Gli Infedeli: recensione del film di Stefano Mordini

Remake italiano dell'omonimo film francese che prova a rendere omaggio alla commedia italiana tradizionale senza successo.

La prima domanda che viene in mente dopo aver visto Gli Infedeli di Stefano Mordini è: “C’era davvero bisogno di un remake?”. Infatti questo film Netflix made in Italy prodotto da Riccardo Scamarcio, Nicola Giuliano, Viola Prestieri e Paolo Ansaldi, disponibile dal 15 Luglio sulla famosa piattaforma streaming, è ispirato all’omonima commedia francese del 2012 con Jean Dujardin e Gilles Lellouche tra i protagonisti.
Dopo l’uscita direttamente on demand di altri film italiani su Amazon Prime Video – come L’Amore a domicilio, È per il tuo bene, Cambio Tutto –  anche Netflix presenta un prodotto originale destinato al piccolo schermo.

Gli Infedeli: 5 storie per un tradimento

Ne Gli Infedeli, Valerio Mastandrea, Massimiliano Gallo e Riccardo Scamarcio interpretano uomini diversi ma con qualcosa in comune: il tradimento. Non riescono ad essere felici insieme alla propria moglie o fidanzata e cercano altrove avventure, emozioni e il brivido della conquista. Il film è organizzato in cinque storie brevi che raccontano le avventure e le scappatelle di questi uomini sposati, con uno sguardo irriverente, ironico e amaro allo stesso tempo. Ma il tutto condito con una banalità a tratti grottesca. Difficile resistere alla tentazione di completare le frasi dei vari personaggi di una prevedibilità disarmante.

Gli Infedeli, Cinematographe.it

Il film si apre con una coppia che litiga in partenza per le Maldive per l’eccessiva gelosia di lei ed è forse la parte migliore. Seguono poi il confronto di una coppia sposata da 11 anni che confessa un reciproco tradimento, la disperata ricerca di compagnia per una notte di un venditore fastidioso da cui i colleghi si tengono alla larga, e un impiegato frustrato che trascorre alcune sere in un locale a luci rosse fingendo di andare allo stadio.

Un omaggio alla commedia italiana di una volta

Il pensiero vola subito a Nino Manfredi, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi nel film I Complessi del 1965, forse perché è chiaro il riferimento alla tradizionale commedia all’italiana degli anni 50-60. Tuttavia Mordini preferisce una visione più patetica della realtà, snaturando il carattere del cinema del passato in cui vibrava un realismo raffinato e una visione della società cinica ma intelligente. Il regista italiano è qui alle prese con una commedia per la prima volta, dopo aver diretto film come Provincia Meccanica, Pericle il Nero e Acciaio, e non sembra pienamente a suo agio con il genere. La regia è interessante e si riconosce qualche tocco d’autore qua e là, ma la sceneggiatura è confusa e il cast non convince, restando prigioniero di dialoghi sterili, deboli e banali.

Gli Infedeli, Cinematographe.it

Confuso e infelice

Gli Infedeli si riduce pertanto a un ritratto superficiale e negativo del mondo maschile, ma anche delle relazioni contemporanee. Una visione disfattista che guida un film piccolo e instabile che può sbirciare i maestri della commedia italiana come Dino Risi o Monicelli solo dal buco della serratura, restandone drammaticamente lontano. Mentre il film francese risulta più brioso e intrigante, questo remake presenta tanti punti deboli che danneggiano forma e contenuto.

Apprezzabile l’autoironia di Mastandrea, Scamarcio e Laura Chiatti che riescono comunque a regalare alcuni momenti divertenti e curiosi sotto il segno dell’equivoco e dell’imprevisto.  Come il finale che strappa un sorriso, lasciando però l’amaro in bocca quando lo schermo diventa nero e appaiono i titoli di coda. Una scommessa persa che non aggiunge nulla al cinema italiano che ultimamente invece ha dimostrato di sapere il fatto suo in più di un’occasione.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.3

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