A cena con il lupo: Werewolves Within – recensione del film di Josh Ruben

Esilarante e sinistro, romantico e macabro. A cena con il lupo - Werewolves Within è una commedia a tinte horror da togliere il fiato, un po’ per le risate e un po’ per la paura. Josh Ruben e Mishna Wolff si divertono e ci divertono citando intelligentemente ed instancabilmente il cinema di Quentin Tarantino e dei Fratelli Coen, operazione in qualche caso sfiancante, qui invece appassionante, per sincerità e genuinità. Trasporre in modo colto, audace e riuscito il linguaggio videoludico per il cinema è possibile e questo film lo conferma ulteriormente. Disponibile on demand dal mese di agosto, sulla piattaforma MYmovies ONE.

Spesso ci chiediamo se sia possibile che cinema e realtà videoludica riescano una volta per tutte a combaciare, donandosi vicendevolmente prodotti di alta qualità. Ci convinciamo del fatto che non sia possibile, non volendo crederci nemmeno per un secondo, tenendo conto soprattutto di una lunghissima storia di trasposizioni deludenti e offensive, capaci di sostenere fermamente la certezza: cinema da una parte e realtà videoludica dall’altra.

Negli ultimi anni però alcuni titoli ci hanno permesso di riprendere in mano il discorso e riflettere più attentamente sulla questione. Basti pensare a The Last Of Us, capace non soltanto di soddisfare le attese di un pubblico generalista prontissimo alla delusione, ma anche quelle dei fan più appassionati e accaniti nei confronti del videogioco, mettendo in crisi una volta per tutta quella certezza precedentemente descritta.

Oggi infatti, pur guardando con sotterraneo e sottile sospetto chiunque scelga di adattare un videogioco per il cinema o la televisione, abbiamo in qualche modo imparato l’importanza della possibilità, dunque dell’attesa, consapevoli del fatto che le eccezioni possano non soltanto esserci, bensì ripetersi.
The Last Of Us, in quanto prodotto visivo capace di traslare l’immaginario e il linguaggio videoludico per lo schermo televisivo con grandi meriti e successi, non è solo, poiché un altro titolo, decisamente più indipendente, meno atteso, perciò meno chiacchierato e visto ha dimostrato di aver appreso la medesima lezione, ossia, A cena con il lupo: Werewolves Within, diretto dal Josh Ruben di Scare Me e scritto da Mishna Wolff.

Il cinema targato Ubisoft tra Quentin Tarantino e i Fratelli Coen

A cena con il lupo: Werewolves Within - Cinematographe.it

Dimenticate se potete la disastrosa parentesi cinematografica del 2016 della Ubisoft – celebre casa di produzione cinematografica e televisiva fondata nel 2011, come divisione dell’omonima casa sviluppatrice e distributrice videoludica francese – quando il Justine Kurzel di Macbeth e The Kelly Gang, viene assoldato dalla stessa per dirigere Michael Fassbender nell’annunciatissima tragedia cinematografica che fu – e che resta tutt’oggi – Assassin’s Creed.

Laddove infatti Ubisoft, cede di fronte alla spietata macchina produttiva hollywoodiana in quel caso rappresentata da due nomi forti come New Regency e RatPac, perdendo il controllo del suo prodotto, dunque permettendone la sua mutazione più totale, oggi, dopo la grande caduta, sembra aver imparato la lezione, concentrandosi sul circuito indipendente.

A cena con il lupo: Werewolves Within, libera trasposizione cinematografica da omonimo videogioco targato Ubisoft del 2016, ne è la conferma.
Diretto dal Josh Ruben di Scare Me, interessante horror a tinte comedy, distribuito non troppo tempo fa da Shudder, A cena con il lupo si presenta come la resa cinematografica non soltanto dell’omonimo videogioco di casa Ubisoft, ma anche di celebri giochi da tavolo come Cluedo – più volte traslato per il cinema -, Mysterium e Brivido, pur sempre dialoganti con l’immaginario cinematografico fatto di codici e linguaggi assolutamente personali e distinguibili di due voci che sono in qualche modo un marchio, seppur per motivi differenti: Quentin Tarantino e i Fratelli Coen.
Fin dalle prime sequenze, nell’America provinciale, montuosa e boschiva del film di Ruben, la violenza è in agguato, seppur sepolta da metri e metri di neve. Qualcosa o qualcuno si aggira nei boschi e tra le strade di Beaverfield, generando paura e sconforto. Tutti lo sanno, eppure nessuno lo vede. È uno sciacallo? Un serial killer? Un lupo? Oppure un mix di tutto questo?

A cena con il lupo

La risposta non tarda ad arrivare, eppure, a dimostrazione del fatto che qui tutto sia andato per il meglio, traducendo i linguaggi videoludici per il cinema, non è tanto importante chi o cosa uccida i bizzarri ed esilaranti abitanti di Beaverfield, piuttosto lo sfondo.

Dalla storia della cittadina stessa, a quella del nuovo e giovane ranger giunto in città, Finn Wheeler (Sam Richardson) diviso tra vecchi e nuovi amori, e ancora quella del sinistro e temibile eremita che isolato in una baita nei boschi, osserva la violenza, presentando al pubblico una duplice visione rispetto alla sua moralità e identità.
Tra fiumi di sangue, cliché dell’horror intelligentemente destrutturati e poi sfruttati, e toni da commedia nerissima che rimandano inevitabilmente a Fargo – la neve, la futilità del male, l’efferatezza della violenza talmente esagerata da risultare comica e disperata al tempo stesso, così come la sfera sociale apparentemente incapace di comprendere il male –, A cena con il lupo ce la mette davvero tutta pur di risultare cinema non convenzionale o peggio, già visto, bensì intrattenimento citazionista, divertito – e divertente – e ancora capace di possedere una propria impronta stilistica e autoriale, al di là del videogioco di riferimento, riuscendoci appieno.

Certamente del cinema di Quentin Tarantino e dei Fratelli Coen, non vi è che qualche suggestione o citazione diretta, un po’ per questioni di scrittura, verbosa all’eccesso e instancabilmente in bilico tra serietà grottesca (e horror) e umorismo non-sense (o demenziale).

Eppure ciò che non smette mai realmente di colpire di A cena con il lupo è questa sua volontà così genuinamente e sinceramente appassionata di replicare quello specifico modello di cinema, rimaneggiandolo e forzandolo al dialogo con gli elementi videoludici di Cluedo, Mysterium e Brivido e così con gli stilemi del cinema da camera (il film lo diventa nella sua seconda parte), che d’altronde appartengono già da tempo, sia a Quentin Tarantino che a Joel ed Ethan Coen.

A cena con il lupo: Werewolves Within – valutazione e conclusione

A cena con il lupo: Werewolves Within - Cinematographe.it

Non vi sono sorprendenti copi di scena, così come gloriosi momenti da majors, né tantomeno star, eppure A cena con il lupo intrattiene e conquista, essendo in tutto e per tutto un cinema indipendente ben consapevole dei propri limiti, che sfrutta a dovere uno dopo l’altro, rendendo la semplicità un punto di forza, e mai di debolezza, anche rispetto a questioni registiche, che dai tempi di Scare Me, dimostravano la sapienza, così come il gusto narrativo e umoristico – fin dalla scelta d’inquadratura – del suo regista, il sempre più interessante Josh Ruben e così di scrittura, a cura dell’ottima Mishna Wolff.

Esilarante e sinistro, romantico e macabro. Una commedia a tinte horror da togliere il fiato, un po’ per le risate e un po’ per la paura.

A cena con il lupo: Werewolves Within è disponibile on demand dal mese di agosto, sulla piattaforma MYmovies ONE.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.3