Venezia 79 – Le favolose: recensione del documentario di Roberta Torre

La regista milanese torna sul grande schermo con un documentario sul mondo trans. Nelle sale dal 5 al 7 settembre 2022 dopo l’anteprima alle Giornate degli Autori di Venezia 79.

A meno di sorprese e cambi di programma, per rivedere Roberta Torre all’opera in un lungometraggio di fiction bisognerà attendere con molta probabilità il 2023, quando sul grande schermo arriveranno le immagini del suo nuovo film dal titolo Mi fanno male i capelli con Alba Rohrwacher e Filippo Timi, le cui riprese si sono concluse pochi mesi fa. Se la memoria non ci inganna gli anni trascorsi da Riccardo va all’Inferno saranno dunque sei, anni in cui la regista milanese non è stata di certo a guardare con le mani in mano, ma ha ingannato l’attesa dedicandosi alla scrittura e alla realizzazione di nuovi progetti audiovisivi come la serie comedy in dieci episodi ExtraVergine e il documentario Le favolose. Ed è proprio di quest’ultimo che ci occuperemo, cogliendo l’occasione dell’anteprima lidense alla 19esima edizione delle Giornate degli Autori che precede di qualche giorno l’uscita evento nelle sale con Europictures dal 5 al 7 settembre 2022.

Le favolose è un documentario libero, personale e non convenzionale

Le favolose recensione cinematographe.it

Roberta Torre torna così al documentario al quale tra un film e l’altro si è dedicata sin dagli anni Novanta e lo ha fatto a modo suo, con quell’approccio e stile fortemente riconoscibili che sono diventati agli occhi del pubblico e degli addetti ai lavori dei veri e propri marchi di fabbrica di un  modo di fare cinema libero, personale e non convenzionale. Caratteristiche, queste, che possiamo ritrovare anche nei personaggi che animano tutti i suoi lavori, non ultimi le sette protagoniste di Le favolose, che vede cinque amiche trans riunirsi per commemorare la loro amica Antonia, anche lei trans, che è stata, però, sepolta dalla sua famiglia in abiti maschili. Una reunion che avviene in un appartamento sfitto del quale decenni prima il gruppo al gran completo aveva fatto il proprio quartier generale, laddove tramite un armadio avveniva la “trasformazione” che consentiva loro di essere se stesse. Una possibilità messa in discussione e una libertà di essere che venivano il più delle volte negate e ostacolate dalle famiglie e dalla Società.   

La privazione dell’identità che le persone transessuali subiscono al momento della morte è il baricentro tematico su e intorno al quale ruota e si sviluppa il documentario

Le favolose recensione cinematographe.it

La privazione dell’identità che le persone transessuali subiscono al momento della morte è dunque il baricentro tematico su e intorno al quale ruota e si sviluppa il documentario, ciò che è accaduto anche ad Antonia, la trans defunta che le amiche provano a rievocare con una seduta spiritica nel tentativo di restituirle la sua identità negata. Da qui la pellicola della cineasta meneghina allarga il proprio orizzonte narrativo ad altre argomentazioni generali come lo stigma della prostituzione, la ricerca e la conquista della propria natura, il percorso di transizione, ma anche al racconto individuale delle esperienze di vita di queste stelle della sconfinata costellazione trans. Tasselli del passato di ciascuna delle protagoniste che emergono da sessioni di interviste frontali, nei quali si intrecciano vissuti, ricordi, aneddoti e riflessioni.

Le favolose è un mosaico di storie che convergono in un racconto corale all’insegna di un realismo magico e di una riuscita ibridazione

Le favolose recensione cinematographe.it

Il risultato è un mosaico di storie che convergono in un racconto corale all’insegna di un realismo magico e di una riuscita ibridazione tra finzione e verità. In Le favolose assistiamo a persone che diventano personaggi e viceversa, in uno switch continuo che vede le protagoniste alternare il loro essere se stesse all’interpretazione di se stesse, con un gioco delle parti e degli specchi che rappresenta il modus operandi narrativo e drammaturgico alla base dell’opera. Qui l’autrice mette in campo tutta la sua creatività per costruire situazioni che riportano alla mente l’esplosione di colori e di energia dei suoi film precedenti. In questo modo anche un documentario sulla carta easy diventa uno show in grado di fare riflettere ma anche di intrattenere.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.8