Benji: recensione del film Netflix di Brandon Camp
La nostra recensione di Benji, il film disponibile su Netflix dal 16 marzo con protagonista un tenero ed eroico meticcio
Benji è un film del 2018 prodotto dalla celebre casa Blumhouse Productions e distribuito da Netflix. Si tratta di un remake dell’omonimo film del 1974 (edito in Italia con il titolo Beniamino), capostipite di una saga di cinque pellicole con protagonista un piccolo e tenero cane meticcio. Benji è interpretato da Gabriel Bateman, Darby Camp e Kiele Sanchez (che alcuni ricorderanno per il ruolo di Nikki in Lost) e diretto da Brandon Camp, figlio del creatore della saga originale Joe.
I piccoli orfani di padre Carter (Gabriel Bateman) e Frankie (Darby Camp) incontrano per caso un piccolo cane randagio, che, all’insaputa della madre Whitney (Kiele Sanchez), decidono di adottare e chiamare Benji. Dopo un duro litigio con la madre a seguito della scoperta del cane, Carter e Frankie vengono coinvolti in una rapina a un negozio e rapiti da due malavitosi. Sarà proprio il simpatico e coraggioso Benji a sfidare la scarsa fiducia in lui da parte degli umani e a guidare Whitney e le forze dell’ordine nel tentativo di salvataggio dei due ragazzi.
Benji: un eroe a quattro zampe
In attesa dell’imminente rilascio dell’atteso L’isola dei cani di Wes Anderson, il sempreverde connubio fra cinema e universo canino si arricchisce di un nuovo tassello con Benji, astuto tentativo di ridare lustro a un franchise che si è scavato una piccola ma innegabile nicchia nella storia della settima arte in un arco di ben 30 anni (l’ultimo capitolo Benji: Off the Leash! è del 2004).
Brandon Camp devia leggermente dalla storia dell’iconico film del padre, mantenendo però inalterati i suoi punti cardine, ovvero il rapimento di due bambini e l’eroico salvataggio condotto da un quantomai espressivo e intelligente cucciolo di cane. Il cineasta, già autore delle sceneggiature di Qualcosa di speciale e Il segno della libellula – Dragonfly, mette in scena una pellicola semplice e sincera, ma anche ingenua e decisamente convenzionale, puntando su dei cani ammaestrati in maniera a dir poco eccezionale (per distacco i migliori attori del film) e sulle tipiche situazioni che diventano veri e propri colpi bassi emozionali per gli amanti della specie canina, come l’abbandono, le camminate solitarie sotto la pioggia o le situazioni di pericolo.
Benji: un film consigliato agli amanti dei cani, ma non privo di difetti
Benji adempie al suo scopo di film per famiglie e per amanti dei cani, intrattenendo con una storia ampiamente prevedibile e mai veramente disturbante ed emozionando lo spettatore con i modi e i tempi giusti. La pellicola di Brandon Camp gode di luce riflessa, mantenendosi in precario equilibrio solo grazie alle imprese del suo strepitoso protagonista a quattro zampe, per il quale, anche nei momenti più forzati e meno efficaci è davvero impossibile non parteggiare. Vediamo così Benji lanciarsi in scatti, arrampicarsi, aprire varchi e dare indizi agli umani con una comunicatività e un’intensità che non riscontravamo dai tempi di Uggie, il Jack Russell splendido protagonista di The Artist. Peccato però che la controparte umana non sia all’altezza del mondo animale, nonostante una regia abile a sfruttare i momenti più intensi e un’avvolgente colonna sonora.
Benji zoppica vistosamente nel momento in cui i riflettori si allontanano dal meticcio, vittima di personaggi bidimensionali e mai credibili, scritti in maniera sciatta e interpretati in modo totalmente anonimo sia dagli attori più giovani che da quelli adulti. Lo spettatore si trova così in bilico fra la straordinaria vitalità del protagonista a quattro zampe e un impianto narrativo abulico, in cui i piccoli ragionano da grandi e gli adulti ragionano da bambini neanche troppo svegli, privo di cattivi efficaci e capace di disperdere nel nulla tutti gli spunti potenzialmente interessanti, dalle difficoltà di una madre sola al ricordo del padre defunto. Il risultato è un film che raggiunge lo scopo di divertire e intenerire gli amanti dei cani, ma che, a causa dei problemi della sceneggiatura, si pone a debita distanza da cult recenti come Io & Marley o Hachiko – Il tuo migliore amico.
Benji è disponibile su Netflix a partire dal 16 marzo.