Marilyn Monroe: 10 curiosità sull’iconica attrice

Sicuri di sapere tutto su Marilyn Monroe? La storia dell'attrice, morta troppo giovane, è costellata di curiosità, amori, successi.

Icona assoluta, donna che ha fatto perdere la testa a chiunque, protagonista di molte scene rimaste nell’immaginario collettivo – il suo corpo diventa di proprietà pubblica. Marilyn Monroe ha avuto una vita breve – è morta a soli 36 anni – ma piena di storie e di momenti, basti pensare che l’amore per il cinema nasce in lei grazie all’amica della madre, Grace che è stata la sua tutrice per un periodo, archivista di pellicole alla Columbia Pictures. Stella del cinema, soggetto per Andy Warhol, ossessione disturbante di Hugh Hefner che volle addirittura comprare, oltre che le sue foto nuda, il loculo accanto al suo perché così poteva vivere l’ebrezza di “giacere” per l’eternità con Marilyn, protagonista della famosa canzone di Elton John, Candle in The Wind che non è stata creata per la principessa Diana, in origine, ma per celebrare la fragile esistenza di Marilyn. Insomma Marilyn è molto ma molto di più del suo personaggio, del ruolo che le hanno appiccicato addosso. Conoscendo meglio la vita e la storia di Marilyn si comprende come lei fosse una donna speciale, forte, caparbia, una donna che in un mondo abusante, spesso relegata a oggetto rappresentato, tentava di ribellarsi a quel sistema, di essere padrona di sé – anche se spesso vittima di uno sguardo predatore, erotomane, figlio di una società ancora patriarcale e sessista -: ha giocato d’anticipo quando, dopo aver posato nuda, volevano usare le sue foto, le aveva vendute a Hefner, è stata una delle prime a parlare della differenza di retribuzione rispetto i colleghi uomini. Lei ha lavorato duramente per creare la sua immagine iconica, fattrice del proprio mito, è una delle prime ad avere chiaro il concetto di distanza tra personaggio e persona.

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Marilyn dunque è un personaggio, una maschera ma dentro di lei c’è sempre quella piccola ragazzina in cerca d’amore, una cosa è la Marilyn Monroe che si muove sul set, un’altra è la giovane bionda che cerca di vivere una vita normale lontano dai riflettori. Si tratta di due entità praticamente separate; Truman Capote, un giorno, la sorprende a guardarsi allo specchio e quando le chiede cosa stia facendo, lei risponde: “la guardo”. L’attrice, raccontano, è capace di camminare indisturbata per New York, poi improvvisamente incomincia a camminare, guardare, essere un’altra persona ed ecco che tutti la fermano per chiederle un autografo, lei candidamente ammette: “Avevo voglia di essere un attimo Marilyn Monroe”

Dietro Marilyn c’è sempre stata Norma, con il suo bisogno d’amore da parte di uomini egoisti, violenti, gelosi, più interessati alla donna trofeo che a lei, con il suo desiderio di appartenenza e affetto troppo a lungo negati. Hollywood la riempie di attenzioni, ma tra i flash, tra le righe dei contratti, la donna scorge  anche l’altra faccia della medaglia, fatta di oppressione, sfruttamento, totale assenza di una vita vera.

1. La vita dolorosa di Marilyn Monroe

Marilyn Monroe, il cui vero nome è Norma Jeane Mortenson, nasce il primo giugno del 1926 al Country Hospital di Los Angeles. Come in un gioco di specchi, quasi per dimostrare il fatto che lei è molte cose oltre ad essere la bionda un po’ sciocca e provocante che spesso interpreta, sul suo certificato di nascita è registrata come Mortenson, su quello di battesimo Baker, anche se sembra che il padre biologico fosse il capo della madre, Charles Gifford, che Marilyn non incontrerà mai. L’attrice usa spesso pseudonimi per registrarsi negli alberghi o nelle cliniche, Zelda Zonk o Faye Miller sono stati i nomi falsi più utilizzati.

La sua non è mai stata una vita facile: non ha mai saputo l’identità del padre – da lì il suo bisogno di amore – e la madre, Gladys Pearl Monroe, era mentalmente instabile e finanziariamente non riusciva a prendersi cura della figlia per questo la piccola Norma viene messa in orfanotrofio. Tutto si fa più complicato quando viene data a molte famiglie affidatarie – le violenze psicologiche, fisiche e sessuali, sono per lei all’ordine del giorno – che di volta in volta la riportano indietro. A 16 anni si sposa con il vicino di casa James Dougherty per evitare di rientrare in orfanotrofio e divorzierà da lui cinque anni dopo, proprio per abbandonare quella vita. Da ragazzina scopre di avere una sorella ma si conosceranno solo da adulte.

Anche nel periodo più felice, quello del successo massimo, ebbe momenti di fragilità estrema. Lei è corteggiata dai più famosi uomini del momento, nel 1954 si sposa con il campione di baseball Joe Di Maggio, un matrimonio molto breve poiché dopo un anno si separano a causa della “troppa popolarità” di Monroe e anche per alcune scene che la donna doveva interpretare. Di Maggio, uomo violento, possessivo, geloso, durante la celebre scena del vestito sollevato dall’aria della grata si infuria, Wilder descrive il suo sguardo come “quello della morte”; infatti si racconta che il marito ha picchiato violentemente la moglie in camera, dopo la scena.

Questa e un’altra serie di storie d’amore finite male, come quella con Arthur Miller, influiscono sul suo lavoro; proprio in quel momento inizia ad essere l’amante del presidente Kennedy e del fratello Bob.

Uno dei dolori più grandi è stato quello di non essere mai diventata madre, pur essendo rimasta incinta più volte a causa dell’endometriosi di cui è affetta.

2. La nascita del suo personaggio e alcuni aneddoti

A causa dell’infanzia difficile, Marilyn da bambina soffre di balbuzie che supera quando lascia gli orfanotrofi. Il problema si ripresenta al liceo, e più volte anche nella sua carriera d’attrice. Il suo tono sospirato deriva proprio dai suggerimenti di un logopedista per affrontare il problema ma torna all’improvviso, anche nel suo ultimo anno di vita. Lavorare è sempre più difficile, durante le riprese del film Something’s Got to Give recitare è quasi impossibile, infatti viene licenziata nel mezzo della produzione, due settimane prima della sua scomparsa.

Si racconta che sul set del film A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, l’attrice avrebbe sbagliato per 62 volte la battuta “It’s me, Sugar” – Miller racconta che la donna in quel periodo era prima rimasta incinta e non riusciva a sostenere un’intera giornata di set, poi aveva perso il bambino -, la storia non rende giustizia al suo talento e a quel personaggio di donna sensualissima, un po’ svampita, innamorata dei diamanti e degli scapoli d’oro, da lei costruito proprio grazie alla sua intelligenza duttile e acuta. Lo stesso Jack Lemmon, che ha messo in giro l’aneddoto, ricordando come a nulla servissero i foglietti sparsi nella scenografia che le suggerivano le battute, ammette che, a fine serata, quando si guardavano i giornalieri, si scopriva che l’interpretazione di Marilyn Monroe era stata perfetta. Si può parlare di pura magia, un miracolo e, anche se Marilyn metteva in difficoltà l’intero set per la sua sbadataggine e per il fatto che arrivava sul set sempre in ritardo, Wilder non poteva fare a meno di lei.

3. Da Norma a Marilyn: la costruzione di un’icona tra colori di capelli e piccoli interventi

Norma Jeane nel 1945 lavora come operaia, in una fabbrica di esplosivi, impacchettando paracaduti assieme al marito, James Dougherty, poi lui parte per il Pacifico e lei resta a lavorare lì. La nota David Conover – mandato da Ronald Reagan, che all’epoca si occupava di propaganda bellica – quando si reca in fabbrica per fotografare le ragazze e le propone di fare la modella perché la foto scattata è talmente potente da diventare una delle più importanti del periodo e da valere a lei il titolo di “Miss Lanciafiamme”. Inizia la sua carriera nel mondo dello spettacolo come modella posando per la più importante agenzia pubblicitaria di Hollywood, la Blu Book School of Charm and Modeling. Lavora con celebri fotografi che fanno conoscere il suo volto e la sua bellezza mozzafiato. Norma Jeane Baker diventa Marilyn Monroe nel 1946, firma il suo primo contratto cinematografico il 24 agosto 1946, riesce così a chiudere un matrimonio che le era sempre stato stretto, adduce come scusa che la Fox le avrebbe permesso di firmare il contratto a patto che fosse single.

Grazie ad un’idea del regista Ben Lyon, che ritiene sensuale il suono del nome Marilyn associato al cognome della madre, Monroe, nasce il suo nome. La prima volta che firma un autografo non sa dove mettere la “i” in Marilyn e deve farsi fare lo spelling. Detesta il nome Marilyn, vorrebbe diventare famosa con il suo nome, la trasformazione a poco a poco inizia. Il suo colore di capelli naturale è castano ma proprio in nome di quell’immagine seducente a cui stanno lavorando deve schiarirli. Da lì incomincia ad essere la biondissima del cinema. 

Nel 1950 è una delle prime a sottoporsi a due interventi di chirurgia estetica, per ridurre il naso, per ammorbidire il mento: un’idea del suo agente Johnny Hyde. Su una cosa però non transige, ha una leggera peluria che le ricopre il volto, a suo parere le dona una soffusa lucentezza.

4. Una grande attrice senza nomination agli Oscar

Marilyn esplode, è inarrestabile dal suo primo ruolo da protagonista con La tua bocca brucia e il successo diventa mondiale con Niagara. Arrivano poi tantissimi altri ruoli, Come sposare un milionario, Gli uomini preferiscono le bionde, La magnifica preda e Quando la moglie è in vacanza, Marilyn Monroe ormai è ovunque, una star una diva di fama mondiale seguita, adorata e acclamata da tutti.

Prova addirittura l’impresa, fallimentare, fondando una sua casa di produzione, Marilyn Monroe Productions, gira un solo film, Il principe e la ballerina con Laurence Olivier. Dopo l’insuccesso torna da Wilder e gira A qualcuno piace caldo. Quando diventa il sogno di tutto il mondo, molti membri dell’Academy e colleghi iniziano ad essere invidiosi di lei. Monroe, come altri attori che sono diventati miti di Hollywood, non ha mai ricevuto durante la sua carriera una nomination agli Oscar, mai neppure per i titoli per cui ha ricevuto più complimenti da critica e pubblico come per Niagara e per Gli Spostati.

5. Una diva ma poco amata dall’industria

Nel nostro immaginario Monroe è l’attrice più importante della sua epoca eppure, a vedere i compensi che percepisce per i suoi film, è evidente che per l’industria non è così. Per Gli uomini preferiscono le bionde la sua collega Jane Russell prende un compenso dieci volte superiore al suo. Per il suo ultimo film, Something’s Got to Give, firma un contratto per 100.000 dollari, nello stesso anno in cui Elizabeth Taylor ottiene un milione per interpretare Cleopatra. La famosa foto senza veli di cui è protagonista nel 1949 le ha fruttato un assegno di 50 dollari e doveva essere utilizzata per un calendario; Hugh Hefner, il fondatore di Playboy la acquista dal fotografo per 500 dollari, ma quella copertina che esce in edicola nel 1953 gli frutta milioni in un unico giorno. Per fortuna Marilyn non è una donna che ama il lusso smodato: in tutta la sua vita compra solo una casa (quella in cui muore, al 12305 di Fifth Helena Drive a Brentwood) e, a differenza di un suo famoso personaggio non crede che i diamanti siano i migliori amici delle ragazze, anzi l’unico gioiello in diamanti che possiede è un anello regalatole da Joe di Maggio: lei preferisce indossare delle semplici perle.

6. Il suo grande amore per la musica

Marilyn è anche una grande amante della musica; è incredibile pensare che Ella Fitzgerald non aveva avuto una carriera semplice,  nonostante la sua formidabile voce: avere la pelle nera all’epoca era un ostacolo non solo per avere successo ma anche solo per potersi esibire liberamente in un locale, essere una donna ma non essere “abbastanza sexy”. Se non ci fosse stata Marilyn, non conosceremmo Ella Fitzgerald, grazie all’attrice ottiene la possibilità di cantare al Mocambo Club, il locale più in voga di Hollywood in cui si esibiva Frank Sinatra ed era frequentato dalle star del cinema. Marilyn fa solo una promessa per far cantare Ella, lei avrebbe prenotato un tavolo in prima fila per ogni serata.

7. L’abito iconico di Marilyn Monroe

La notte del 1962 quando canta Happy Birthday all’amato John Fitzgerald Kennedy, Marilyn indossa un abito tempestato di cristalli super stretto. Il vestito per risultare così tanto aderente le viene cucito letteralmente addosso, infatti non ha cerniere né bottoni per essere chiuso. Questo capo da sogno è stato acquistato in un’asta per 1,26 milioni di $. Da Marilyn in poi, l’abito a sirena effetto nude con cristalli è diventato un simbolo di seduzione: da Jennifer Lopez a Beyoncé, da Rihanna a Britney Spears e Bella Hadid, tante altre star hanno indossato modelli ispirati al mito.

8. Capote e la sua Holly Golightly

Truman Capote avrebbe voluto che la sua Holly Golightly fosse Monroe ma Marilyn ha rifiutato, perché Paula Strasberg, la sua advisor e acting coach, le aveva consigliato di evitare quel ruolo per cui l’avrebbero etichettata come accompagnatrice. Capote viene poi scavalcato dalla casa di produzione che scelse Audrey Hepburn per Colazione da Tiffany, scelta per lui sbagliatissima.

9. L’amore per la letteratura, per la scrittura e per l’arte

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Il cinema la vuole una sciocca, una pedina nelle mani degli uomini, ma il suo quoziente intellettivo è di 168, Marilyn infatti è una donna estremamente colta che non smette mai di approfondire. Legge Dostoevskij, Whitman, Freud, è amica intima di Truman Capote, è ammirata da Sartre che scrive per lei un ruolo nella piéce Freud. Lei è un’esperta d’arte, tanto da iscriversi all’università della California, ha una predilezione per Goya di cui dice di condividere gli stessi incubi. Marilyn è un’avida lettrice, leggere è la sua passione e la sua ancora di salvezza, l’ultimo libro che sta leggendo, in quel fatale agosto del 1962 è Il buio oltre la siepe di Harper Lee. La sua biblioteca conta oltre 400 volumi, si racconta che è capace di capire il valore di un libro leggendone le prime 10 pagine, come spesso capita oltre ad essere una lettrice Marilyn scrive molto, soprattutto riflessioni sulla propria vita.

10. Una dolorosa morte

Marilyn viene trovata senza vita la mattina del 5 agosto 1962, all’età di trentasei anni, nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles. Eunice Murray, la domestica di Marilyn, si allarma perché l’attrice, quella mattina, non le apre la porta e così telefona allo psichiatra Ralph Greenson che aveva in cura Marilyn e che arriva di corsa. Greenson rompe una finestra e scopre il cadavere della sua paziente, aggrovigliata nelle lenzuola di seta color champagne, con la cornetta del telefono in mano. Questa versione, oggi, viene smentita dal documentario Netflix I Segreti di Marilyn Monroe, in cui si dice che lei era ancora viva ed è morta in ambulanza. Molti sono i dubbi riguardo alla sua morte, una cosa è certa, il mondo dopo la morte di Marilyn sarà molto diverso. C’è e c’è stata una così grande ossessione riguardo la sua morte che sono girate fin da subito le immagini del suo corpo nudo, esanime; tanto era amata e resa feticcio in vita, così lo è stata anche in morte.

Ancora oggi, si parla di suicidio – nota la sua dipendenza dai farmici – ma non si hanno prove certe, si dice che la sua morte potrebbe addirittura aver a che fare con lo scandalo della relazione con i fratelli Kennedy o che si tratterebbe di un regolamento di conti con la mafia. Marilyn, il suo mito, è stata tanto importante per il pubblico da scatenare una vera e propria ondata di suicidi: secondo un articolo del New York Times arrivano a una media di 12 al giorno. Diventa importante per comprendere la portata della sua morte, il testo di un bigliettino lasciato da uno di questi suicidi: “se la cosa più bella e meravigliosa del mondo non ha nulla per cui vivere, allora non devo averla neanch’io”.

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