A qualcuno piace caldo: 7 cose che (forse) non sai sul film di Billy Wilder

Nel 1959, quando le differenze di genere non erano ancora l’argomento scottante di oggi e i bollori erano tutti per la diva per eccellenza, Marilyn Monroe, il padre della commedia americana Billy Wilder precorse i tempi con A qualcuno piace caldo, una delle sue pellicole più riuscite e divertenti che vede Tony Curtis e Jack Lemmon calati in abiti femminili, al fianco dell’attrice interpretata recentemente da Ana de Armas in Blonde (Andrew Dominik). L’opera, come ogni altro cult che possa definirsi tale, porta con sé alcune interessanti curiosità, che da appassionati quali siamo non possiamo far altro che andare a sviscerare, riscoprendo un film senza tempo.

Leggi anche A qualcuno piace caldo: recensione

1. Le difficoltà del fingersi donna

A qualcuno piace caldo tra le commedie cult più originali di sempre cinematographe.it

Si racconta che Jack Lemmon e Tony Curtis per testare l’efficacia del loro illusorio cambio di sesso, abbiano girato per gli studios in abiti femminei, entrando persino nel bagno delle signore, senza dare nell’occhio e riuscendo così a risultare credibili anche per i loro stessi compagni di set. AI due attori, inoltre, fu affiancato un ballerino di cabaret, con l’intento di impartirgli alcuni consigli utili per imparare alcune movenze e soprattutto per riuscire a muoversi sui tacchi; Lemmon presto si rese conto che non fosse necessario imparare, dal momento che i due avrebbero dovuto interpretare la goffaggine di due uomini improvvisatisi donne.

2. Una diva prosperosa

Marilyn Monroe cinematographe.it

È ormai diventata celebre, come fosse una citazione interna al film, la frase che Marilyn Monroe rivolse al costumista Orry-Kelly, quando questo le disse che Tony Curtis aveva un fondoschiena migliore del suo; la diva si slacciò la camicetta e disse “Sì, ma non ha due tette come queste!”.

3. A qualcuno piace caldo: censura d’altri tempi

A qualcuno piace caldo cinematographe.it

Vedendo un film come A qualcuno piace caldo, parrebbe impossibile immaginarsi un qualsiasi tipo di censura; eppure lo stato del Cansas si rifiutò di proiettare la pellicola nei propri cinema, ritenendo che il travestimento dei due protagonisti fosse inopportuno.

4. Marilyn poco professionale

Marilyn Monroe cinematographe.it

A detta dei colleghi e del regista, il comportamento di Marilyn sul set fu tutt’altro che professionale. Oltre ai continui ritardi di ore, l’attrice dimenticava continuamente le sue battute, tanto che per diverse scene fu necessario l’utilizzo di una grande lavagna che potesse aiutarla a ricordare. Wilder rivelò che la collaborazione con la Monroe fu una delle più impegnative della sua carriera; l’interprete arrivò anche a costringere l’intera troupe a girare tutte le scene ambientate nell’albergo, all’hotel dove lei stessa soggiornava.

5. Un titolo controverso

“Not tonight Josephine”. Difficile immaginarsi quanto il successo del film sarebbe potuto variare se fosse stato distribuito con il titolo ipotizzato inizialmente, riferito al personaggio femminile che Tony Curtis interpreta; quel che è certo è che “Some Like it Hot” ha conquistato tutti. La titolazione definitiva, afferisce all’hot jazz suonato dalla band di sole donne a cui Daphne (Jack Lemmon) e Josephine si aggregano.

6. Il bianco e nero vince

A qualcuno piace caldo a colori cinematographe.it

Marilyn Monroe diede filo da torcere a Wilder anche per quanto riguarda la scelta stilistica del film; ella infatti pretendeva che la pellicola venisse realizzata a colori, come i contratti di tutte le sue precedenti collaborazioni prevedevano, ma il regista riuscì a convincerla che A qualcuno piace caldo dovesse essere girato in bianco e nero, principalmente per motivi di make up sui due uomini.

7. Il casting di A qualcuno piace caldo

Jerry Lewis cinematographe.it

Prima Bob Hope (Il fantasma di mezzanotte, Il più grande spettacolo del mondo), Frank Sinatra e Mitzi Gaynor (Follie dell’anno, Martimoni a sorpresa), poi Danny Kaye (L’uomo meravigliaSogni priobiti), Anthony Perkins e Jerry Lewis. Il casting del 16° lungometraggio firmato Billy Wilder, prima di arrivare al definitivo trittico composto da Lemmon, Curtis e Monroe, passò dalla valutazione di altri prestigiosi interpreti della Hollywood degli anni ’50. Noi non sappiamo come sarebbe andata altrimenti ma, nonostante ciò, siamo infinitamente grati della scelta fatta e entusiasti di poter godere dello straordinario lavoro svolto dai tre protagonisti.

Leggi anche Le 10 commedie cult più originali di sempre