Gomorra 3: anticipazioni e intervista al cast della serie

Oggi è stata presentata a Roma Gomorra 3. Ecco cos'ha raccontato il cast e tutte le anticipazioni della nuova stagione, in onda dal 17 novembre

“Si è verificato un cortocircuito. La serie svela dei meccanismi che ci sono sempre stati ma che erano titolati in maniera specifica dalla stampa e dai media. Adesso, quello che abbiamo visto sullo schermo, iniziamo a riconoscerlo nella realtà. Ci sembra che la realtà sia stata plasmata dalla finzione, ma Gomorra ha solo reso riconoscibili queste dinamiche”. E Gomorra 3 non fa che proseguirlo, questo cortocircuito.

La serie tv tratta dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano – che con quelle parole ha deciso di sopperire alla sua mancanza durante la conferenza stampa che stamattina ha presentato a Roma la nuova stagione – tornerà su Sky Atlantic il 17 novembre e, in maniera assolutamente inedita, nei cinema italiani il 14 e 15 novembre con i primi tre episodi. Intanto si guarda già alla quarta stagione, le cui puntate, sembra, sono già scritte.

Gomorra 3: la trama della nuova stagione

Gomorra 3

Gomorra 3 ricomincia a raccontare dalla morte del boss, il potentissimo Pietro Savastano (Fortunato Cerlino): il re è morto e qualcuno deve occupare il trono e indossare quella pesantissima corona. Ciro (Marco D’Amore) l’assassino si nasconde, lo cercano tutti, ma l’Immortale sembra essere diventato un fantasma. Intanto Genny (Salvatore Esposito) ha una nuova vita nella Capitale, con un figlio appena nato dalla moglie Azzurra (Ivana Lotito), ma non ha mai perso di vista l’obiettivo: portare avanti il potere dei Savastano, con un nuovo interesse verso il centro di Napoli, già controllato da famiglie storiche del sistema Camorra.

Per riuscire ad ampliare il suo regno, Genny ha bisogno di un aiuto dall’interno e lo trova in Enzo Villa (la new entry Arturo Muselli) detto Sangue blu, giovane erede di una delle famiglie fondatrici della Camorra, ora caduta in disgrazia dopo che il capoclan divenne uno dei primi pentiti. Enzo fa parte di un gruppo di giovani che non vedono l’ora di rivendicare quello che credono gli spetti di diritto e il miglior modo per riuscirci è affidarsi agli uomini di Secondigliano. È guerra aperta, non ci sono regole e le strade si tingeranno di rosso.

Gomorra 3: la nuova stagione arriva al cinema

Gomorra 3

Il 14 e il 15 novembre – fino a 24 ore dalla messa in onda su Sky – i primi tre episodi della nuova stagione verranno trasmessi al cinema. Ma non solo. Per i fortunati di Napoli, Roma e Milano, in alcune sala saranno presenti anche i membri del cast. Si parte a Napoli dove il 14 novembre sarà possibile incontrare le star di Gomorra 3 al cinema Metropolitan (18.30), al The Space Cinema (20.30) e al UCI Cinepolis di Marcianise (22.30). Nella Capitale gli incontri sono due: il 15 novembre alle 20.30 al cinema Adriano e alle 22.00 al The Space Magliana. Chiude gli incontri Milano: il 15 novembre alle 21.00 presso il cinema Colosseo. “Lo facciamo in contraddizione alle canoniche regole dell’Industria che si basano sull’idea sbagliata che la TV e il cinema siano in competizione”, spiega il produttore Riccardo Tozzi. “Non è così. E Gomorra regge bene anche il grande schermo”.

 

Gomorra 3: i confini si allargano

Gomorra 3

La terza stagione della serie Sky apre le ali e si sposta dalle ormai conosciute vele di Scampia o dei palazzoni di Secondigliano. Per la prima volta vedremo il suggestivo e bellissimo centro di Napoli, torniamo al quartiere Eur di Roma e usciremo anche dall’Italia. L’obiettivo è il racconto delle periferie, accomunate tutte dalla stessa problematica: l’estraniamento. Allora andremo a Parigi o in Bulgaria, sempre con in testa l’esorcizzazione del male, del crimine, della cattiveria.

 

 

Gomorra 3: cosa dice il cast?

Gomorra 3

Marco d’Amore torna nei panni di Ciro, l’Immortale, l’Om’e’merd, il traditore dei Savastano, l’assassino di Don Pietro. Ma il suo personaggio ha anche perso molto nella scorsa stagione, quali sono le conseguenze?

Abbiamo lasciato Ciro all’indomani di una perdita troppo grave perché non influisse sul suo percorso. Seppellire un figlio è un atto traumatico, di non ritorno. Come si mostra un sentimento del genere? Il dolore è anche esteriore. Ciro è sfiorito. È un uomo dimesso, stanco. La sua Immortalità è una condanna: significa attraversare la vita rimanendo indenne agli ostacoli e desiderando di morire.

Accanto a lui c’è Salvatore Esposito, Gennaro Savastano detto Genny che, per usare le parole dell’attore, in Gomorra 3 “continua la sua discesa negli inferi impostagli da Donna Imma e Don Pietro, due genitori che lo opprimevano e lo relegavano a un ruolo marginale. Ha scelto di diventare il capo. Questo comporta conseguenze, aumentano i nemici e diminuiscono le persone fidate”.

Una parte fondamentale di Gomorra 3, però, saranno le donne, le femmene: Cristina Donadio (Scianel) e Cristiana Dell’Anna (Patrizia). Due regine che non ereditano più il potere dagli uomini: se lo prendono. “Scianel è una iena in gabbia – spiega la Donadio – e una iena in gabbia non ci può rimanere, ma è ferita. Ha perso tutto. Si deve leccare le ferite ed elaborare strategie. Sarà pronta a vendicarsi. Dentro, però, porta il danno e si vede negli occhi. È cambiata nel modo di guardare, adesso lo fa con distacco e consapevolezza. Guarda dritto in faccia, diretta, non più di sbieco”. Ma è un punto di svolta che per la Patrizia di Cristiana dell’Anna che ha spiegato:

Patrizia non ha mai paura di esplorarsi. Nella seconda serie si innamora della bestia [di Don PIetro], nella terza conferma il suo percorso che è opposto a quello di Ciro. La sua è un’ascesa. Patrizia è come la fortezza di Castel dell’Ovo [a Napoli]: è costruita attorno a un luogo, ma se cade lei, cade tutto. È l’alterego femminile di Ciro.

 

Gomorra 3: la polemica torna a farsi sentire. Emulazione e responsabilità

Gomorra 3

Se ne parla da sempre: Gomorra è un prodotto rischioso? Potrebbe plagiare le menti dei giovani e dei ragazzi che lo guardano e che si incantano ad osservare le guerre, gli omicidi e la violenza? Secondo Riccardo Tozzi è come una tragedia greca:

L’opera ha sua compiutezza e ha sempre un effetto benefico. Catartico. Come nella tragedia greca. Il racconto è sincero e ha un effetto catartico, ti mette in contatto con le parti più oscure di te. Un racconto didattico che separa il bene e male non porta al cambiamento. Questo viene solo dall’analisi del male”.

E della stessa opinione è la sceneggiatrice Maddalena Ravagli:

Abbiamo lavorato raccontando la realtà. Queste cose succedono. Oggi i ragazzi hanno una grande disponibilità di notizie, ma c’è bisogno di contestualizzare la realtà. I giovani non hanno esperienza ma hanno l’istinto a distinguere la realtà da ciò che non lo è. La formazione della coscienza non avviene attraverso l’imposizione astratta del bene, non ha penetrazione. Avviene attraverso l’esperienza profonda di quello che c’è nel mondo. Poi gli individui decidono come agire”.

Anche Salvatore Esposito ha voluto dire la sua sull’argomento responsabilità e l’ha fatto parlando dal punto di vista degli attori, coloro che sono “i più esposti al contatto, anche con i ragazzi e i giovani fan. Quello che mi fa sorridere è che dobbiamo ancora ribadire concetti basilari a livello artistico. Nessuno parla dell’effetto positivo di Gomorra, di come i ragazzini, dopo aver visto la serie, abbiano abbandonato le strade e invaso le scuole di recitazione. Napoli negli ultimi anni è una delle città più visitate. Non fa bene raccontare solo uno spaccato della realtà, non fa bene a nessuno”.