Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan: recensione

Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan riesce nella non facile impresa di sfiancare qualsiasi tipologia di spettatore.

Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan è un film per famiglie del 2016 scritto, diretto e prodotto da Kevin Kaufman. La protagonista del film è la piccola Ripley Sobo, vista anche in Steve Jobs e The Punisher, mentre l’interprete senza dubbio più celebre è il premio Oscar Susan Sarandon, impegnata in un ruolo di secondo piano. In Italia, Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan è stato trasmesso direttamente in TV a partire dal 10 marzo 2018 grazie a Sky Cinema.Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan cinematographe

Lasciata New York dalla madre con la sola compagnia del fratello maggiore Miles (Aaron Sauter), la piccola Olivia (Ripley Sobo) si avventura per le strade della città, finendo per assistere a un brutale rapimento di persona. Nonostante i tentativi di confidarsi e dare l’allarme per quanto visto, Olivia viene ignorata da chiunque tranne che dalla detective Dottie (Susan Sarandon), che però può muoversi solo in presenza di prove certe. Nonostante la sua giovanissima età, la bambina decide così di cercare di risolvere il mistero solo con le sue forze.

Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan: una disastrosa miscela fra commedia per ragazzi, thriller e dramma familiare

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Ciò che lascia realmente esterrefatti durante la visione di Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan non è la pochezza della sceneggiatura o la rigidità della messa in scena, difetti comuni a molte produzioni a basso budget pensate più che per il piccolo che per il grande schermo, ma la totale incoerenza di toni e atmosfere del film.

Quello che nei primi minuti si presenta come un tipico prodotto da Disney Channel, rivolto a un pubblico giovanissimo e colmo di buoni sentimenti e dinamiche familiari ovattate e totalmente inverosimili, viene improvvisamente sconvolto da un tragico lutto, che ne sconvolge completamente le dinamiche, rendendolo potenzialmente indigesto proprio ai piccoli spettatori a cui è rivolto. Una soluzione audace e per certi versi autolesionista, capace comunque di aprire interessanti strade per una pellicola matura. La scelta viene però totalmente vanificata da quello che ne segue, ovvero un goffo mix fra thriller, commedia per famiglie e caper movie, con risultati ai limiti dell’imbarazzante in tutti questi generi.

Nonostante la sceneggiatura sia zeppa di voragini, fra relazioni genitoriali svanite nel nulla, rapporti di causa-effetto non pervenuti e l’incomprensibile insistenza sul sonnambulismo di Olivia, le domanda più pressanti che sorgono durante e dopo la visione di Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan riguardano le reali intenzioni di Kevin Kaufman per questo progetto in cui si è speso in prima persona. I frequenti e schizofrenici cambi di registro, la totale assenza di ironia e le abbondanti dosi di comicità involontaria portano infatti la pellicola fino alle porte della grottesca parodia, rendendola difficilmente tollerabile a qualsiasi tipologia di spettatore, anche a causa di una fotografia dilettantesca e una sciatta regia.

Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan riesce nella non facile impresa di sfiancare qualsiasi tipologia di spettatore

Difficile capire che cosa possa avere spinto un’interprete di classe e carisma come Susan Sarandon, tuttora sulla cresta dell’onda grazie a progetti come Feud, a prendere parte a una pellicola tanto sconclusionata, se non qualche solido legame di amicizia con qualche membro della produzione. Pur relegata a un ruolo di secondo piano, l’attrice americana si distingue prevedibilmente dal resto del sovraffollato cast come una suora sulla neve, riuscendo nella titanica impresa di rendere tutto sommato credibile un personaggio di rara inconsistenza. Brava anche la piccola protagonista Ripley Sobo, che paga colpe non sue nella caratterizzazione del suo personaggio, ma dimostra una naturale espressività e una discreta presenza scenica, che potrebbero portarla lontano.

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Appesantito da una moltitudine di personaggi bidimensionali e privi di qualsiasi spunto di interesse e sballottato senza costrutto fra dramma familiare, commedia per bambini e action movie, Ace the Case – Piccola investigatrice a Manhattan si trascina stancamente verso il prevedibile finale, che arriva come un sollievo dopo poco meno di 90 minuti capaci di mettere a dura prova anche i cinefili di bocca buona. I titoli di coda regalano però l’ultima sgradita sorpresa: un video musicale in cui i protagonisti e altri bambini si cimentano in coreografie capaci di fare rimpiangere il peggio della TV per ragazzi degli anni ’90. Una chiusura emblematica di un film totalmente fallimentare e dimenticabile anche per gli amanti del trash più spinto.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 1
Recitazione - 2
Sonoro - 1
Emozione - 1

1.3