A qualcuno piace caldo: recensione

A qualcuno piace caldo è in cima a qualunque lista di commedie, probabilmente è quella con il ritmo più brillante e sofisticato mai prodotta a Hollywood. Esce nel 1959, con la regia di Billy Wilder, interpretato da Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon.

L’American Film Institute ha inserito il film al quattordicesimo posto nella classifica dei migliori cento film statunitensi e l’ha messo al primo posto in quella delle migliori cento commedie. E’ considerato da alcuni un remake (la storia originale è di Robert Thoeren e Michael Logan) di un film tedesco del 1951 di Kurt Hoffmann, Fanfaren Der Liebe, a sua volta rifacimento di un film francese del 1935, Fanfare d’Amour. Film che quasi nessuno ha visto e se pure Billy Wilder e il suo sceneggiatore I.A.L. Diamond si fossero ispirati alla farsa dei musicisti vestiti da donna, nelle loro mani l’itinerario ha compiuto fermate diverse e del tutto originali. A partire da quella alla stazione, in cui Joe (Tony Curtis) e Jerry (Jack Lemmon) vedono per la prima volta Zucchero Kandinski (Marilyn Monroe):

Hai visto quella…. Come si muove? Sembra fatta di gelatina. Se io mi dimenassi così mi perderei i pezzi. E’ inutile, è un sesso del tutto diverso.

Tony Curtis e Jack Lemmon

Tony Curtis e Jack Lemmon

Nella Chicago di Al Capone, Joe e Jerry, musicisti in bolletta, sono in fuga da un night perquisito dalla polizia e diventano involontari testimoni della strage di San Valentino. Un fatto reale di cronaca nera con vari riferimenti ai gangster movie più noti: dal nome di “Piccolo Bonaparte “ che rimanda al Piccolo Cesare di Mervyn Leroy a episodi che ricordano la trama di Scarface di Howard Hawks o Nemico pubblico di William A. Wellman. Gag ed inseguimenti slapstick evocano anche i film dei Marx Brothers.           I due suonatori hanno visto “Ghette” Colombo far fuori Johnny Stecchino, ora il gangster li vuole morti, si uniscono così ad un’orchestra femminile in partenza per la Florida, assumendo le sembianze di Josephine e Daphne, sassofonista e contrabbassista provenienti dal Conservatorio di Donna Cecilia. Intraprendono il viaggio notturno verso la Florida in treno, sul quale incontrano le colleghe musiciste tra cui l’ incantevole Zucchero “candito” Kandinsky, cantante e suonatrice di ukulele, radiosa e bellissima, un po’ alcolista e un po’ svampita. Qui Marilyn incarna al massimo il cocktail irresistibile di comicità, ingenuità deliziosa e sex appeal che la rende unica nella storia del cinema. Zucchero ama i suonatori di sassofono e il gin e i due fuggitivi se ne invaghiscono immediatamente ma non possono corteggiarla per non essere smascherati.

(Daphne) Tredici in una cuccetta porta male, bisogna che undici escano… Tu no Zucchero!

Scena del film

Scena del film

A Miami, Joe decide di fare la corte alla ragazza spacciandosi per il milionario annoiato Junior, erede della Shell Oil, indossando i vestiti rubati al manager dell’orchestra. Il dialogo del loro incontro sulla spiaggia spiega anche il titolo del film:

Suona quella musica moderna, il jazz?                                                                

 -Già.. Jazz caldo!                                                                                                        

 -Oh beh… a qualcuno piace caldo, personalmente io preferisco il classico.

Scena in spiaggia

Scena in spiaggia

Daphne invece fa colpo su un milionario vero, Osgood Fielding II (Joe E. Brown), entrando così in un irresistibile vortice comico. Joe riesce a portare Zucchero sullo yacht di Osgood, mentre Daphne lo intrattiene ballando un appassionato tango con tanto di rosa tra le labbra. Sulla barca Joe si finge insensibile ai baci femminili e Zucchero fa del suo meglio per farlo guarire. Tra i tanti aneddoti circolanti sul film esiste anche una affermazione di Tony Curtis (da lui smentita) secondo la quale baciare Marilyn era come baciare Hitler ma non è esattamente quello che sembra a vederlo sul divano mentre rivela di sentire un leggero calore alle dita dei piedi, come se qualcuno glieli stesse cuocendo a fuoco lento su un barbecue (Zucchero: mettiamo un altro ceppo sul fuoco).

Altra euforia brucia nella camera d’albergo quando Jerry/Daphne rivela a Joe di essersi fidanzato.

Scena del ballo

Scena del ballo

Joe – Ah, e chi è la fortunata?

Jerry – Io!

E ancora, a Daphne che con gli occhi socchiusi suona le maracas e canticchia dolcemente sul letto:

– Tu non sei una donna! Sei un uomo! Perché un uomo dovrebbe sposare un altro uomo?

– Sicurezza!

Con un ritmo sempre più incalzante ci accorgiamo che nello stesso albergo si sta tenendo una riunione tra boss mafiosi tra i quali c’è la gang di Ghette il mandante della strage di cui i due musicisti sono stati testimoni e che sta dando loro la caccia. Memorabile è la scena finale della fuga dei due che con il motoscafo di Osgood scappano dai malavitosi. Durante la fuga Joe trova il coraggio di dichiararsi a Zucchero e di svelare la sua vera identità di musicista spiantato la quale lo bacia suggellando il loro amore.
Ancora più crudele è l’inganno di Jerry a Osgood, che risponde al suo disvelamento con la battuta più celebre del film:

Beh… nessuno è perfetto.

Scena finale

beh, nessuno è perfetto.

Osgood, voglio essere leale con te: non possiamo sposarci affatto.                                                 

Perchè no?                                                                                                                        

Be’… in primo luogo non sono una bionda naturale…                                                                       

Non m’importa.…                                                                                                                                                                

e fumo, fumo come un turco…                                                                         

Non m’interessa. 

Ho un passato burrascoso: per più di tre anni ho vissuto con un sassofonista.

Ti perdono.Non potrò mai avere bambini…

Ne adotteremo un po’.

Ma non capisci proprio niente, Osgood! Sono un uomo!

Be’, nessuno è perfetto.

Il film funziona in ogni momento ed è l’emblema delle commedie. E’ un capolavoro diretto magistralmente da Billy Wilder, con una incalcolabile forza creativa. Nelle sue mani la storia dei due musicisti in fuga diventa nera, grottesca, brillante, romantica ma ogni limite viene superato quando è in scena Marilyn Monroe. E’ il “suo” film. Le scene con Marilyn, sul treno, mentre canta I Wanna Be Loved By You, quando seduce Tony Curtis sullo yacht sono le sequenze più affascinanti e sensuali che la diva abbia girato. Qualcuno ha detto che si tratta di uno spogliarello in cui la nudità sarebbe superflua. E chi ricorda scene altrettanto “nude”, delicate e seducenti? Altrettanto straordinarie sono le performance di Curtis e Lemmon e perfino la superficialità tanto rinfacciata alla Monroe contribuisce a costruire un meccanismo perfetto. Pare che Marilyn non riuscisse a ricordare neppure le battute più brevi, facendo impazzire Wilder che tentava in tutti i modi di semplificarle la parte mettendo cartelli con le battute trascritte un po’ in tutte le scene. Come la battuta “Dov’è il bourbon?”, la cui striscia era incollata in un cassetto e lei avrebbe dovuto solo leggerla aprendolo, ma apriva sempre il cassetto sbagliato, costringendo la troupe a mettere il foglietto in tutti i cassetti dei mobili sul set. Ispirazione eccezionale, dialoghi esilaranti e immaginiamo anche un clima sul set di genialità leggera e stravagante, non solo professionalità meticolosa. Lei stessa aveva trovato in Jack Lemmon quella leggerezza che non riusciva più ad avere, disse infatti alla prima del film “Jack Lemmon non è forse l’uomo più divertente del mondo?” Come darle torto? Una pellicola esilarante, viva nella memoria di milioni di spettatori e che ha molto influenzato il cinema moderno, pensiamo a Tootsie di Sidney Pollack.

Billy Wilder e Marylin Monroe sul set

Billy Wilder e Marylin Monroe sul set

“Beh.. nessuno è perfetto”, alla battuta di Joe E. Brown si può rispondere che A qualcuno piace caldo è senza ombra di dubbio la commedia perfetta. Ed è un perfetto esempio di cosa fosse capace di fare Billy Wilder.

Giudizio Cinematographe

Regia - 5
Sceneggiatura - 5
Fotografia - 5
Recitazione - 5
Sonoro - 5
Emozione - 5

5

Voto Finale