Houria – La voce della libertà: recensione del film di Mounia Meddour

La recensione della pellicola franco-algerina diretta da Mounia Meddour, che ha come protagonista un’intensa Lyna Khoudri. Nelle sale dal 21 giugno 2023.

Per chi non avesse avuto la possibilità di vedere Houria – La voce della libertà in occasione dei passaggi festivalieri alla 17ª edizione della Festa del Cinema di Roma o alla 19ª del Biografilm di Bologna, l’uscita nelle sale nostrane a partire dal 21 giugno 2023 con I Wonder Pictures rappresenta  una nuova e preziosa opportunità da non lasciarsi sfuggire per fare proprie le emozioni che il film di Mounia Meddour è capace di offrire. Emozioni, queste, che scorrono ininterrotte lungo l’intera colonna vertebrale di un’opera che proprio grazie ad esse lascia un segno nella retina e nel cuore delle spettatore di turno.

Houria è un film che ti avvolge in un caloroso abbraccio per poi tirarti dentro e non lasciarti più dal primo all’ultimo minuto a disposizione

Houria – La voce della libertà cinematographe.it

Ci sono film freddi e razionali, crudi e diretti, altri come quello della cineasta algerina che al contrario ti avvolgono in un caloroso abbraccio per poi tirarti dentro e non lasciarti più dal primo all’ultimo minuto dei cento a sua disposizione. Per farlo spinge proprio sul flusso empatico, il coinvolgimento e la vicinanza che si vengono a creare tra le parti chiamate in causa da una parte e l’altra dello schermo. Quello che nasce tra colei che racconta e il fruitore è un dialogo continuo e onesto, con la protagonista della storia narrata che di fatto si tramuta nel “veicolo” attraverso il quale tale scambio di emozioni cangianti si concretizza. Lei è Houria, una talentuosa ballerina che tra pulizie e scommesse notturne cerca di pagarsi da vivere in un’Algeria che si sta ancora leccando le ferite della guerra civile. Una notte subisce un’aggressione da uno sconosciuto e si risveglia in ospedale traumatizzata e senza più la voce. Inizia così un lungo processo di risalita in superficie, all’interno di un piccolo gruppo di donne che hanno subito violenze significative nella loro vita. Con loro trova un nuovo senso per la sua esistenza, un nuovo ruolo, in un percorso a ostacoli reso ancora più difficile dal ritorno del suo aggressore, un ex terrorista protetto dall’inerzia della polizia e dalle paure del passato del Paese che ancora gettano un’ombra sul presente.

Houria è un romanzo di formazione che parla di rivalsa e accettazione

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Houria è un romanzo di formazione che parla di rivalsa e accettazione, ma è soprattutto la cronaca coinvolgente della risalita dagli inferi di una donna che troverà nella danza lo strumento per la ricostruzione e la sublimazione del suo corpo ferito e di quello delle compagne di viaggio. Un corpo in perenne movimento, al quale la cinepresa si aggrappa, diventandone estensione e testimonianza. Un corpo che attraverso la danza diventa una voce per lanciare al mondo intero, non solo alla nazione che tiene prigioniere socialmente e umanamente le donne algerine come Houria, un grido silenzioso di libertà capace di sollevarsi con forza fino al cielo. Il grido si farà largo tra il giorno e la notte, tra momenti di gioia e altrettanti di dolore, di grandi conquiste e di brusche interruzioni.

L’intensa ed emozionante interpretazione di Lyna Khoudri è il valore aggiunto di Houria

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Il tutto vissuto attraverso gli occhi e le vibrazioni epidermiche della protagonista, qui interpretata da un’intensa Lyna Khoudri, vista di recente in The French Dispatch e November, già vincitrice del premio per la migliore attrice nella sezione Orizzonti della Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica 2017 per la sua performance in Les bienheureux. La sua performance a tuttotondo rappresenta l’altro valore aggiunto di un film che non può lasciare indifferenti, attraversato da lampi di poesia (le danze sul tetto e sulla spiaggia) che illuminato l’oscurità di Algeri.

Houria – La voce della libertà: conclusione e valutazione

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Dopo il pluripremiato Non conosci Papicha, la Meddour torna sul grande schermo con un’emozionante storia di rivalsa e accettazione che si traduce in un romanzo di formazione privo di retorica e carico di importanti messaggi, trasmessi allo spettatore senza paure reverenziali e peli sulla lingua. I lampi di poesia offerti dalla confezione registica e fotografica sono insieme all’intensa interpretazione fisica ed emotiva di Lyna Khoudri le frecce di un arco che colpiscono direttamente al cuore lo spettatore.   

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4.5

4.2