L’ultima notte di Amore: recensione del film con Pierfrancesco Favino

Il film, presentato al Festival di Berlino 2023 e disponibile su Prime Video, viene oggi trasmesso in anteprima TV su Sky Cinema Uno

Onestà e colpevolezza, rettitudine e corruzione, integrità, il tutto avvolto dalla tensione, avvolto dal buio della notte, L’ultima notte di Amore, niente di così romantico come potrebbe sembrare a un primo sguardo fugace, anche se il romanticismo accompagna, presente e determinante; è più il racconto di un uomo, Amore appunto, dei suoi sentimenti, dei suoi dubbi, lui che si fa amare pur nella sua contorsione interiore, pur nella sua correttezza inquinata forzatamente dall’esterno. Andrea Di Stefano dirige il suo terzo film da regista, il primo in Italia dopo Escobar (2014) e The Informer – Tre secondi per sopravvivere (2019), e ne cura anche la sceneggiatura, con l’ambizione direttiva di proporre un cinema di genere audace, per nulla scontato, un poliziesco noir inaspettatamente magnetico, coinvolgente. La pellicola, presentata all’ultima edizione del Festival di Berlino e disponibile su Prime Video e, da stasera, anche su Sky Cinema, è prodotta da Indiana Production, MeMo Films, Adler EntertainmentVision Distribution e vede al fianco di Favino, Francesco Di Leva (Nostalgia, Il sindaco del rione Sanità), Antonio Gerardi (Romanzo Criminale – La serie, 1992) e Linda Cariddi (La banda dei Babbi Natale, Diabolik – Ginko all’attacco!), con le musiche curate da Santi Pulvirenti e la fotografia di Guido Michelotti.

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Trama de L’ultima notte di Amore

L'ultima notte di Amore, recensione,  cinematographe.it

Milano, notte, un’incessante panoramica mostra dall’alto la città, la presenta, la mostra alla stregua di un personaggio, accompagnata da respiri affannati che aiutano il pubblico a comprendere quanto le prossime 2 ore potranno essere catalizzanti nella loro totalità. Franco Amore è un poliziotto prossimo alla pensione, un uomo buono, retto, mosso dall’onesta e contraddistinto da una lunga carriera che non lo ha mai visto premere il grilletto, non perché codardo ma piuttosto come professionista, diligente ed osservante. Il racconto trae origine dal centro, in medias res, dai preparativi per il festeggiamento dell’ormai imminente traguardo; non nasconde una sottotraccia tensiva eppure non dà alcun indizio di tutto ciò che si scatenerà in seguito sullo schermo, fino al momento in cui il protagonista, in seguito ad una chiamata, accorre sul luogo di un delitto dove non viene mostrato altro che il suo dolore.

La deviazione temporale, addietro sino a 10 giorni prima, ricostruisce tutto lentamente e con chiarezza: Franco è sposato con Viviana, ha una figlia avuta in precedenza che vive all’estero, sul luogo di lavoro è rispettato, ben voluto, soprattutto dal suo partner Dino Ruggeri (Francesco Di Leva). Dopo l’intercessione del malavitoso cugino di Viviana (Linda Cariddi), Cosimo (Antonio Gerardi), alla richiesta di un potente uomo d’affari cinese, a cui Amore aveva salvato la vita, di occuparsi della sicurezza della propria azienda, egli si convince forzatamente di potersene occupare senza slegarsi dalla legalità di cui si fa paladino, e chiede aiuto a Ruggeri per il lavoro di una notte, quella stessa notte già in parte mostratasi da un differente punto di vista. Le angosce del protagonista, però, vengono presto legittimate: quello che doveva essere il semplice lavoro di un’ora si trasforma in una nottata tempestosa e tempestata dallo scontro della morale con l’affetto e della giustizia con il sentimento.

Tensione disintegrante

Pierfrancesco Favino cinematographe.it

L’ultima notte di Amore è un’opera che centra, che pone tutto a fuoco, sé stessa compresa, nel mezzo dell’obbiettivo: centrale è Franco Amore, centrale è Milano calata nelle sue tenebre, in quella notte che viene sentita, quasi toccata; la pellicola parte dal centro e poi ci ritorna, più consapevole, più disinibita e sprezzante dei pericoli che corre. Il climax di tensione lo viviamo in auto coi personaggi, restiamo con loro sino alla definitiva e travolgente svolta contenutistica che ribalta ogni certezza, a partire da quella serenità che il protagonista sembrava emanare, assicurata dal suo rispetto per la disciplina e dall’amore di Viviana che lo sostiene e lo completa, reagendo alle sue fragilità e fidandosi del suo valore.

Il centro dà quindi struttura, dà forza, è indispensabile per Franco che tutto parta da lì e lì ritorni, per poter assicurare a sé e, soprattutto, alla famiglia un futuro, una risoluzione. Mentre tutto sembra sgretolarsi, disintegrarsi poiché scosso con veemenza, lui sembra costantemente sul punto di cedere, di dar per vana e immeritata l’integrità che lo ha reso ciò che egli è, ciò che ha sempre rappresentato per gli altri; eppure così non è, qualcosa lo tiene in piedi ed anzi lo sospinge, egli lotta per portare a termine la sua ultima notte di servizio, mosso dal bisogno di risolvere un caso mai così personale, mai così coinvolgente.

L’ultima notte di Amore: valutazione e conclusione

Andrea Di Stefano mostra un discreto coraggio, a partire da un titolo fuorviante che, se posto al fianco del suo narrato, gioca un ruolo di raffinata intuizione; opera registicamente con esperienza, derivante dai progetti fuori porta girati in collaborazione con artisti dalla carriera corposa. La telecamera, che apre magnificamente con una veduta di Milano in piano sequenza, si muove poi al seguito del suo nucleo, un Pierfrancesco Favino ancora una volta efficace, giusto, nelle vesti di un personaggio cucito sul suo talento; con Favino, dopo Nostalgia, nuovamente un Francesco di Leva in continua e meritatissima ascesa, oltre a un impeccabile Antonio Gerardi e alla più grande sorpresa: Lindia Cariddi, che occupa ripetutamente lo schermo con intensità, stratificata e credibile. Il suono passa da momenti di totale empatia con l’introspezione manifesta ad altri che non aiutano completamente a cogliere quelle sensazioni, forse anche a causa di una sceneggiatura che affascina ma non strabilia e cade in alcuni (rari) momenti nell’ovvio e nell’inverosimile. Ciò non toglie che L’ultima notte di Amore sia uno dei film più interessanti dell’ultima stagione italiana, forte del suo narrato, della sua estetica, di una direzione ardimentosa e dell’esuberanza interpretativa dei suoi talenti.

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Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.7