conoscessimo oggi (When We First Met): recensione del film Netflix

Il film Netflix Se ci conoscessimo oggi sconta una certa rigidità narrativa e la mediocrità dell'aspetto comico

Se ci conoscessimo oggi (When We First Met il titolo originale) è un film originale Netflix del 2018, diretto da Ari Sandel e con protagonisti Adam Devine (Modern Family, Pitch Perfect), Alexandra Daddario (True Detective, San Andreas, Baywatch), Robbie Amell e Shelley Hennig. Il film si pone nel sempreverde filone della commedia romantica, utilizzando però l’escamotage narrativo dei viaggi nel tempo per addentrarsi nelle logiche del destino e dei rapporti sentimentali, sulla scia di cult come Ricomincio da capo o il più recente Questione di tempo. Se ci conoscessimo oggi è disponibile su Netflix dal 9 febbraio.

Se ci conoscessimo oggi cinematographe

Nel corso di una festa in costume, Noah (Adam Devine) conosce la splendida Avery (Alexandra Daddario), dalla quale è immediatamente attratto, apparentemente ricambiato. Quello che per Noah è amore a prima vista, per Avery è invece solo un’affettuosa amicizia, e tre anni dopo il ragazzo si ritrova disperato alla festa di fidanzamento della donna dei suoi sogni con l’affascinante Ethan (Robbie Amell), finendo per prendersi una solenne sbornia. Dopo la festa, Noah viene accudito in un bar dall’amica di Avery Carrie (Shelley Hennig) e dal suo fedele amico Max (Andrew Bachelor); rimasto solo, decide di scattarsi una foto in una cabina automatica, come aveva fatto insieme a Avery tre anni prima. Pochi secondi dopo, con suo grande stupore, Noah si risveglia proprio nella mattina immediatamente precedente al suo incontro con Avery, e capisce di avere una nuova possibilità per farla innamorare di lui.

Con una cabina fotografica a fargli da macchina del tempo, Noah si addentra nelle pieghe del fato e dei sentimenti, alla ricerca del vero amore.

Se ci conoscessimo oggi: un loop temporale sui misteri dell’amore e del destino

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Nel cinema degli ultimi anni, abbiamo visto spesso il tema dei loop temporali applicato in maniera più o meno riuscita ai più disparati generi, dall’action fantascientifico (Edge of Tomorrow, Looper e Source Code), al thriller (Predestination), per arrivare più recentemente al dramma adolescenziale (Prima di domani) e all’horror (Auguri per la tua morte). Netflix si inserisce in questo piccolo filone con Se ci conoscessimo oggi, utilizzando il loop temporale come escamotage per un’efficace, anche se a tratti didascalica, riflessione sull’insondabilità dell’amore e del destino.

Quella che inizialmente si teme essere una banale farsa sulla celeberrima e temutissima friend zone, in cui purtroppo spesso si ritrovano gli innamorati non ricambiati, diventa invece un’apprezzabile commedia sentimentale, che prende respiro e profondità con il passare dei minuti, rivelandosi meno piatta e scontata di quanto ipotizzabile. La trama procede con una certa rigidità narrativa, mostrando allo spettatore una sequenza di strategie che Noah mette in atto per conquistare Avery, con le relative conseguenze nel lungo periodo. Una scelta potenzialmente pericolosa, che però Ari Sandel sfrutta con intelligenza e abilità, dimostrando il suo glorioso passato come regista di cortometraggi (suo l’Oscar della categoria del 2007 per West Bank Story) nella creazione di vere e proprie realtà alternative e complementari, in grado di autosostenersi pur nella loro brevità e di confluire in un discorso coerente e unitario.

Se ci conoscessimo oggi sconta una certa rigidità narrativa e la mediocrità dell’aspetto comico

Rivivendo la notte che ha cambiato il corso della sua esistenza con diversi approcci, come  quello da duro o da uomo in carriera, Noah comprende che la sostanza di un rapporto non è solo una frase detta al momento giusto o un’azione compiuta con il giusto tempismo, ma anche e soprattutto l’alchimia fra due persone e la comunione di pensieri e passioni fra due anime, e che di conseguenza l’unico modo per cambiare le cose è aprirsi alla vita e approcciarsi alle persone e alle cose con un altro punto di vista. Ed è proprio in questo momento che Se ci conoscessimo oggi cambia passo, giocando con le aspettative dello spettatore senza mai perdere di coerenza interna, e facendo così chiudere un occhio su qualche aspetto meno riuscito e sui passaggi più forzati.

Il principale difetto di Se ci conoscessimo oggi risiede nei passaggi comici, problema non da poco trattandosi di una commedia. Nel corso del film infatti non scatta mai nello spettatore la risata fragorosa e irrefrenabile, ma al massimo qualche passeggero sorriso a denti stretti. La colpa è principalmente del ricorso a situazioni comiche logore e poco convincenti, ulteriormente affossate dalla rigidità espressiva di Robbie Amell e Alexandra Daddario, entrambi più a loro agio nei momenti prettamente sentimentali. Il regista Ari Sandel è però abile a riprendere il comando della storia un attimo prima di scadere nella noia e a puntare più decisamente sulla riflessione esistenziale, sostenuto dalle buone performance di Adam DevineShelley Hennig.

Se ci conoscessimo oggi: il film Netflix di San Valentino

Il risultato è una pellicola priva di picchi tecnici e registici e con una morale di fondo semplice e consolatoria, ma che, a differenza di altri recenti film originali Netflix, riesce a mantenere alta l’attenzione dello spettatore e a intraprendere strade narrative non totalmente convenzionali.

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Tirando le conclusioni, Se ci conoscessimo oggi si rivela un passo avanti per le produzioni originali Netflix rispetto al recente passato, che con un po’ di lavoro in più sul versante della sceneggiatura avrebbe potuto trasformarsi in un piccolo cult. Un film ideale per San Valentino, che, pur con una certa schematicità narrativa e contenutistica, riesce a centrare l’obiettivo di scaldare il cuore dello spettatore e di farlo riflettere sui segreti dell’amore e del fato.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.1

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