Coffee and Cigarettes: recensione del film di Jim Jarmusch

Torna al cinema dal 6 agosto il classico di Jim Jarmush, distribuito da Movies Inspired.

“Coffee and cigarettes. It’s a combination.”. È la combo di Jim Jarmusch e il suo cinema sospeso, nonsense, fatto di scenette e attori attorno a un tavolo, di tazze consumante e cicche depositate in un dinner di Memphis, nella hall di un lussuoso hotel, nell’oscurità di uno scantinato. Più intuizione che vera costruzione del racconto, trovare simboli di una generazione che ha sostituito alle famose “pie” il più nero “coffee”, per il film dell’autore americano significa concentrarsi sull’essenziale di una sceneggiatura che sembra evanescente nella propria sostanza, meno corposa del liquido scuro versato nelle tazzine sparse su ripiani quadrettati, e proprio per questo impregnata di una surrealtà che collega idealmente tutti gli sketch dell’operazione cinematografica.

Caffè e sigarette sono una combinazione anche in virtù di quello slancio che ha portato l’autore del soggetto a sviluppare, attraverso il tempo, un lavoro di incastro e espansione che Coffee and Cigarettes vede cominciare nel 1986, per poi concludersi con la sua forma più compatta e uniforme nei primi Duemila. Dallo spunto su cui Jarmusch comincia a fantasticare a metà degli anni Ottanta, è il mantenere costante il potenziale di elementi fortissimi nella loro semplicità che fa del film un vortice di personalità e grottesco che ha però ben chiara l’importanza di ritrovarsi davanti a uno schermo a bere e fumare insieme a icone e personaggi.

Coffee and Cigarettes – La surrealtà in cui non c’è niente da capirecoffee and cigarettes, cinematographe

E se Steve Buscemi fa il cameriere – mestiere che nel suo cinema torna come una reminiscenza -, allora Bill Murray è semplicemente Bill Murray, mentre Cate Blanchett interpreta ego ed alter ego di due cugine separate da classe e colori, mentre Alfred Molina e Steve Coogan possono forse essere imparentati nella vita per davvero. È aprendo con Roberto Benigni e Steve Wright che capiamo fin da principio che, probabilmente, non ci sarà niente da dover capire in questo Coffee and Cigarettes, abbacinati dalla visionaria comicità palpabile di un film che si illumina all’ombra della scintilla di un fiammifero, con un’improvvisazione costruita e una spontaneità nelle interazioni da rendere quegli sketch insieme bizzarri e colloquiali, possibili al di fuori dello schermo e dunque adattissimi per essere trasformati e diventare materia-cinema.

Nel ripetersi di schemi collaudati in una ciclicità che lega i momenti del film, l’irrealtà ha il sapore del reale, ma lascia che sia l’immaginario ad entrare nei singoli istanti ripresi dalla camera di Jarmusch, dove i dialoghi assumono i connotati dell’insensatezza e le tazze non sono mai prive del “nettare degli dei” offerto agli umani. Pur non essendo caffè e sigarette un pranzo salutare per l’organismo, questi lo diventano però per il sostentamento di un intrattenimento cinefilo di cui si fanno nutrimento ideale, soluzione estatica, buffa, blandamente poetica, assurda nel suo scivolare di sequenza in sequenza, dando quella giusta energia che un buon espresso in tazza grande può donare.

Coffee and Cigarettes – Leggero come l’ultima boccata di fumocoffee and cigarettes, cinematographe

Poche componenti, tanti personaggi, un ripetersi che è conseguenza delle mille volte che ci siamo ritrovati seduti al bar a parlare della teoria di un Elvis-gemello malvagio, in cui siamo andati dal dentista al posto di qualcun altro, quando abbiamo fatto doppio, e doppio, e ancora doppio tirando i dadi. Come l’incontrarsi di Iggy Pop e Tom Waits in un tavolo al fianco di un jukebox, in cui non ci sono né i brani dell’uno, né i brani dell’altro.

Coffee and Cigarettes sono undici cortometraggi di cui il preambolo si è realizzato nel divenire degli anni – trovando uno di loro, Coffee and Cigarettes: Somewhere in California, vittoria anche a Cannes nel 1993 – e che scova la propria uniformità per un istant cult d’autore, un’opera spontanea nella precisione del suo fiancheggiassi tra episodi. Una tazza di caffè da bere per ricaricarsi. Leggero come l’ultima boccata di fumo di una sigaretta appena finita.

 

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3