Weird City: recensione della serie tv sci-fi di Jordan Peele

La nostra recensione di Weird City, serie antologica creata dal Premio Oscar Jordan Peele, che unisce fantascienza, satira sociale e comicità dissacrante.

In un futuro non molto distante dal presente in cui viviamo, esiste una metropoli, una Weird City non troppo diversa da New York, divisa in due da una frontiera: da una parte i ricchi del pianeta (The Haves), quelli che vivono “Sopra la linea” (Above The Line), e dall’altra gli indigenti (The Have Nots), coloro che vivono “Sotto la linea” (Below the Line).

In poche semplici sequenze veniamo così catapultati nell’universo distopico creato da Jordan Peele, che, dopo il boom di Get Out (premio Oscar per la sceneggiatura originale nel 2018) compie il salto dal grande al piccolo schermo cimentandosi nel genere fantascientifico, con una serie antologica all’insegna di intelligenze artificiali e futuri alternativi che attinge a piene mani dall’universo di Black Mirror, ma declinando le atmosfere distopiche alle quali siamo abituati nei toni comici della sit-com.

Con Weird City Jordan Peel crea un mondo bizzarro che si fa beffe della distopia e della cultura pop

Weird City

Nasce così Weird City, serie antologica dal setting futuristico disponibile dal 13 febbraio su YouTube Premium, player che negli ultimi dodici mesi si sta facendo progressivamente strada nel variegatissimo mercato dei prodotti originali audiovisivi. E questa volta ha puntato su un regista e sceneggiatore come Jordan Peele, particolarmente impegnato in questo ultimo anno, che vedrà l’uscita del suo nuovo film, Noi-Us, sequel di Get Out, e quella su Amazon di Lorena, docuserie incentrata sul caso di cronaca che ha visto protagonista Lorena Bobbitt. La regia dei primi due episodi è invece affidata a Adam Bernstein (Fargo, Scrubs), vincitore del premio Emmy, mentre Jose Molina (The Tick, Agent Carter) è showrunner e produttore esecutivo.

Nell’arco di sei episodi da trenta minuti, di cui due disponibili gratuitamente senza bisogno di sottoscrivere l’abbonamento a YouTube Premium, vengono affrontanti in chiave satirica e umoristica le problematiche più note della moderna società tecnologica, dall’ossessione per l’aspetto fisico alla dipendenza dai social, fino ad arrivare al mondo degli appuntamenti in rete.

Scomparsa la classe media, da una parte abbiamo una città dorata abitata da benestanti ai quali viene offerta qualsiasi possibilità, mentre dall’altra un agglomerato di squallide case e tavole calde aperte fino a tarda notte, dove di soldi se ne vedono ben pochi. Per passare il confine che separa un lato dall’altro, gli abitanti della città devono essere muniti di appositi permessi, ma la distanza tra i due lati del muro non potrebbe essere più estrema. Su tutto e tutti vigila una strana e misteriosa figura, il Dr. Negari di LeVar Burton, unico anello di congiunzione tra le numerose storyline dello show.

Weird City: un buon prodotto di intrattenimento sorretto da un cast di grandi nomi

Weird City

Particolare menzione merita il primo episodio, capace con pochi e semplici tocchi di dare il senso di un mondo che guarda con amaro sarcasmo all’America di Trump e lo fa con uno stile leggero e frizzante, che non manca senz’altro di entusiasmo.

Ad inaugurare la serie è infatti il personaggio di Dylan O’Brien (star della serie Teen Wolf), il timido Stu, che nella puntata “The One” è un ex abitante della Low Line che grazie all’invenzione di un’app che aiuta a rimuovere le applicazioni inutili sui dispositivi è riuscito ad accedere alla città “alta”. Ma proprio a causa delle sue origini, non ha goduto del privilegio di cui godono i ricchi di Weird City: un’anima gemella assegnata fin dalla nascita. Per questo si rivolge ad un sito di appuntamenti particolarmente invasivo e attende con ansia l’arrivo della moglie che gli è stata promessa: almeno finché sulla porta di casa non si presenta il Burt interpretato da Ed O’Neill (Modern Family).

I successivi cinque episodi sfilano uno dopo l’altro all’insegna dei grandi nomi – volti più o meno noti del panorama seriale americano come l’ex Jedi Mark Hamill, Rosario Dawson (Luke Cage), Awkwafina (Crazy Rich Asians), Laverne Cox (Orange Is the New Black), Michael Cera (Arrested Development), Steven Yeun  (The Walking Dead), Gillian Jacobs (Community) e Sara Gilbert (The Conners) – ma nonostante il cast di tutto rispetto,  Weird City merita davvero la visione, una volta esauriti i primi due episodi gratuiti?

Quello costruito da Jordan Peele è un mondo bizzarro che si fa beffe della distopia e della cultura pop su cui si fonda (frequenti sono nel corso degli episodi le strizzatine d’occhio al mondo HBO, con riferimenti a serie come The Wire e Game of Thrones), riuscendo a caratterizzare ogni singolo personaggio in poche efficaci battute, senza mai trascurarne del tutto il profilo psicologico.

Tutti elementi che contribuiscono a fare di Weird City un prodotto di intrattenimento che diverte con intelligenza, reso ancora più godibile dal cast e da una scrittura senz’altro originale che contamina sitcom e fantascienza. Un buon prodotto che, nonostante i numerosi elementi a favore, non riesce a distinguersi nell’ormai variegatissimo universo seriale, rischiando di finire letteralmente oscurato da vere e proprie eccellenze che ormai dominano il settore.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.7