Kevin Feige sulla scelta di Ryan Coogler e la fortuna di Iron Man

Kevin Feige si sofferma non solo sulla scelta di Ryan Coogler come regista di Black Panther, ma anche sulla fortuna di Iron Man, che ha avviato il MCU.

Kevin Feige ha spiegato perché è stato scelto Ryan Coogler per dirigere Black Panther e ha rivelato anche che un tempo pensava che Iron Man non sarebbe uscito nemmeno nelle sale

Il Presidente dei Marvel Studios e del Marvel Cinematic Universe, Kevin Feige, ha ammesso che un tempo era preoccupato che Iron Man – del 2008 -, la prima produzione di uno studio nella sua prima fase, non avrebbe nemmeno raggiunto le sale cinematografiche.

È surreale. Da un lato è incredibilmente soddisfacente, dall’altro è quasi incredibile se pensiamo da dove abbiamo iniziato tutto ciò” ha rivelato Feige a Variety, riguardo ai 20 successi consecutivi dello studio, adesso proprietà della Disney. “Ci sono stati giorni in cui non ero sicuro del fatto che avrei visto Iron Man nelle sale. C’erano giorni in cui pensavo che The Avengers fosse un sogno irraggiungibile. E ci sono stati giorni dopo Avengers, in cui ho pensato: ‘Bene, dove dobbiamo andare?’“.

Il Presidente dei Marvel Studios ha continuato, dicendo: “Penso che tra un milione di anni nessuno pianificherà attivamente di costruire uno studio nel modo in cui sono stati costruiti i Marvel Studios, ma col senno di poi, è stato notevolmente efficace“.

Kevin Feige non è preoccupato che ci si possa stancare dei supereroi

Feige si è poi soffermato sul motivo per cui è stato scelto il regista di CreedRyan Coogler, per dirigere un’altra hit del MCU, Black Panther: “Con quello che Ryan stava facendo, quello che doveva dire, e il fatto che volessimo qualcuno con cui non avevamo mai lavorato prima, ma che comunque avrebbe creduto nel progetto, abbiamo deciso di scritturarlo. Ci ha colpiti fin da subito con varie presentazioni iniziali, per ottenere il lavoro. Si tratta di un regista che ha un talento innato nel saper bilanciare qualcosa che ha sia un valore d’intrattenimento sia la capacità di essere autentico nell’anima ed essere fedele alle domande che ha posto“.